venerdì 6 settembre 2019

TARQUINIA, UN GIORNO

 Ultimi sprazzi di "riposo", ultime ore di tranquillità per la mia metà e così si decide di passare una giornata al mare, un classico: Tarquinia Lido.

 Venerdì, non ci aspettiamo molta folla né traffico: quando arriviamo, il cielo sembra minacciare, ma poi ci ripensa, solo nuvole e vento fastidioso a riva.
 Niente bagno, divieto da bandiera rossa, non si può salire né sostare sugli scogli: ce lo ricorda un solerte bagnino; passeggiamo dopo aver mangiato un pezzo caldo al solito stabilimento.

 Una delle mie attività preferite da spiaggia: passeggiata sul bagnasciuga alla ricerca di preziose conchiglie ricordo della stagione, qualche foto e fuga dalle onde grosse.

 Si gusta più di qualcosa al ristorante buono, risotto per me, che non resisto e via sul Giggione, la macchina a pedali a quattro posti, menomale che sono allenata, perché il percorso verso le Saline tempra lo spirito e lascia fuoriuscire il fiatone.
 Pargoli contenti di tutte queste distrazioni, di giochi a rincorrersi, di allenamento sul nuovo skateboard a quattro ruote fino al porticciolo, più o meno su strada o in mano, ma la tigna non molla...
 Un po' per il tempaccio, un po' per la fine della stagione, ma il Lido ci accoglie assopito e in stato avanzato di smontaggio: ombrelloni, sdraio, giostre, il salta-salta, pochi i diversivi ancora in funzione, non tutti gli stabilimenti e i ristoranti aperti durante la settimana.

 Manca poco alla normalità.
 Ma poi quale sarebbe la normalità?




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