giovedì 19 aprile 2018

QUELLE FACCINE LÌ

 Oggi la principessa di casa ha partecipato ad un laboratorio creativo con mia cugina Rosangela e la mia amica Letizia, un incontro ormai collaudato per la loro pazienza e la professionalità.
 Tema proposto ed accettato subito in modo euforico, la realizzazione di un cuscino tondo, morbido di pannolenci a forma di faccina, una di quelle che ormai spopolano, vanno di moda, catturano l'attenzione e suscitano comunque una reazione.
 Le adoro, lo sapete, già ne ho trattato: a me che piace scrivere, esprimermi con giri di parole, descrizioni particolareggiate, termini ricercati o spiritosi, ma... Una faccina ci sta sempre bene, rende l'idea, accompagna le parole e conclude il discorso, come se stampassi a fine messaggio la mia espressione, sia essa gioia, rabbia, stupore, amore, curiosità, furbizia...
 Ce ne sono tante, gialle, sintetiche e dirette; non amo invece la punteggiatura che costruisce l'espressione, non la capisco, troppo sofisticata forse o stilizzata.
 Ebbene, i piccoli creativi si sono cimentati con il pannolenci colorato: i ritagli di nero per la bocca e gli occhi, il rosso fuoco per i cuori, il bianco per i denti digrignati e così via; per finire in bellezza anche il cravattino maschile o il fiocco femminile, per non farsi mai mancare nulla.
 I bimbi comunicano, i bimbi cercano la nostra attenzione; sembrano grandi, esperti geni della tecnologia, ma poi li scopriamo con occhi diversi alle prese con forbicine, colla a caldo e ritagli vari.
 Un'altra buona occasione per stare insieme, condividere un progetto e portarlo a termine, prendere confidenza con gli strumenti di lavoro e sviluppare quella manualità di cui oggi purtroppo i nativi tecnologici difettano, senza lamentarsi della noia, senza cercare il cellulare, che già mi sembra cosa buona e giusta.
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