domenica 12 gennaio 2020

18 REGALI, IL FILM, LA MIA RECENSIONE

 Dal punto di vista delle donne, ma non solo.
 Per il mondo femminile, ma non solo.


Partorire una nuova vita e, nello stesso giorno, morire.
 Attendere il primo figlio, scoprire che è femmina e contemporaneamente ricevere la peggiore delle notizie da un dottore, con la cartella clinica in mano e i risultati delle analisi
 Ritrovarsi catapultati in una realtà medico-ospedaliera, confrontarsi con altri malati, chiudere il segreto per non turbare i propri cari, per momenti più indicati.
 Come sarà la bambina, quali saranno i suoi gusti in fatto di musica, giochi, lingue straniere, sport?
 Quando le domande si affollano nella mente delle donne - che risultano veramente imbattibili nel programmare, riflettere, sognare, indovinare - senza la speranza del futuro, anzi con la certezza che un domani non sorgerà, cosa scatta nell'animo e nel cuore?
 Un film intenso, a tratti irritante, commovente certo, che si snoda tra la casa dei protagonisti e i locali di ricovero; elemento portante l'acqua: della piscina, in cui ci si tuffa in modo irresponsabile o in cui ci si bagna a fine giornata, ma anche il liquido amniotico, il simbolo della vita, della protezione e del corpo materno, da cui ci si stacca, quando arriva il momento.
 Vita di provincia, molle, lenta, intima; case-villette tutte uguali, giardino accogliente in cui festeggiare ogni ricorrenza: per alcuni una certezza,per altri un carcere.
 E poi l'amicizia, esiste? Chi ascolta i tuoi lamenti o il tuo dolore? Chi può entrare nel ruolo di insegnante adatta alla tua creatura?
 Un film che non lascia indifferenti, specie sa hai perso qualcuno di importante nella tua esistenza: apprezzare la vita, seppure difficile e fitta di ostacoli, nel momento del pericolo estremo, quando il macchinario accanto al tuo letto, in una fredda stanza dalle pareti grigie, manda un rumore sordo e costante.
 Un film che ti esorta ad amare ancora di più chi ti rimane al fianco, chi provvede alla tue necessità materiali e non solo, chi vorrebbe piangere invece sorride per vederti sorridere.

 Non si finisce mai di disperarsi, non si colma mai il vuoto della perdita, non ci si arrende al triste destino.
https://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/morta_elisa_girotto_regali_figlia_18_anni-3268016.html

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