domenica 2 luglio 2017

QUANDO CREA LA NATURA...

 Non si può che rimanere estasiati, infilare la felpa e ascoltare.
 Siamo andati a Frasassi, per stupire i pargoli, per godere di un fresco piacere e per rivedere uno spettacolo meraviglioso con meno confusione.
 Avevamo affrontato questa uscita già due anni fa, a ferragosto: splendida esperienza, ma troppo caos, un viavai di persone che ostacolava.
 Oggi invece, seppur movimentato, il percorso é stato piacevole, silenzioso e magico.
 Cominciamo con ordine: si arriva in un enorme parcheggio libero e si raggiunge la biglietteria, il costo non é proprio popolare e non sono previste agevolazioni per famiglie numerose, solo i soliti sconti per l'età, però con un unico biglietto si usufruisce di bus navetta andata e ritorno, visita guidata - ma non puoi scegliere altrimenti - e ingresso a due musei civici.
 Siamo arrivati in tempo per una veloce colazione: seduti ad un baretto/furgone e via sulla corsa, che parte dieci minuti prima dell'entrata prevista da programma - meglio informarsi prima e aggiustare i tempi, altrimenti si rischia di rimanere in attesa, davanti a vetrine di cibarie variopinte, ricche e caloriche che ti chiamano come le sirene di Ulisse.
 La visita, in gruppo, dura circa settantacinque minuti su un percorso di un chilometro e seicento metri, solo per persone che non hanno problemi di deambulazione, bimbi nel marsupio o in braccio, niente passeggino, sia per il pavimento scivoloso che per le tante scalette di passaggio ai vari livelli.
 La nostra guida era una signorina monocorde, nessuna passione espressa o cambio di tono, come la voce della segreteria telefonica, comunque professionale: si calcola un'affluenza di duecentocinquantamila visitatori l'anno, con punte di cinquemila al giorno in agosto.
 Spettacolo della natura, forme bizzarre e molta fantasia: non si hanno punti di riferimento quindi non ci si rende conto dell'altezza delle stalattiti e delle stalagmiti, ma si rimane comunque a bocca aperta.
 Pranzo al sacco, sotto un gazebo all'ombra e vicino ad un parco giochi: ci riforniamo però di patatine, birra e gelato sciolto, che fa molto domenica.
 Ripartiamo quindi per Genga, un paesino dai mattoni color caffellatte, sembra un paese fantasma, popolato di pochi turisti e la signora della biglietteria del Museo, vero gioiello, scrigno che si apre oltre un anonimo portone.
 Tornando verso le Grotte ci fermiamo a visitare il sito in cui si svolge il presepio vivente sotto le feste: percorso di settecento metri in salita, faticoso, che ti prova spirito e polpacci, ma in cime si rimane stupiti e stregati dal piccolo tempio del Valadier, dal panorama e dal silenzio della preghiera.



























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