domenica 19 novembre 2017

IL PAESELLO MIO, DA ME BISTRATTATO

 Sapete ormai - voi lettori affezionati e mai annoiati dai miei pessimi e ripetitivi scritti quotidiani - quanto ami il paesello che mi ha dato i natali: lo percorro, lo fotografo, lo elogio e lo vivo; qualche volta però lo maltratto, è vero.
 Perché paesello?
 Per tanti, tantissimi motivi, che vado ad elencare: se avrete voglia e pazienza di seguire e leggere fino alla fine, attenderò poi le vostre rimostranze, le critiche, gli sfottó.
 Parliamone, sono un tipo calmo e riflessivo, ben educato.
 E badate, non si tratta di politica, di cattiva amministrazione, perché ne sono passati di amministratori su quelle poltrone, piuttosto intendo qualche incomprensione/difetto in noi cittadini...

  Son passati circa venticinque anni da quell'estate in cui ci siamo ritrovati tutti in piazza a festeggiare la vincita di un torneo legato ad una famosa acqua minerale: avremmo avuto a breve un fantastico campo di calcio, si é subito partiti con la recinzione... Ecco solo quella, poi? Ma tranquilli, avremo presto un Centro Sportivo con i fiocchi, basta attendere ancora un po'. Intanto possiamo goderci la visione di qualche bel film, al cinema, quello che é stato inaugurato quasi un anno fa, splendido, rinnovato, pulito... Poi? E niente, mai aperto al pubblico, ancora gli ultimi lavori e poi via!
 Un teatro si può avere? Sempre lo stesso locale, vedi sopra.
 Parco giochi alberato senza giochi per i più piccoli, perché divelti, rovinati, spaccati dai buontemponi, intanto i cani scorrazzano liberi, per i propri bisogni, non raccolti no, non serve.
 E la piazza centrale come versa?
 Parcheggio selvaggio dalla mattina alla sera, nessun vaso a contenere le vetture: si gusta un caffè con scarico e rombo incorporati, nel frattempo le aree di sosta limitrofe rimangono vuote. Sta per chiudere un altro esercizio commerciale, da bere e mangiare: oggi pomeriggio due su quattro bar di piazza erano chiusi, gli altri rantolavano.
 Da noi i giorni festivi sono sacri, tutte saracinesche abbassate, poi da turisti ci spostiamo, basta oltrepassare il Tevere e ci ritroviamo in un altro pianeta, altra mentalità, altra accoglienza, organizzazione, insomma un modo fantastico di farti spendere tanti soldi enogastronomici.
 Siamo noi quelli che riusciamo a polemizzare su un grande concerto gratuito, da stadio, per la viabilità e le misure di sicurezza eccessive; la tradizione di formare un gruppo di lavoro per la festa patronale di maggio partita con la Classe 72 è già naufragata, si é costituita una compagine mista, che il Cielo l'aiuti.
 Vogliamo parlare di mostre, inaugurazioni, presentazioni di libri, seminari, gruppi di lettura, visite guidate anche gratuite?
 No, meglio soprassedere.
 E in Faggeta, come ci si arriva?
 Mai nessuno che abbia previsto un servizio bus/navetta che colleghi il paesello al verde più bello del circondario...
 E mi fermo qui. Basta, per il momento.

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