martedì 25 agosto 2015

UNO SU MILLE...

 Questo post prende spunto dalla vita reale, di tutti i giorni, dalle chiacchiere da comare a cui prendo parte, poi torno a casa e ci ripenso, rimugino, filosofeggio e scrivo.

 Dunque si parla di scuola, di insegnanti e mi sento parte in causa, anche se supplente precaria, credo nella scuola e cerco di lavorare sempre al massimo: la professoressa che non ha figli propri, mi si vuol far credere, non sarà mai un'insegnante completa, perché non ha quel comportamento materno, quella predisposizione dolce e ovattata a capire gli alunni.
 Cosa? Non pretendo una maestra-mamma neanche alla scuola materna, figuriamoci alle medie! Sia ben chiaro, la mamma è una sola, poi ci sono le nonne e le altre figure femminili in famiglia, quanto basta a crescere e viziare i pargoli, a scuola ci sono le regole, il gruppo, il lavoro e certo lo svago, ma tutto deciso dalle insegnanti che devono gestire ed educare la classe tutta.

 Non credo sia giusto giudicare chi lavora in base alla vita privata - almeno quando entro in un'aula non sviscero mai il mio stato di famiglia o il mio curriculum, anzi ne sono molto gelosa in genere; le competenze esulano dal contesto familiare (nella norma naturalmente, non parliamo in questa sede di problemi o situazioni gravi e assurdi).

 In tutte le gravidanze sono stata seguita da un ginecologo, per natura dunque non consapevole dei dolori mestruali e del parto, eppure non ho mai messo in discussione i suoi consigli, le cure e le scelte che mi ha proposto, insomma la sua conoscenza medica.

 Il pediatra dei miei figli è una dottoressa competente, alcune volte brusca nei modi, ma schietta e meticolosa, che purtroppo non ha mai gioito della maternità; la dobbiamo sottovalutare allora? Di sicuro non è pietosa e arrendevole, se anche avesse sbagliato qualche diagnosi, a quale medico di base non capita?

 Potrei portare altri esempi di professionisti - psicologi infantili single, sarte scucite o ciabattini scalzi - per meditare sulla realtà, il giudizio e il merito.

Io scrivo di arte, eppure non sono un'artista.


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