martedì 28 novembre 2017

OGGI, SIAMO LIBERI?

 Questa è una delle domande che il piccolo principe mi rivolge appena alzato, quando si sta stropicciando gli occhietti e non è ancora nel pieno controllo del suo corpo.
 La mia risposta risulta sempre la stessa, ogni volta: certo che è libero, tutti loro sono liberi, il problema è il mio, io sono quella sempre impegnata!
 Libero di scorrazzare per tutta la palestra rincorrendo la palla, libero di giocare con i suoi amichetti, libero di scambiare impressioni, sorrisi e consigli tattici, libero di soffocare il suo istinto individualista in nome del gioco di squadra e infine libero di seguire i consigli e gli ordini di Daniele e Fabio per centrare il canestro e accumulare punti.
 Altre volte è libero di giocare con l'inglese, imparare una lingua che gli sarà utile nella vita, frequentare amichetti della sua età con cui confrontarsi e ridere degli errori, libero di capire il momento di condivisione, ma anche di lavoro e di ascolto.
 Tutto questo ho la fortuna di moltiplicarlo per tre, ognuno dei pargoli con il proprio mondo, gli orari, le strategie e le amicizie, a cui devo adattarmi: non lo sento un peso, assolutamente, per me è un'opportunità continua per loro di crescita e miglioramento a cui posso partecipare e contribuire.
 Poi una volta ogni tanto, molto raramente capita che anch'io chieda un momento, un'oretta scarsa di libera uscita, la famosa ora d'aria che non si nega neanche ai carcerati: non che sia sempre possibile, magari qualcuno dei dolci esserini mi si affianca, capita che qualcuno non mi molli e si proponga come ombra, quasi malefica.
 Ecco, questo è, non sono loro le vittime, anzi i pupotti si beano tra occasioni mondane, riunioni private, pubblici giochi, momenti di preghiera e riflessione, a incastrare il tutto ci pensa l'adulto, fatto apposta.
 E poi nei momenti di noia assoluta si afferra il gioco tecnologico, si litiga con i coinquilini, ci si accapiglia che è una meraviglia, si gioca litigandosi l'infernale aggeggio difendendolo con mani, piedi e ogni altra parte del corpo più o meno adatta e adattabile... Quindi, a volte, meglio organizzare il pomeriggio vicini con il cuore, ma distanti fisicamente...

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