martedì 25 marzo 2025

IL NOSTRO DANTEDÌ

  È stato il grande giorno, quello di un evento importante che ha visto coinvolte due classi, le seconde della Salvo D'acquisto.

 Appuntamento in piazzetta ore 15:00, ma prima abbiamo condiviso un momento conviviale seduti ad un bar, tra panini e tramezzini, bevande e caffè macchiato.

 Tutti puntuali, ansiosi al punto giusto, libro di letteratura in mano; le gemelle invece sono armate di strumenti a fiato un leggio e qualche spartito: a loro l'onere e l'onore di introdurre o accompagnare ogni lettura.

 Che qualcosa non sarebbe andato bene l'abbiamo capito quando Maria ci ha avvertiti che l'elio per gonfiare i palloncini era terminato prima del terzo, di necessità virtù abbiamo legato due coppie per aprire la strada, gli altri palloncini rossi li abbiamo tenuti al guinzaglio.

 Discorso introduttivo, un pizzico di emozione che ci permette di sbagliare pure qualche accento: ci sta è la prima volta!

 E poi via in lungo e in largo per i vicoli del Paese tra periferia e borgo, scale e raffiche di vento: ci siamo persi nel nocchieto oscuro, traumatizzati davanti al cancello di scuola, innamorati sulle scale della collegiata, infuocati di cultura all'Ospedaletto, terrorizzati alla stella della piazza centrale e mostrati eretici sulla piazzetta del forno.

 È stato entusiasmante vedere genitori, amichetti e colleghi al nostro fianco, camminare con noi e ascoltare parole e musica d'autore; abbiamo raccolto un bel gruppo di giovanissimi letterati appassionati di poesia somma e melomani, abbiamo condiviso un pomeriggio diverso dal solito.

 Un primo esperimento che a noi è piaciuto perché abbiamo dimostrato che si può, anche con pochi mezzi, nonostante qualche difficoltà, con la collaborazione fattiva di tutti i declamatori di versi infernali, ma in particolare della tecnologica Anastasia, delle musiciste Arianna e Giulia, della tuttofare Maria e delle guardie del corpo Andrea e Bruno.

 Grazie infinite al pubblico, a chi è rimasto con noi dall'inizio alla fine, ai genitori pazienti fotografi e cineoperatori, a Liana che ci ha assistito dalla prima idea all'ultimo endecasillabo.

 Abbiamo raccolto anche piccole e grandi offerte nel barattolino che diventeranno libri, materiale e desiderata scolastici.






venerdì 21 marzo 2025

STIAMO ORGANIZZANDO IL DANTEDÌ

  Per martedì 25 marzo, naturalmente.

Come stabilito a livello ministeriale, così anche in Salvo ci allineiamo, alle grandi date nazionali, letterarie, impegnate.

 Siamo una piccola scuola, sede distaccata in un paese di poche anime, con quattro classi: due seconde impegnative, rumorose, casinare si può dire? Ecco allora la trovata geniale di organizzare un evento che avvicini i ragazzi all'Arte, che sia parte integrante della vita della popolazione, un'occasione che li faccia sentire importanti e responsabili.

 Hanno deciso tutto loro, secondo le parti divine che più li hanno coinvolti: abbiamo pochi fondi, quindi non vestiremo panni importanti né disporremo di strumentazione tecnologica, ci basta la nostra voce e una maglia bianca.

 Gireremo per Faleria a declamare endecasillabi infernali, in rima incrociata, come piace a noi, che non viviamo come bruti... Appuntamento per la partenza ore 15:00 dalla piazza centrale, da dove si dipana il quadrivio poi verso gironi e bolge accompagnati, speriamo, da grande e affettuoso pubblico.

 Il gruppo di lavoro, adesione totalmente libera, ha operato in armonia, cosa strabiliante e ha scelto anche di cercare e chiedere oboli da devolvere a favore della Cultura, cioè alla biblioteca scolastica ed eventualmente altre mancanze didattiche - ce ne sono.

 Comunque vada sarà un successo perché si sono impegnati, hanno pianificato gli interventi e le musiche di accompagnamento. Non possiamo che gioire di cotanto affetto dimostrato anche nei confronti della perfida docente di lettere.

 Classi 2A e 2B che escono e riescono a veder le stelle, martedì 25 marzo.

 L'occasione è gradita per invitare tutti alla Poesia Somma.

domenica 16 marzo 2025

QUELLI DI'ZZEME BONO

 Ossia noi del Settantacinque siamo quelli dal seme buono, doppio senso incluso.

 Il titolo richiama la battuta, degno finale di un discorso, di Gianni Paffete al tavolo da otto in cui sedeva unico uomo tra sette muse, muso esso stesso.
 Ma li dovevate vedere dal vivo sabato sera quelli del '75 in tiro, eleganti, sofisticati, pettinati, sbarbati e pure abbinati.
 Certo le donne hanno mostrato anche in questa occasione una marcia mondana in più per trucco colore e accessori, i maschi molto meno.
 Serata speciale per festeggiamenti di gruppo, cinquanta primavere: aperitivo, antipasto a giro che però ognuno ha preso come meglio credeva e cena seduti ai tavoli.
 Poi vuoi le canzoni di Zero vuoi le foto con la cornice vuoi il quadrato da inquadrare che in pochi capivano, c'è stata una gran bella confusione.
 E chi ha fatto il giro dei tavoli per immortalare l'attimo, chi ha salutato baciato tutti perché non li vedeva dalla cresima, chi cercava di capire il fascino segreto di Gianni che ha accalappiato l'attenzione di tutte, personale di segreteria compreso.
 Comunque ci siamo divertiti, abbiamo ballato prima timidi come accadeva alle feste quando tutti rimanevano seduti alle sedie intorno, tranne Alessia. Alessia reginetta del ballo, non ne ha perso uno. E Silvio pure, che però non mi ha fatto chiedere i Ricchi e Poveri, me ne ricorderò Silvio!
 Tra una canzone della Carrà e una in inglese/sorinese c'è stato pure il tempo di una bevuta fresca, di vari tentativi di foto in più combinazioni.
 Piccolo discorso che nelle intenzioni era commovente, nella pratica ci siamo persi.
 Fino a notte fonda, i più temerari oltre la più azzardata delle ipotesi.
 Grazie prima di tutto alle quattro organizzatrici Rosanna, Cinzia, Francesca e Simona; grazie a chi ha voluto esserci a tutti i costi e a chi ha contribuito a rendere la serata ricca di sorrisi battute e movimento.
 Alla prossima, splendidi cinquantenni.

venerdì 14 marzo 2025

EDUCAZIONE, PURE DIGITALE

 Incontro mensile pomeridiano con la dottoressa Sarah Rossetti, la psicologa di Istituto, colei che ci spiega che il mondo è diventato un posto difficile ma cha abbiamo tutte le armi per difenderci e colpire.

 Ecco, oggi per esempio abbiamo affrontato un iceberg, non quello di Di Caprio no, quello web dark che è altrettanto brutto sporco e cattivo per i nostri alunni, di Primaria e Secondaria: foto e qualsiasi informazione si inserisca in rete poi ce la perdiamo, non è più nostra.

 Coordinare compiti cellulare attenzione e distrattori non è roba da poco, se poi consideriamo che le competenze tecnologiche dei figli sono almeno almeno il doppio di quelle di un genitore medio, provviste però di capricci e leve di sensi di colpa, il gioco è fatto e pure la connessione fino a tarda notte.

 Mai chiudere la porta con dentro il cellulare della stanza dei pargoli, redigere il decalogo delle regole che tutti devono obbligatoriamente seguire, ma anche cinque e fatte bene possono bastare purché si seguano tutti, adulti in primis.

 Come il prezzemolo ci siamo ritrovati l'ansia tra un'immagine e l'altra, perché non può certo mancare, in ogni prestazione che si rispetti quel tocco di buio sgomento indecisione e vuoto cosmico che poi cresci e invece di abituarti ti ci imbatti nella professione quotidiana, di adulto di riferimento, educatore, spirito guida...

 Il brutto che abbiamo vissuto cinque anni fa, la chiusura e il distanziamento invece di sparire e tenerli come ricordo lontani, sono rimasti nelle nostre esistenze quotidiane fino ad impadronirsi della nostra socialità, della condivisione, del confronto, dello scambio sincero e aperto delle opinioni, tanto che preferiamo scrivere messaggi e ingiurie anonime al posto di consigli e critiche costruttive.

 Condividiamo di tutto, in quantità esagerate che sfuggono dalla percezione e i nostri bambini si ritrovano, ancor prima di averne consapevolezza, ad essere diventati soggetti social, immagini con filtri, protagonisti di notizie e filmati imbarazzanti.

 Tutto ciò che è virtuale è reale: le parole che digitiamo, lo sfondo che scegliamo, il messaggio vocale che mandiamo sul gruppo, la foto profilo e le registrazioni dei luoghi che visitiamo non si cancellano più, memoria indelebile.

 Sempre un piacere l'incontro con la dottoressa Rossetti, specialmente quando le due ore diventano dialogo di docenti in cerca di appoggio che cercano conferme come genitori, sperando di aver lavorato bene nel crescere i figli propri o almeno di non aver sbagliato in modo troppo evidente. E poi il confronto tra colleghi e tra genitori, tra genitori e colleghi, interscambio alla luce del sole.

 Sempre.





mercoledì 12 marzo 2025

FATTO SALVO CERVANTES

  Ebbene sì, alla Salvo non ci facciamo mancare nulla, ci piace spaziare, viaggiare e toccare altri lidi intellettuali: oggi, per esempio, abbiamo scoperto un po' della terra ispanica con la professoressa Mancinelli, nostro valido sostegno.

 Lezione di letteratura spagnola, perché di follia e azioni visionarie abbiamo proprio tanto bisogno per evadere dall'aula, cercare noi stessi e capire il mondo che ci attanaglia.

 Siamo piccoli contro i mulini a vento, convinti delle nostre idee tanto da scontrarci con tutto il resto fuori, alla scoperta dei limiti e del possibile, per tentare l'impossibile: leggere senza impazzire.

 Già la lettura è un compito arduo, oggi che abbiamo toccato con mano le controindicazioni di una sovraesposizione libresca e bibliotecaria siamo fortemente inclini a rivalutare l'impegno mensile del progetto scolastico!

A classi unite, le seconde della Salvo: un po' spilungoni un po' romantici e innamorati, un po' assetati di autonomia, i nostri ragazzi ascoltano con interesse il castigliano e tra di loro le gemelle peruviane comprendono e sorridono della loro marcia in più.

 Il tempo trascorso a scuola in attività alternative piace sempre di più, coinvolge e risolleva il morale, se poi aggiungiamo pure quelle poesie di canzoni di Guccini allora...

 Grazie alla professoressa Pina Mancinelli che ha condiviso con noi un po' della sua passione spagnola.





sabato 8 marzo 2025

NEL MAGAZZINO LIBRAIO DI MARCO POLI

  Sabato mattina ore 10:30 appuntamento a Vignanello con Marco Poli, cultore del libro e della lettura quando non impegnato per lavoro nel settore socio-sanitario. Ho conosciuto Marco qualche anno fa, volontario in biblioteca e giudice in un concorso letterario, quando mi ha contattata per donare dei volumi alla biblioteca scolastica di Faleria, poi abbiamo organizzato diversi eventi.

 Oggi mi ha invitata nel suo nuovo spazio privato, un locale al centro di Vignanello in cui ha iniziato a raccogliere la sua collezione privata di libri: con orgoglio e passione mi ha parlato dei suoi obiettivi, dei progetti e di una collaborazione per divulgare la lettura cominciando dai bambini in età scolare, bello ed entusiasmante.

 Marco è un fiume in piena di aneddoti, ricordi, personaggi ed eventi: mi vuole coinvolgere in presentazioni, letture, scambi di pagine e tanto altro. Ci sto, quando si tratta di cultura e libri nessun disturbo, anzi, solo cose belle.

 La sua associazione sta muovendo i primi passi nel mondo reale e in quello social, si rimane contagiati da tanta energia, veramente.

 E per finire, mi ha preparato una bustone di libri per i miei alunni della Salvo D'acquisto e i miei figli, troppo gentile ed altruista.

 Appena potete contattatelo, è una persona da conoscere.



giovedì 6 marzo 2025

SOLO CONTRO CHI?

  I nostri ragazzi si illudono di appartenere ad una comunità di giocatori, dicono gli esperti, senza rendersi invece conto che siedono nella loro postazione soli in una cameretta chiusa, sigillata al mondo, cuffie in dotazione che li isolano anche acusticamente dal resto dei sapiens familiari. Questo loro gioco li isola sistematicamente e inesorabilmente dalla vita reale, dal campetto, dalle sfide e dalle prove di crescita, non dico di iniziazione, ma quasi.

 Solitudine spesso si appaia a vecchiaia, vero. Però le scappatoie o gli incastri per i diversamente giovani risultano molteplici, specie nelle piccole realtà: i giardini pubblici, la pubblica Piazza, il sagrato del duomo, i cantieri edili, il circolo anziani, la ginnastica dolce, la sala lettura in biblioteca, il volontariato in Croce Rossa in chiesa nel rione in parrocchia...

 Quando arriva il momento di scegliere la scuola superiore ti spaventa il passo? Vai dove ti porta il cuore, l'amicizia o la compagnia? La solitudine è uno dei requisiti che potresti mettere in conto, se perseveri persisti ti incaponisci, maturi. Come nel praticare un determinato sport poco popolare o non presente sul territorio in modo capillare, si abbandona si mette da parte si scosta si accantona.

 Per il mio lavoro ricevo anche attestazioni di affetto quotidiane, qualcuno di sbilancia e mi scrive complimenti o me li lancia de visu. Bene, commossa, ma se mi chiedono cosa provo e vivo, allora rispondo che mi sento sola spesso, alla ricerca di confronto e collaborazione attiva. E non è una bella sensazione.

 Famiglia, anche in una situazione confusionaria e caciarona potresti provare solitudine, di affetti ascolto o confronto. Perché parlare è fisiologico, ascoltare un'arte, sopraffina.

mercoledì 5 marzo 2025

SOCRATICI CON SFUMATURE EPICUREE

  È finito il corso L2, italiano seconda lingua, nella seconda vita dei nostri ragazzi, perché la prima è in famiglia, nel paese di origine o di seconda generazione, quando si complicano i problemi.

 E già, se sei un NAI quindi appena giunto nel Bel Paese, tutto ti sembra difficile complicato fumoso, ma se i tuoi genitori ti hanno messo al mondo in suolo italico, allora sei straniero per l'Italia e italiano per la madre patria. Questo è più o meno il discorso base dei nostri alunni, che vorrebbero assomigliare a tutti gli altri senza ferire i genitori, parlare dialetto locale senza dimenticare l'idioma materno.

 Oggi, tanto per cambiare, abbiamo discorso due ore due di come si percepiscono gli alunni, quanto sono inclusi o quanto esclusi, nonostante ogni nostro piccolo accorgimento. Colore della pelle, credo, espressione linguistica, musica, preghiera, canoni di bellezza: avete mai effettivamente pensato a cosa "ci divide" e a cosa "ci unisce"? E quei piccoli sospesi tra tradizioni da portare orgogliosamente avanti, cucina tipica speziata, usi e costumi che coprono l'igiene personale, l'abbigliamento e il saluto. Perché in una cultura fortemente maschile difficilmente si vedrà in un'insegnante donna un punto di riferimento per i piccoli senza destabilizzare.

 Dialogo: si fa presto a teorizzare lo scambio, l'arricchimento, l'accettazione; sul campo la quotidianità è ben diversa, in una fase della crescita in cui ognuno prova timore del proprio aspetto, del proprio carattere, della personalità e facilmente si inibisce, si chiude.

 Mediatore culturale, amicizia, insegnante aperto e privo di preconcetti: in un ambiente scolastico sano le soluzioni possono essere molteplici, ma pensare di trovarne tante è utopia.

 Per fortuna poi ci sono i docenti illuminati, quelli socratici che guidano i loro discepoli, capiscono le esigenze, guardano negli occhi oltre le apparenze: questo lo ha detto Gatti a chiosare un suo discorso di ampio respiro filosofico.

 La Cultura, il Sapere, la Conoscenza rende liberi.

 Lo diceva uno che adesso mi sfugge.

 Poi, dopo tanto discettare e tanto arrovellarsi, ci siamo seduti attorno ad una tavola imbandita rettangolare e abbiamo condiviso gioie e dolori vegetariani e carnivori, con un brindisi iniziale dal vago colore arancione alla Sapienza, guida dei popoli.

lunedì 3 marzo 2025

HO QUALCOSA DA DIRE...

  Ho qualcosa da dire e scrivo un articolo, fatto che accade ormai da più di dieci anni, un libro e tante conversazioni.

 Oggi la mia professoressa del liceo mi ha inviato una foto, una sua novità cartacea importante: urge incontro per riallacciare vecchi discorsi e annodare fili di trame mai concluse.

 Non tutto ruota come vorrei, neanche come dovrebbe in verità: vivo in un limbo di attesa, pondero risposte e costruisco discorsi tutti miei, poi la mia amica mi chiede se le devo confessare qualcosa, se ho bisogno di aiuto e glisso, fingo, mi raffreddo come se nulla fosse, tutto sotto controllo. Niente è sotto controllo.

 Continuo a scrivere messaggi, richieste di attenzioni e desideri di confronto, sono ridicola perché non ricevo neanche risposta, vengo sistematicamente scartata, dimenticata, accantonata. Però io stoica persisto, la mia mente si arrovella nella disfatta, ipotizzo ciò che dovrei rispondere a domande mai poste e che mai verranno poste.

 Personalità complessa, fatta di solitudine cercata e attenzioni desiderate, non cancello i messaggi che mi hanno offesa, quelli che ho finto di non capire, quelli che mi hanno inviato per sbaglio in cui mi si prendeva in giro: a imperitura memoria di come sono fatte le persone, della stessa sostanza di opportunismo.

 Continuo a rimuginare, a organizzare e disdire, sperare e cucire rapporti: ancora di salvezza per il mio EGO. Vivo di questioni di principio, non manco mai alla parola data, ogni promessa è e un debito, mi vergogno se non concludo ciò che mi è stato affidato, pure se mi fa schifo.

 Mi accanisco a rimanere anche dove non vorrei per non perdere l'ultimo contatto con certe persone che altrimenti uscirebbero dalla mia vita: per queste stesse persone sono quasi invisibile, c'è del masochismo nella mia sofferenza poetica. Peccato che non sia in corsa per il Nobel della Letteratura.

 Attendo con ansia di entrare nell'Olimpo delle dee, per il momento vivo come Efesto, nella bocca di un vulcano, tutti sanno dove trovarmi, mentre forgio armi indistruttibili.