sabato 12 settembre 2015

NOI LA CHIAMIAMO CUGINATA...

 Trattasi di una serata dedicata solo ed esclusivamente alle cugine della mia famiglia paterna, cena e dopocena lungo molto lungo.
 Sono appena tornata da una di quelle riunioni che fanno bene allo spirito e al cuore, specie al mio sempre in cerca di conferme, coccole e attenzioni. Si cerca l'occasione e  si organizza la serata: questa volta è stato il mio compleanno, avevo pensato di offrire la pizza semplice semplice e il dolce, senza torta in trasferta. Non avevo neanche portato le candeline e così ne abbiamo rimediata una storta e usata, tanto per cantare gli auguri e soffiare, puntata nel tartufo alla nocciola che lentamente perdeva consistenza, adagiato su un piattino rosa...
 Ci siamo incontrate in un locale a metà strada, in un paesino vicino dove non ci conosce nessuno per parlare liberamente, fotografarci e prenderci un po' in giro, come nelle migliori occasioni. Questo anche è il bello: calcare la mano sui difetti, i tic, il pallino fisso di ognuna ed esagerare con commenti e sfottò, tanto non ci si offende, anzi.
 Eravamo tutte, ma proprio tutte, anche la spagnola, in una fredda sera di settembre, con tanto di tacchi, sandali, gonne lunghe, abiti deliziosi e boccoli per un trattamento psicologico di gruppo, ognuna che dice la sua riguardo a lavoro, matrimonio, convivenza, viaggi, passatempo, spesa, trucco, pettegolezzi e considerazioni esistenziali profonde.
 E poi ci sono le rivelazioni, i progetti e i proclami: nei vari incontri nel tempo, infatti, abbiamo annunciato colloqui di lavoro, traslochi, assunzioni, fine mutuo e l'attesa più bella.
 Sciolta l'adunanza, ognuna torna alla propria casa, alla propria vita e ai propri pensieri, ma si sente diversa.






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