mercoledì 1 gennaio 2020

QUELLI CHE IL PRIMO DELL'ANNO LAVORANO

 Mercoledì 1 gennaio 2020, dormo poco e mi alzo presto per una camminata di allenamento, il sole concilia la mia intenzione di placare i sensi di colpa goderecci! Splendida occasione di godere del mio paesello assolato, silenzioso, tutto per me... Anzi no! Ci sono omini in giro anche in piazza e poi mia zia non si sente bene, accusa un forte dolore alla spalla già da qualche giorno, ma questa mattina risulta insopportabile, destinazione guarda medica.
 Ecco, una dottoressa gentile e dai modi dolci la visita con calma, con gentilezza e le prescrive una cura da cominciare subito, bisogna passare in farmacia, quale sarà quella di turno? Quella periferica, c'è scritto nel tabellone elettronico fuori dalla farmacia in piazza centrale, tecnologico! Prima di arrivare lontano, a piedi, c'è tutto il tempo per passare al bar da Luciano, aperto e brulicante di avventori. Dietro al bancone tutti ci accolgono con un bel sorriso e qualche complimento, il capo, ma anche Paola, Teresa e Vanessa: due cappuccini e un orzo, al tavolo grazie!
 Clienti eleganti, già pronti per la giornata di festa, altri sportivi come me: per tutti una parola di augurio e di commento; il lavoro nobilita l'uomo certo, ma in un'occasione festiva ancora di più.
 Vicino casa mia è stata messa in vendita una villetta, interessante molto interessante, bella ma impossibile e noi commentiamo senza possibilità d'acquisto, insieme a Teresa, nonna giovane ma sempre in gamba e indaffarata; insieme a Paola, con la responsabilità di genitori anziani e in affanno; insieme a Vanessa, giovane impegnata anche nel volontariato.
 E poi si continua, ognuno per la propria strada, chi verso la farmacia aperta, chi verso casa per la preparazione del pranzo festivo, chi verso il luogo del riposo eterno, perché c'è chi il giorno di festa non lo comincia senza un saluto ai propri cari estinti.

 E poi, buon anno a tutti gli altri!


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