mercoledì 24 gennaio 2018

QUEL BAMBINO, COL PIGIAMA A RIGHE

 Ho appena finito di leggere un romanzo scelto per le grandi parole di ammirazione di tanti, non ho ancora visto il film che, a detta di molti, non si discosta dal libro e risulta altrettanto commovente.
 Un narratore in terza persona, che vede il mondo con gli occhi di Bruno, il ragazzino protagonista, di otto anni: tutto quello che succede intorno a lui, come si muovono gli adulti, come discutono e rispondono, come trattano la servitù e gli altri bambini, viene raccontato in modo fanciullesco, semplice ma diretto. Impressioni che lasciano il dubbio, altre che fanno sorridere, altre ancora che smuovono rabbia o compassione, alla fine solo tanta incredulità e dolore.
 Un libro che all'inizio non mi ha preso, non mi ha catturato, perché appunto denuncia una tragedia con discorsi troppo semplici, da un punto di vista basso, poi il cambiamento, ci si appassiona alla narrazione, allo svolgersi dei fatti, per come vengono presentati, in tono sommesso, ma puntuali, dritti al nocciolo. La violenza sui servi, i discorsi sussurrati come se i piccoli non percepissero, l'ansia di crescere, capire ed esplorare di Bruno, che non conosce confini né reti.
 E poi il profondo tema dell'amicizia, della condivisione, delle divisioni che creano i grandi, gli adulti, coloro che sarebbero intelligenti e maturi per guidare il mondo; i bambini invece vedono oltre, entrano in contatto, si scambiano impressioni e soluzioni, si confidano attraverso la rete, fino alla promessa finale, al sacrificio.
 Gli uomini hanno modificato i rapporti, li hanno distorti, hanno saputo creare odio e rancore, invece i bambini con i loro occhi ingenui sono riusciti a fortificare un sentimento nobile e alto, puro e più forte delle barriere.
 Se non volete avvicinarvi ad un orribile periodo storico, se non credete nella malvagità umana, se ritenete che non sia educativo leggere storie emozionanti e preferite credere alla favole politiche, allora non prendete neanche in mano questo volume, non lo capireste.
 Si legge, si rilegge, si ragiona e si piange, potenza della parola scritta, potere della lettura.

Nessun commento:

Posta un commento