sabato 28 aprile 2018

BAMBIN - BAMBINI - BIMBI

 Due notti, tre giorni soltanto al Bambin Gesù ricoverate la mia principessa ed io, per un doppio intervento ortopedico, sulla carta semplice, anche secondo le spiegazioni dei medici, esercitati e avvezzi a ben altre complicazioni; per me un calvario, non abituata alla sua sofferenza e alle urla del post-anestesia.
 Un ambiente particolare, molto familiare e intimo, in cui ci si conosce presto tutti, ognuno con la sua storia, ognuno con la sua speranza e la sua diagnosi: c'è Francesco, su un grande passeggino, con la sua mamma da Frosinone, c'è Chiara con i genitori da Brescia e Mattia da Latina e tanti altri, chi con il ricovero programmato chi in urgenza. E allora ognuno si racconta e racconta della propria famiglia lasciata a casa, degli altri figli "trascurati", del lavoro che incombe, dei viaggi della speranza in altre strutture per una serie di controlli, ma poi tutte le strade portano lì, dove operano luminari, dove i macchinari sono all'avanguardia, dove il consulto è d'obbligo e il parere medico risulta il migliore e più attendibile...
 E si tratta di un reparto relativamente tranquillo, quello di traumatologia, dove nessuno è in bilico sul famoso filo, si sentono pianti dirotti e inconsolabili che però passano, si rasserenano in breve; invece in altri padiglioni la vita è un soffio, una labile speranza e le lacrime uniche compagne d'attesa.
 Noi familiari siamo tanto coinvolti emotivamente, anche una smorfia ci terrorizza; riflettevo però sulla quotidianità del personale, quelle persone costantemente a contatto con il dolore e la pena: quanta passione mettono nel loro lavoro? Non si può trattare semplicemente di professione, di stipendio, quando varchi quella porta scorrevole, quando ausculti il cuore di un esserino appena nato, che non sta bene, quando devi parlare con i genitori per delineare il quadro della situazione clinica...
 Un impegno impressionante, una tensione continua, una prestazione oltre misura in ogni dettaglio; qualcuno li chiama angeli, non credo si allontani molto dal vero.
 Quelli del Bambin Gesù.

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