sabato 29 luglio 2017

GITA FUORI POSTO

 Quando hai un'idea geniale dell'ultimo minuto, per un cambio di programma, ti senti la responsabilità che ti viene incontro, ti guarda e ti giudica: non é facile!
 Eravamo stati a Calcata tanti anni fa, da fidanzati, ho pensato bene di riproporre la meta con i piccoli al seguito per una giornata spensierata... Peccato che il paese non abbia risposto con altrettanto entusiasmo: brutta copia di Civita di Bagnoregio, per qualche mancanza.
 Si parcheggia la macchina dove capita, posti liberi, si attraversa uno spiazzo di fortuna che mette tristezza, trasandato e si oltrepassa la porta d'entrata al centro storico sotto il fuoco incrociato di più piccionacci, attenti voi anche a dove mettere i piedi per non scivolare.
 Si arriva ad una graziosa piazzetta dove affaccia il duomo in evidente carenza di ossigeno, muffa e croste; si gira per i vicoletti in cui si nascondono graziosi negozietti vintage: abbigliamento, accessori, libri e memorie del passato. Peccato che qua e là spuntino immondizia, oggetti rotti e vecchi; arriviamo comunque al Museo della Civiltà Contadina, ingresso ad offerta libera, una sola grande stanza che ospita soprattutto attrezzi per il lavoro della canapa e tanto altro, anche una seggiola da dentista/barbiere che cattura l'attenzione; c'è il custode che gentilmente spiega qualche curiosità.
 Peccato che gran parte delle attrattive chiuda per pranzo, noi abbiamo portato gustosi panini da consumare per strada, sul muricciolo, quindi siamo più che liberi di girare per il paese quasi desolato se non fosse per i tanti locali dai prezzi proibitivi per le nostre tasche pronti ad accogliere ospiti più o meno abituali.
 Così giro dopo giro, affaccio con panorama sulla verde vegetazione, ce ne torniamo mesti, stanchi e sudati alla macchina non senza aver preso il gelato e aver acquistato quel bauletto di paglia che mancava nella collezione di borse della mia signorina.
 Brutta l'impressione complessiva.
 Sulla strada del ritorno, altra folgorazione culturale che ci fa deviare per Faleri Novi: una desolazione archeologica difficile da spiegare; la Porta di Giove immersa nel nulla della riarsa campagna viterbese, traffico sonnolento e oche del Campidoglio nella attaccata fattoria privata, mah!
 Leggiamo con rammarico gli orario di apertura della chiesa, mai più una gita nel viterbese a cavallo dell'ora di pranzo, a meno che non si ha l'intenzione di sedersi comodi sotto una pergola a consumare prodotti tipici in tante salse.





























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