mercoledì 25 aprile 2018

L'EREDE SIA...

 Giornate di primavera pura, sole e pulizie...
 Ho preso in mano la situazione, complici i piccoli lavori di ristrutturazione e così mi sono messa all'opera ai cassetti: svuota, spolvera, sposta, riempi e controlla, setaccia, differenzia e butta.
 Ho ritrovato foto e fogliettini, biglietti e cartoline messi via, da parte, vecchi ricordi di vacanze, gite, uscite centellinate per ragionevoli problemi economici.
 Comunque, mi sono imbattuta anche nelle prime foto del primo pargolo, l'erede al trono, per giunta maschio: quanti scatti? Mah, non saprei proprio quantificare, forse a chili!
 Ebbene sì, tutti i neo genitori si lasciano prendere - come dire - la mano, un poco, dalle emozioni, dal sonno, dalla stanchezza, cadendo qualche volta nel ridicolo, seguiti naturalmente dai nonni, che perdono completamente la ragione, il lume della razionalità per il rampollo.
 E si comincia con tutta l'evoluzione delle espressioni, dal riso al pianto, passando per il serio, lo sfavato, il concentrato sulla popò: no perché agli adulti non interessa il momento di riflessione, di pausa, di sofferenza e concentrazione, tutto si deve documentare per i posteri, per gli anni futuri, magari da tirar fuori dal cassetto durante una di quelle riunioni festive di famiglia per commentare, spudoratamente davanti a tutti.
 E il primo bagnetto? Come Mosè tra le acque, quasi miracoloso...
 E il primo dentino? Praticamente, un'immagine ogni micron cresciuto.
 E via per ogni impercettibile sorriso, mossa, manina alzata, piegata, avanti e indietro; poi l'ingresso a scuola, zainetto incorporato.
 E quando arriva il secondo figlio, la smania un poco passa, non sembra tutto tanto sovrannaturale o meritevole di essere immortalato, si ha meno la prontezza di catturare l'attimo segnando magari anche la data come accadeva prima e poi si procede per paragoni, come si è comportato il primo, dove come e perché rispetto all'altro.
 E al terzo, che si fa? Vogliamo parlarne o basta la presenza?

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