mercoledì 27 giugno 2018

ULTIMA CHIAMATA

 E niente, domani onorerò l'ultimo impegno da insegnante, siamo veramente giunti alla fine... Ed è stato bellissimo! E bellissimo non si deve usare, lo ripeto ogni volta che posso ai miei alunni.
 Ho lavorato per tutto l'anno scolastico, da settembre a giugno, prima occasione senza alcuna interruzione, chi l'avrebbe mai detto!
 Ho avuto modo di instaurare con i bambini di prima un ottimo rapporto, anche con quelli di seconda; mentre con la terza è stato veramente difficile: grandi, esuberanti, abituati ad altri modi e altri voti...
 Ho messo tutta me stessa, forse non sarà stato sufficiente, non basta l'entusiasmo servono anche tanta esperienza, capacità critica e spalle grosse.
 Tutti i ragazzi mi mancheranno, veramente; certe mamme molto meno; non pretendo che mi si ringrazi, per il mio lavoro sono ben pagata dallo Stato, ma certo avrei ben gradito ogni tanto qualche grazie, magari per i settanta e passa volumi donati alla biblioteca di scuola, creata dal nulla senza chiedere alcun contributo; magari un grazie per tutti gli elaborati e le prove assegnati per casa e corretti uno ad uno, personalizzati. Invece sembra sia più facile ed immediato lamentarsi con i piani alti dell'insufficienza scritta ottenuta, piuttosto che cercare le motivazioni interne e risolvere i problemi, dileguare le nubi dell'ignoranza...
 Quando ti ritrovi catapultato in un buon gruppo, in cui si sviluppa affinità; quando senti di non essere solo, ma supportato dagli altri più esperti e disponibili; quando ad ogni problema si trova insieme una soluzione; quando al mattino ci si ritrova per due chiacchiere e uno scambio di battute prima di un bel respiro profondo e l'immersione nella tana dei leoni, allora ti puoi reputare fortunato.
 Ho insegnato italiano: letto, parafrasato e impersonato le imprese di Achille, Ulisse ed Enea, ho analizzato aggettivi, aggiustato congiuntivi, torturato con terzine dantesche a memoria, assegnato lavori di gruppo, ho votato la recitazione più intrigante, applaudito per l'opera in dialetto più divertente; ho spiegato i versi di Ungaretti, mi sono commossa con Montale e Levi e infine ho esaminato.
 Mi sono appassionata sempre di più al mio ruolo, ho affibbiato nomignoli ai migliori/peggiori, ho terrorizzato con avvisi e note, ho raccolto molti consensi ma anche tante critiche da parte degli alunni e quindi dei genitori. Ho vissuto nel terrore di scadenze, scartoffie, programmi rispettati, circolari ultimatum e griglie di valutazione; ho partecipato a concorsi e progetti per cui le classi hanno ottenuto riconoscimenti e menzioni. Sono onorata di aver fatto parte di quel gruppo di lavoro di una sede distaccata che ogni giorno ha cercato la rivincita.
 Ho dato tanto, spero lo abbiano percepito i miei ragazzi.

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