venerdì 1 giugno 2018

QUANDO SI PARLA DI LEGALITÀ

 A scuola si parla di legalità: per ordini superiori ci si deve preparare per un evento imminente nel migliore dei modi, per poi esporre le idee emerse...
 Dunque, credo che la scuola sia il primo ambiente - oltre la casa - in cui i bambini vengano a contatto con regole, gruppo, comunione e punizioni, con la fortuna, che a scuola ci siano giudici imparziali, che non si impietosiscono, che giudicano  dai fatti e non dalle lacrime...o quasi!
 Ho proposto ai miei alunni il tema della chiacchierata, della preparazione dello svolgimento, partendo dalla letteratura, per esempio da Gertrude e poi via via si arriva al contemporaneo, al loro vissuto, alla classe.
 I ragazzi sono sempre molto attenti alla sostanza oltre che alla forma, non basta parlar bene, bisogna anche sapersi ben comportare e portare l'esempio, rimanere imparziali, non compiere ingiustizie, premiare chi merita e bocciare chi invece fa solo finta di impegnarsi, studiare... Chiedono da parte degli insegnanti serietà, competenza, massima trasparenza, un trattamento equo, un occhio di riguardo per i famosi casi umani, pochi compiti ma ben retribuiti, giustizia e uguaglianza insomma...
 Ho chiesto loro se si comportassero in modo legale: di getto hanno tutti risposto affermativamente, ma quando ho cominciato ad elencare tutte le azioni e gli atteggiamenti richiesti dalle regole, qualcosa si é "bloccato": non portare il cellulare o tenerlo sempre spento, denunciare ogni azione volta al bullismo o prepotenza e non girarsi dall'altra parte, non copiare mai i compiti e le verifiche, non saltare le prove, le esercitazioni e non assentarsi in modo strategico, entrare in orario, rispettare i professori, i bidelli, la struttura, gli arredi e l'edificio...
 A quel punto qualcosa ha traballato, hanno cominciato tutti a guardasi le mani, hanno abbassato gli occhi, hanno tirato un sospiro e qualcuno ha cercato lo sguardo del compagno: la "secchiona" aveva tanto da confessare, ma si é trattenuta, lasciandosi sfuggire solo qualche frase di rammarico, qualche battuta velenosa ma verso anonimi compagni profittatori, sfaccendati, furbetti.
 Difficile il mondo adolescenziale, difficile ammettere di dover dare oltre che voler prendere: le regole, i regolamenti, l'impegno, i premi giusti e non regalati, i no.
 Solo una nota e poi chiudo: peccato che noi genitori troppo spesso siamo schierati dalla parte dei figli senza se e senza ma, dalla firma facile, dalla lacrima pronta, dalla giustificazione inutile, dal ritardo ammesso e perpretato, dal famoso PDP sbandierato e usato come arma offensiva nei confronti dei docenti.
 Qualcosa va cambiato, in famiglia prima di tutto.

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