Mi sono alzata di buon mattino con il mio bel senso di colpa, gentilmente alimentato dalla bilancia, crudele compagna di vita contemplativa.
Avevo già sentore dell'aumento di peso, e non intendo culturale, avevo già sospetto di superamento del limite massimo consentito, ma salendoci ne ho avuto triste conferma.
Il mio aspetto fisico, esteriore, esterno, pubblico soffre di beltà, latita il fascino e arranca il profilo greco-romano, non sono propriamente una statua classica di proporzioni divine, ecco.
Dunque mi lamento a prescindere, mi struggo per la forma andata, persa, perduta, dipartita, remota: allenamento! Ho effettuato un breve giro su circuito cittadino per arrivare da Adalgisa per il nostro quotidiano mattutino caffellatte farcito di notizie medico-sanitatie e qualche aggiornamento sul Paesello. Ho incontrato chi si dedica costantemente al proprio benessere, chi affronta salite impervie e macina chilometri.
Piano piano anch'io tornerò al ritmo, sentiamoci!
Ho stabilito di non cedere alle tentazioni salate, perché di quelle dolci poco mi importa - gelato a parte, ma poco, si intende - ho pensato di cibarmi in modo sano e corretto, secondo le prescrizioni di tutti quelli che ci capiscono, ci campano, si rassodano.
Insomma devo soffrire...
Vi aggiornerò sui risultati, intendo perdere.