Ecco, allora, metti un barattolo di marmellata di visciole fatta in casa da M. Gabriella, dono natalizio, che ci si potrebbe fare? Ma la crostata, naturalmente! Allora chiamiamo la zia Antonietta e organizziamo un pomeriggio per creare un laboratorio di alta pasticceria casalinga per i piccoli... E la zia è disponibile il 31, appena pranzo, mi raccomando, certo...
Farina, uova e marmellata, meglio di così come si potrebbe pasticciare?
Due crostate, una di visciole e l'altra di castagne, che le calorie non vengono mai da sole, quello che non strozza ingrassa e vai col liscio!
Vi svelo la ricetta, che non risulta proprio precisa perché la zia ormai fa a occhio e la farina va Q. B. capito no?
INGREDIENTI
3 uova
la scorza di un limone grattugiata
200 grammi di zucchero
mezza bustina di lievito per dolci
125 grammi di burro a temperatura ambiente
un goccio di sambuca che profuma il tutto e non fa mai male
farina a sentimento, per ottenere una pasta morbida, che si lavora bene e non appiccica.
In forno a 160 gradi e ognuno conosce il proprio forno! Quando la pasta comincia a scurirsi, senza farla bruciare, si toglie.
lunedì 31 dicembre 2018
TUSCANIA, IL PRESEPE VIVENTE
Domenica 30 dicembre, alla scoperta del presepe di Tuscania, mai visitato in passato e poco pubblicizzato sui social.
Si parcheggia appena fuori le mura, a pagamento e si accede attraverso la porta al centro storico; poche centinaia di metri, comodi: sulla piazzetta si forma un piccolo crocchio in attesa, l'apertura dei cancelli è prevista per le 17:00, un poco di pazienza.
Biglietto d'ingresso 3 euro, i bambini al di sotto dei dodici anni non pagano; si entra in un cortile di terra battuta e a sinistra in un recinto attendono i visitatori una pecorella appena tosata e l'agnellino che a malapena si regge sulle zampe, foto di rito, in posa.
Il giro risulta breve, percorso attraverso il chiostro: si entra e si esce dalle botteghe che racchiudono vari artigiani, chi offre ricotta e formaggio fresco, vino e bruschetta, buoni, tanto che i pargoli si servono più di una volta.
Al centro del chiostro sostano i centurioni accanto al fuoco vivo e ad un grande paiolo, qualche giovane indaffarata marcia aventi e indietro; banchi delle verdure e la Natività in una grande stanza drappeggiata, senza i canonici animali.
Impressione d'insieme buona, per l'architettura del luogo, alcuni particolari degli arredi, la facilità del percorso, anche se non si può entrare con i passeggini, ma certo ci sono varie pecche, come l'illuminazione artificiale e le scarpe da ginnastica ai piedi di tutti i figuranti.
Comunque meritevoli di lode il lavoro, l'impegno e la realizzazione dell'evento: ci si lascia così guidare in un passato che affascina sempre i bambini e li stimola a chiedere e confrontare, per trascorrere un pomeriggio all'aperto tutti insieme e poi si può sempre gironzolare per il centro, tra piazze addobbate, negozi aperti e caffetterie accoglienti
domenica 30 dicembre 2018
HO APERTO UNA PAGINA
Quando non hai nulla da fare a mezzanotte, quando ti senti inutile e in cerca di tante risposte a troppe domande, quando non hai ancora deciso come guadagnarti da vivere una volta diventata adulta e magari madre di famiglia...
Pensi bene di dedicarti alla vita social, proprio quello che sconsiglia vivamente l'autore del libro regalato da tuo marito per Natale, quell'attività che potrebbe distrarti da impegni domestici, materni, logistici, del volontariato.
Ho avuto questa specie di intuizione e ho deciso di metterla in pratica: forse nessuno prenderà mai in considerazione un'ulteriore pagina, una delle tante, che non offre nulla di buono o di apparentemente nuovo o desiderabile.
Infatti, lo penso anch'io: non credo di saper gestire la pagina, di trasmettere quanto leggo e spingere alla lettura gli altri; magari la questione non mi riesce bene neanche quando dedico il mio tempo al volontariato, solo che gli altri non osano ferirmi e quindi non mi confessano quanto invece faccia schifo la mia lettura.
Comunque oramai ALEA IACTA EST.
Sono social connessa, ho preso le misure per altre stupidaggini, foto, commenti e recensioni di libri: per adulti e bambini, per piccoli o grandi lettori, quello che sfoglio, consulto, seleziono, scambio o interpreto, tutto troverete su questa fetta di torta social, senza tante pretese, non sono che l'ultima arrivata.
Se poi vi piacesse quanto visto, letto o evidenziato, beh allora cliccate, pigiate, scegliete il pollice recto, scambiate opinioni, scrivete e commentate, criticate e chiedete spiegazioni, sarò felicissima di rispondere, ascoltare e ottenere pareri o cancellare corbellerie.
Grazie dell'attenzione
Alessandra
https://www.facebook.com/criticaleora.blogspot/?modal=admin_todo_tour
Pensi bene di dedicarti alla vita social, proprio quello che sconsiglia vivamente l'autore del libro regalato da tuo marito per Natale, quell'attività che potrebbe distrarti da impegni domestici, materni, logistici, del volontariato.
Ho avuto questa specie di intuizione e ho deciso di metterla in pratica: forse nessuno prenderà mai in considerazione un'ulteriore pagina, una delle tante, che non offre nulla di buono o di apparentemente nuovo o desiderabile.
Infatti, lo penso anch'io: non credo di saper gestire la pagina, di trasmettere quanto leggo e spingere alla lettura gli altri; magari la questione non mi riesce bene neanche quando dedico il mio tempo al volontariato, solo che gli altri non osano ferirmi e quindi non mi confessano quanto invece faccia schifo la mia lettura.
Comunque oramai ALEA IACTA EST.
Sono social connessa, ho preso le misure per altre stupidaggini, foto, commenti e recensioni di libri: per adulti e bambini, per piccoli o grandi lettori, quello che sfoglio, consulto, seleziono, scambio o interpreto, tutto troverete su questa fetta di torta social, senza tante pretese, non sono che l'ultima arrivata.
Se poi vi piacesse quanto visto, letto o evidenziato, beh allora cliccate, pigiate, scegliete il pollice recto, scambiate opinioni, scrivete e commentate, criticate e chiedete spiegazioni, sarò felicissima di rispondere, ascoltare e ottenere pareri o cancellare corbellerie.
Grazie dell'attenzione
Alessandra
AUGURI MUSICALI, DELLA BANDA
Sabato pomeriggio 29 dicembre, ore 16:00 appuntamento presso il Convento di San Paolo della Croce, frazione di Sant'Eutizio: la banda chiama, noi rispondiamo, perché l'erede al trono coltiva la passione musicale, perché ci piace partecipare agli eventi organizzati al paesello, perché le feste hanno un sapore diverso con la musica.
Dopo la celebrazione della messa delle 16:30 officiata da padre Aldo, la Banda Comunale di Soriano ci ha regalato un Concerto di Natale meraviglioso, in cui tutti i componenti hanno veramente dato il meglio.
Dopo aver indossato i cappellini rossi da Babbo natale, i musicisti hanno posizionato sedie e leggii e si sono disposti davanti all'altare maggiore, in semicerchio intorno al maestro Gorello che ad ogni cambio di brano ci ha brevemente illustrato "dall'alto" la storia della composizione, lo strumento principale e la qualità dell'esecuzione.
Tutti bravi, padroni della scena, ma certo i ragazzi giovani sono stati fortissimi: Emanuele, Adelina, Matteo, Antonio, Fabio e Pietro e il maestro li ha salutati e ringraziati uno ad uno, per esaltarne la bravura, elogiarli davanti al pubblico e chiedere l'applauso singolo, meritato e non solo perché tra i presenti seduti ai banchi c'erano parenti ed amici.
Una grande emozione ascoltare i classici natalizi ma non solo, da Beethoven a J. Lennon, da Adeste Fideles a Jingle bell, una carrellata che ha attraversato secoli e nazioni, seguendo comunque il filo rosso degli strumenti a fiato, quelli che compongono la banda.
Una chicca, un fiore all'occhiello questo gruppo, ora anche molto affiatato, nonostante ci siano persone anziane, giovani e giovanissimi: pur nella mia poca padronanza musicale, ho potuto comunque captare un netto miglioramento nell'insieme, un'unione e una forza che le dimensioni ridotte della chiesa hanno sicuramente accentuato.
Bravi tutti, emozionati i ragazzi e ancor di più il maestro Americo Gorello, come capita a chi crede in un progetto e si impegna nel portarlo avanti; la banda può e deve crescere in numero di elementi e in bravura, ma occorre dedicare alla musica tempo e sforzi. Questo ha chiesto il maestro, un maggiore coinvolgimento che possa permettere al gruppo di godere di componenti giovani e motivati, di musicisti esperti e sempre in gamba.
Chi ha voglia di imparare, chi volesse provare anche solo uno strumento, chi desidera mettersi in gioco, sarà il benvenuto, questo solo stanno tutti aspettando: più si è, più si riesce a far ottima confusione musicale...
https://www.facebook.com/bandadisorianonelcimino/
https://www.facebook.com/americo.gorello
Dopo la celebrazione della messa delle 16:30 officiata da padre Aldo, la Banda Comunale di Soriano ci ha regalato un Concerto di Natale meraviglioso, in cui tutti i componenti hanno veramente dato il meglio.
Dopo aver indossato i cappellini rossi da Babbo natale, i musicisti hanno posizionato sedie e leggii e si sono disposti davanti all'altare maggiore, in semicerchio intorno al maestro Gorello che ad ogni cambio di brano ci ha brevemente illustrato "dall'alto" la storia della composizione, lo strumento principale e la qualità dell'esecuzione.
Tutti bravi, padroni della scena, ma certo i ragazzi giovani sono stati fortissimi: Emanuele, Adelina, Matteo, Antonio, Fabio e Pietro e il maestro li ha salutati e ringraziati uno ad uno, per esaltarne la bravura, elogiarli davanti al pubblico e chiedere l'applauso singolo, meritato e non solo perché tra i presenti seduti ai banchi c'erano parenti ed amici.
Una grande emozione ascoltare i classici natalizi ma non solo, da Beethoven a J. Lennon, da Adeste Fideles a Jingle bell, una carrellata che ha attraversato secoli e nazioni, seguendo comunque il filo rosso degli strumenti a fiato, quelli che compongono la banda.
Una chicca, un fiore all'occhiello questo gruppo, ora anche molto affiatato, nonostante ci siano persone anziane, giovani e giovanissimi: pur nella mia poca padronanza musicale, ho potuto comunque captare un netto miglioramento nell'insieme, un'unione e una forza che le dimensioni ridotte della chiesa hanno sicuramente accentuato.
Bravi tutti, emozionati i ragazzi e ancor di più il maestro Americo Gorello, come capita a chi crede in un progetto e si impegna nel portarlo avanti; la banda può e deve crescere in numero di elementi e in bravura, ma occorre dedicare alla musica tempo e sforzi. Questo ha chiesto il maestro, un maggiore coinvolgimento che possa permettere al gruppo di godere di componenti giovani e motivati, di musicisti esperti e sempre in gamba.
Chi ha voglia di imparare, chi volesse provare anche solo uno strumento, chi desidera mettersi in gioco, sarà il benvenuto, questo solo stanno tutti aspettando: più si è, più si riesce a far ottima confusione musicale...
https://www.facebook.com/bandadisorianonelcimino/
https://www.facebook.com/americo.gorello
sabato 29 dicembre 2018
CUGINANZA
La chiamiamo "cuginata", la serata tutta dedicata a noi cugine di primo grado, carnali come si dice e alla seconda generazione già; questa volta si è aggiunta anche un'amica, bene: ci siamo riunite nel salotto di casa di Laura, elegante ed arredato con gusto, senza pargoli al seguito, nessuno neanche il più piccolo di neppure un anno, malefiche noi, ma se si tratta di una sola innocua sera di libertà, che lo sia fino in fondo.
Non serve molto: antipasto gustoso e consistente, pizza a volontà, cesto di frutta mista, torta moretta, dolcetti fatti in casa dalla zia, doppio giro di caffè, bibite varie; non può certo mancare la voglia di stare insieme: c'è chi arriva dall'altra parte del Mediterraneo, chi da un'altra provincia, chi dal paesello limitrofo, ma bisogna esserci, per rivedersi almeno una volta l'anno, sotto le feste.
Sto seduta in cucina al portatile, è tardissimo, ma non riesco proprio a pensare di stendermi, ho bisogno ancora di qualche ora per digerire la cenetta e allora ripenso alle chiacchiere, alle battute, ai problemi quelli seri e quelli futili, ai messaggi inaspettati e alla tombola sfigata.
Siamo diverse, tanto diverse, anche se coetanee: ognuna per la sua strada, ognuna con la sua scelta familiare, lavorativa, di qualifica professionale, Stato di adozione, trasloco, compagni di vita, figli, mariti, insomma non è facile, ma l'esistenza delle donne non lo è, lo sappiamo.
Quando eravamo piccole, tutte vicine, in fila, nate una di seguito all'altra, la famiglia era numerosa, chiassosa: non avremmo mai scommesso sul futuro che poi invece abbiamo affrontato; niente deve essere scontato, nulla di già deciso o prestabilito; tutto ciò che ai miei infantili occhi sembrava eterno ed immutabile, è volato via in pochissimo tempo, le certezze e le colonne portanti della famiglia sono sparite, altre sono state sostituite, ma certo niente rimane per sempre e questo lo abbiamo capito presto, purtroppo.
Ci guardiamo: siamo molto differenti, anche nell'affrontare una questione e qui sta il bello; da una piccola semplice confessione, una battuta o un aneddoto di lavoro, scaturisce un discorso ampio, elaborato, una lista di possibili soluzioni, riflessioni psicologiche, analisi cliniche ed economiche, ma anche qualche pettegolezzo non guasta mai.
Vorremmo scalare il mondo, organizzare viaggi all'estero, diventare ricche: intanto ci siamo procurate un bel borsone di cuoio e un biglietto aereo, la possibilità di comprare un cellulare nuovo, abbiamo pianificato il rientro dalle vacanze natalizie e la scuola dei pargoli; culliamo un progetto letterario in fieri e tanti disegni nel cassetto di Fatine; per il cenone del capodanno ci si deve ancora accordare, ma voi che fate?
venerdì 28 dicembre 2018
TUTTO SUI LUPI
Giovedì pomeriggio Viterbo, appuntamento al teatro di Caffeina per le 17:00 per ascoltare storie di lupi: l'evento viene pubblicizzato via social come spettacolo per bambini.
Arriviamo con un certo anticipo, ma all'ingresso non troviamo nessuno e non riusciamo a capire, chiediamo informazioni alla signorina della caffetteria, che ci destabilizza: al teatro non è previsto nulla. Usciamo mogi mogi per strada, il tempo di qualche foto con addobbi, poi torniamo alla carica, perché intanto l'altoparlante in Piazza del Comune annuncia un evento che tanto somiglia a quello che ci interessa.
Intuiamo quindi l'arcano: noi ci aspettavamo uno spettacolo teatrale, un racconto animato sul palco o qualcosa del genere, invece si tratta della presentazione di un libro, al piano superiore, in libreria; poco male se non fosse per i capricci del piccoletto allergico ai libri, agli scrittori, alle pagine fitte fitte...
Invece più di un'ora gustosa di parole, immagini e musica: la narrazione della storia del ritrovamento di due lupacchiotti Achille e Ulisse, delle cure di un'operatrice di nome Elisa, di altre peripezie e salvataggi, insomma il resoconto di Giuseppe che incanta grandi e piccoli, cattura l'attenzione di tutti i presenti, spiegando con le giuste parole chi sono i lupologi e come si opera per richiamare gli animali nel buio del bosco, per raccogliere più notizie possibili sul branco e il territorio in cui si muove.
L'autore, oltre appunto alle parole lette e narrate, suona anche la sua chitarra e interpreta una canzone seguendo sempre il tema del libro, fatto che non capita in tutte le presentazioni: Giuseppe da bambino voleva tanto diventare un cantante rock e da adulto mantiene vivo il suo amore per la musica in questo modo, geniale!
Quando l'autore finisce di parlare, è il momento delle domande e il piccoletto si scatena: quello che non voleva neanche fermarsi a perdere tempo, compra anche il volume e si mette in fila per l'autografo, insieme alla sorella.
Bene, molto bene: sarebbe molto interessante invitare questo esperto al paesello nostro, a Soriano nel Cimino, magari per un incontro con i bimbi, letture, spiegazioni superinteressanti sugli animali dei nostri boschi, della Faggeta Vetusta del Monte Cimino...
http://www.giuseppefesta.com/
http://www.centrotutelafauna.org/appr/La_storia_di_Navarre.xhtml
Arriviamo con un certo anticipo, ma all'ingresso non troviamo nessuno e non riusciamo a capire, chiediamo informazioni alla signorina della caffetteria, che ci destabilizza: al teatro non è previsto nulla. Usciamo mogi mogi per strada, il tempo di qualche foto con addobbi, poi torniamo alla carica, perché intanto l'altoparlante in Piazza del Comune annuncia un evento che tanto somiglia a quello che ci interessa.
Intuiamo quindi l'arcano: noi ci aspettavamo uno spettacolo teatrale, un racconto animato sul palco o qualcosa del genere, invece si tratta della presentazione di un libro, al piano superiore, in libreria; poco male se non fosse per i capricci del piccoletto allergico ai libri, agli scrittori, alle pagine fitte fitte...
Invece più di un'ora gustosa di parole, immagini e musica: la narrazione della storia del ritrovamento di due lupacchiotti Achille e Ulisse, delle cure di un'operatrice di nome Elisa, di altre peripezie e salvataggi, insomma il resoconto di Giuseppe che incanta grandi e piccoli, cattura l'attenzione di tutti i presenti, spiegando con le giuste parole chi sono i lupologi e come si opera per richiamare gli animali nel buio del bosco, per raccogliere più notizie possibili sul branco e il territorio in cui si muove.
L'autore, oltre appunto alle parole lette e narrate, suona anche la sua chitarra e interpreta una canzone seguendo sempre il tema del libro, fatto che non capita in tutte le presentazioni: Giuseppe da bambino voleva tanto diventare un cantante rock e da adulto mantiene vivo il suo amore per la musica in questo modo, geniale!
Quando l'autore finisce di parlare, è il momento delle domande e il piccoletto si scatena: quello che non voleva neanche fermarsi a perdere tempo, compra anche il volume e si mette in fila per l'autografo, insieme alla sorella.
Bene, molto bene: sarebbe molto interessante invitare questo esperto al paesello nostro, a Soriano nel Cimino, magari per un incontro con i bimbi, letture, spiegazioni superinteressanti sugli animali dei nostri boschi, della Faggeta Vetusta del Monte Cimino...
http://www.giuseppefesta.com/
http://www.centrotutelafauna.org/appr/La_storia_di_Navarre.xhtml
mercoledì 26 dicembre 2018
CORRIAMO? NO, MEGLIO CAMMINARE
Noi che ci lamentiamo delle calorie, noi che gustiamo ogni piatto come se non ci fosse un domani, noi che apprezziamo chi ci invita e prepara prelibatezze, noi che per il resto dell'anno ci lamentiamo con la bilancia... No, non si fa!
Appuntamento in piazza centrale, c'è il ponte del traguardo imponente che ti guarda e che ti sfida; c'è Mario al microfono che spiega il percorso, illustra le regole e accoglie gli atleti, ah gli atleti! Quelli sì che possono mostrare i muscoli, il fisico tonico, la ferrea volontà e l'inappetenza natalizia.
Ci sciogliamo, ci scaldiamo a ritmo per circa quindici minuti: davanti a noi si sistema una giovane che ci guida nei movimenti dolci, ma cadenzati: batti le mani, piede destro su, alza l'altro, ricominciamo...
Comunque, ci dividiamo in tre gruppi: ad ognuno la sua specialità, ad ognuno il suo palloncino colorato; chi cammina - e non diciamo che si tratta di una passeggiata! - deve procedere dietro al bianco, bene: ore 10:30 partenza, concentriamoci.
Scattano prima quelli che fanno sul serio, quelli che ti doppiano e ti triplicano quando a malapena tu affronti il rettilineo, bene, ma non benissimo, la mia autostima si perde lentamente per strada, colpa anche delle foto che devo scattare per dovere di cronaca, suvvia!
Passeggini, mamme in forma, bimbe col frontino, uomini e ragazzi: un bel gruppo che in circa trenta minuti compie il "giro del Sor Pasquale", un classico, assolato, splendido panorama del paesello nostro.
Ad ogni incrocio un uomo che regola il traffico, piccoli segnali sull'asfalto a indicare il percorso, i cosiddetti cinesini e all'arrivo un banco stracolmo di bibite calde e dolcetti per rifocillare gli affaticati, neanche la scusa di partecipare alla terza edizione per rassodare il fisico, che ti accolgono con la cioccolata calda squisita, ma dimmi un po'...
Grazie a chi ha organizzato - ciao Mario! - e a chi ci ha soccorso - ciao Laura!
Un saluto speciale alle Fatine del Sorriso presenti con le loro creazioni, uomini e donne che riescono ad accendere anche il piu spento dei volti e il piú triste degli sguardi.
Appuntamento in piazza centrale, c'è il ponte del traguardo imponente che ti guarda e che ti sfida; c'è Mario al microfono che spiega il percorso, illustra le regole e accoglie gli atleti, ah gli atleti! Quelli sì che possono mostrare i muscoli, il fisico tonico, la ferrea volontà e l'inappetenza natalizia.
Ci sciogliamo, ci scaldiamo a ritmo per circa quindici minuti: davanti a noi si sistema una giovane che ci guida nei movimenti dolci, ma cadenzati: batti le mani, piede destro su, alza l'altro, ricominciamo...
Comunque, ci dividiamo in tre gruppi: ad ognuno la sua specialità, ad ognuno il suo palloncino colorato; chi cammina - e non diciamo che si tratta di una passeggiata! - deve procedere dietro al bianco, bene: ore 10:30 partenza, concentriamoci.
Scattano prima quelli che fanno sul serio, quelli che ti doppiano e ti triplicano quando a malapena tu affronti il rettilineo, bene, ma non benissimo, la mia autostima si perde lentamente per strada, colpa anche delle foto che devo scattare per dovere di cronaca, suvvia!
Passeggini, mamme in forma, bimbe col frontino, uomini e ragazzi: un bel gruppo che in circa trenta minuti compie il "giro del Sor Pasquale", un classico, assolato, splendido panorama del paesello nostro.
Ad ogni incrocio un uomo che regola il traffico, piccoli segnali sull'asfalto a indicare il percorso, i cosiddetti cinesini e all'arrivo un banco stracolmo di bibite calde e dolcetti per rifocillare gli affaticati, neanche la scusa di partecipare alla terza edizione per rassodare il fisico, che ti accolgono con la cioccolata calda squisita, ma dimmi un po'...
Grazie a chi ha organizzato - ciao Mario! - e a chi ci ha soccorso - ciao Laura!
Un saluto speciale alle Fatine del Sorriso presenti con le loro creazioni, uomini e donne che riescono ad accendere anche il piu spento dei volti e il piú triste degli sguardi.
martedì 25 dicembre 2018
A NATALE PUOI CHIEDERE
E Natale sia, dunque, le donne stanno tutte arrotando gli strumenti culinari, fuochi accesi, forni caldi, i bimbi impegnati con i regali appena scartati, la pace e la quiete sotto all'albero si romperà presto, anche solo per litigarsi il gioco, un confronto tra i più belli, "posso guardarlo, non te lo rompo, lo voglio provare, aiutami a montarlo..."
E gli uomini? Loro sì che sono indaffarati...
Tra serio e faceto, tra genio e follia, tra sacro e profano, ecco le mie richieste a Quel Bambinello lì, a cui mi aggrappo spesso per mia debolezza, insicurezza e scarsa capacità di gioire della mia vita.
Caro Gesù Bambino,
tralascio la parte che ogni anno ti propino riguardo a dieta e lavoro, tanto già sai lì dove pecco e cosa vorrei combinare, dove vorrei arrivare e quanto desideri scrivere.
Mandami una bella scorta di pazienza e di sopportazione di prima categoria, mi raccomando, per tollerare tutti, ma soprattutto spediscila ai miei cari, quelli che più assorbono me e le mie uscite matte e sgangherate. Riduci i miei attacchi d'ira funesta, come quella di Achille, aumenta i momenti di mutismo, rassegnazione e filosofia di vita, camperò meglio e più a lungo.
Non privarmi degli amici cari che ho, pochi ma buoni, ottimi direi, fa' che mi accettino, mi sostengano, mi incoraggino proprio come hanno fatto fino ad oggi.
Allontana da me furbetti e approfittatori, lascia nel buio vanitose e rifatte; che sia circondata da persone sincere, che mi rivelino in faccia i loro più profondi pensieri, anche poco carini, anche duri, ma comunque leali, con franchezza e spontaneità: meglio uno schiaffo schietto che dieci sorrisi falsi.
Fammi conoscere persone, tante altre persone intelligenti, simpatiche, atletiche, studiose, ma anche qualcuno di importante non guasterebbe, magari si accorge del mio talento nascosto, molto nascosto...
Ultimo, ma non per importanza, raddoppia il mio amore per la mia famiglia, che riesca a trasmettere loro tutto quello che sento e provo ogni mattino al risveglio e ogni sera, nel momento della "buona notte", ma ti prego calma la loro energia, la loro vivacità e l'esuberanza...
Per tutto il resto, cerca di fare del tuo meglio, quando hai tempo naturalmente.
Ale
E gli uomini? Loro sì che sono indaffarati...
Tra serio e faceto, tra genio e follia, tra sacro e profano, ecco le mie richieste a Quel Bambinello lì, a cui mi aggrappo spesso per mia debolezza, insicurezza e scarsa capacità di gioire della mia vita.
Caro Gesù Bambino,
tralascio la parte che ogni anno ti propino riguardo a dieta e lavoro, tanto già sai lì dove pecco e cosa vorrei combinare, dove vorrei arrivare e quanto desideri scrivere.
Mandami una bella scorta di pazienza e di sopportazione di prima categoria, mi raccomando, per tollerare tutti, ma soprattutto spediscila ai miei cari, quelli che più assorbono me e le mie uscite matte e sgangherate. Riduci i miei attacchi d'ira funesta, come quella di Achille, aumenta i momenti di mutismo, rassegnazione e filosofia di vita, camperò meglio e più a lungo.
Non privarmi degli amici cari che ho, pochi ma buoni, ottimi direi, fa' che mi accettino, mi sostengano, mi incoraggino proprio come hanno fatto fino ad oggi.
Allontana da me furbetti e approfittatori, lascia nel buio vanitose e rifatte; che sia circondata da persone sincere, che mi rivelino in faccia i loro più profondi pensieri, anche poco carini, anche duri, ma comunque leali, con franchezza e spontaneità: meglio uno schiaffo schietto che dieci sorrisi falsi.
Fammi conoscere persone, tante altre persone intelligenti, simpatiche, atletiche, studiose, ma anche qualcuno di importante non guasterebbe, magari si accorge del mio talento nascosto, molto nascosto...
Ultimo, ma non per importanza, raddoppia il mio amore per la mia famiglia, che riesca a trasmettere loro tutto quello che sento e provo ogni mattino al risveglio e ogni sera, nel momento della "buona notte", ma ti prego calma la loro energia, la loro vivacità e l'esuberanza...
Per tutto il resto, cerca di fare del tuo meglio, quando hai tempo naturalmente.
Ale
lunedì 24 dicembre 2018
ASCOLTO, CHE SERVE
Messa domenicale, ore 11:30 in duomo: affluenza discreta, pochi i bambini, un uditorio adulto.
Alla fine è salito sul pulpito il responsabile del gruppo Caritas parrocchiale, un uomo energico ma anziano, dalla barba bianca, che ha illustrato gli impegni di volontariato, le richieste e le esigenze delle persone che si rivolgono al centro.
Mi ha profondamente colpito il discorso di Bruno, perché ha ben inquadrato la situazione in poche parole: c'è bisogno di tante mani per portare conforto materiale agli altri, tutti saranno i benvenuti, nessuno si senta escluso o inascoltato, si sta preparando un corso interessante di formazione per operatori, ma anche per semplici cittadini curiosi.
Il corso sarà tenuto da esperti per cinque incontri settimanali che verteranno sull'ascolto, il porgere attenzione all'altro che chiede e come soccorrere in modo concreto; sono interessata a partecipare intanto come formazione, ma anche per rendermi conto di cosa significhi mettere da parte i propri pensieri per ascoltare l'altro ed essergli utile.
Inoltre Bruno ha sottolineato un dato terribile, che mi ha lasciato molto amaro in bocca: nella nostra piccola comunità, nel piccolo del nostro paesello in cui ci conosciamo tutti, più o meno siamo tutti parenti alla lontana, ben ottantasei famiglie si rivolgono al centro, hanno bisogno e chiedono. Un numero enorme, una richiesta che mi lascia malconcia, non credevo serpeggiassero tanti problemi, eppure ci sono, esistono a pochi passi da noi, nel nostro ristretto territorio.
Lo scorso anno i nuclei in difficoltà erano una cinquantina, allo scadere del 2018 parlano di ottantasei famiglie, con bisogni specifici, che non riguardano solo il vestiario o il cibo, ma anche la bombola del gas ad esempio e tanto altro.
Ma com'è possibile? Non ditemi che se la cercano, che si meritano la malasorte, che potevano starci attenti, dal momento che ad ognuno di noi potrebbe andar male, la ruota gira per tutti.
Quanti se ne vedono, di signori distinti un tempo, oggi rovinati; quanti padri e madri senza lavoro e con il mutuo da pagare, le bollette, le visite mediche, gli occhiali da vista o l'apparecchio per i denti?
Cerchiamo di aiutare, non giriamoci dall'altra parte; rendiamoci conto che a volte le parole e i buoni propositi non bastano per lasciar spuntare un sorriso sulle labbra di un piccolo e dei suoi genitori.
Sono state organizzate raccolte di cibo, collette alimentari, c'è anche un cesto in chiesa dove lasciare i beni offerti: per le feste cerchiamo di far emergere il vero spirito natalizio, l'amore di cui siamo capaci verso l'altro, basterebbe rinunciare a qualcosa dalla nostra tavola imbandita per sollevare gli altri.
http://www.diocesicivitacastellana.com/index.php/eventi
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2188280274556475&set=gm.781344858884581&type=3&theater&ifg=1
Alla fine è salito sul pulpito il responsabile del gruppo Caritas parrocchiale, un uomo energico ma anziano, dalla barba bianca, che ha illustrato gli impegni di volontariato, le richieste e le esigenze delle persone che si rivolgono al centro.
Mi ha profondamente colpito il discorso di Bruno, perché ha ben inquadrato la situazione in poche parole: c'è bisogno di tante mani per portare conforto materiale agli altri, tutti saranno i benvenuti, nessuno si senta escluso o inascoltato, si sta preparando un corso interessante di formazione per operatori, ma anche per semplici cittadini curiosi.
Il corso sarà tenuto da esperti per cinque incontri settimanali che verteranno sull'ascolto, il porgere attenzione all'altro che chiede e come soccorrere in modo concreto; sono interessata a partecipare intanto come formazione, ma anche per rendermi conto di cosa significhi mettere da parte i propri pensieri per ascoltare l'altro ed essergli utile.
Inoltre Bruno ha sottolineato un dato terribile, che mi ha lasciato molto amaro in bocca: nella nostra piccola comunità, nel piccolo del nostro paesello in cui ci conosciamo tutti, più o meno siamo tutti parenti alla lontana, ben ottantasei famiglie si rivolgono al centro, hanno bisogno e chiedono. Un numero enorme, una richiesta che mi lascia malconcia, non credevo serpeggiassero tanti problemi, eppure ci sono, esistono a pochi passi da noi, nel nostro ristretto territorio.
Lo scorso anno i nuclei in difficoltà erano una cinquantina, allo scadere del 2018 parlano di ottantasei famiglie, con bisogni specifici, che non riguardano solo il vestiario o il cibo, ma anche la bombola del gas ad esempio e tanto altro.
Ma com'è possibile? Non ditemi che se la cercano, che si meritano la malasorte, che potevano starci attenti, dal momento che ad ognuno di noi potrebbe andar male, la ruota gira per tutti.
Quanti se ne vedono, di signori distinti un tempo, oggi rovinati; quanti padri e madri senza lavoro e con il mutuo da pagare, le bollette, le visite mediche, gli occhiali da vista o l'apparecchio per i denti?
Cerchiamo di aiutare, non giriamoci dall'altra parte; rendiamoci conto che a volte le parole e i buoni propositi non bastano per lasciar spuntare un sorriso sulle labbra di un piccolo e dei suoi genitori.
Sono state organizzate raccolte di cibo, collette alimentari, c'è anche un cesto in chiesa dove lasciare i beni offerti: per le feste cerchiamo di far emergere il vero spirito natalizio, l'amore di cui siamo capaci verso l'altro, basterebbe rinunciare a qualcosa dalla nostra tavola imbandita per sollevare gli altri.
http://www.diocesicivitacastellana.com/index.php/eventi
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2188280274556475&set=gm.781344858884581&type=3&theater&ifg=1
domenica 23 dicembre 2018
È ORA DI FARLA FINITA
E oggi per l'ennesima volta ho ascoltato la solita, trita, sbiadita, soporifera, antica frase fatta, tipica degli abitanti del paesello mio - non so se poi anche in altre realtà ci si lamenti allo stesso modo, ma io abito qui, vivo, respiro e odo quello che gli altri dicono.
IN CODESTO LUOGO, AI PIEDI DEL CIMINO NON C'È NULLA, NON SI FA MAI NULLA, NON SI ORGANIZZA MAI NULLA DI BUONO, È RIMASTA SOLO LA SAGRA.
E basta! Non ne posso più, ma insomma che volete il carnevale di Rio per tutto l'anno?
Organizzate, spendete, investite, mettetevi voi in gioco e poi ne riparleremo, ma abbandonate 'sta solfa, grazie.
Gli eventi si susseguono: concerti, incontri, presentazione di libri, inaugurazione di mostre, giochi e spettacoli, ma poi dove sono tutti? Sia che ci si incontri in piazza, in biblioteca, nella Sala comunale, in via della Rocca, in duomo, al campo sportivo, a Palazzo Chigi, al chiostro del Comune... e chiudo, l'elenco per non tediare ulteriormente chi legge, siamo sempre gli stessi a partecipare, ad applaudire, a farci firmare la copia, a porre domande, a leggere, a guardare. E gli altri?
In piazza, magari appoggiati ad una transenna, sotto alla tettoria del bar, al caldo davanti al maxischermo per la partita, in giro per il centro commerciale, non so che altro aggiungere, ma certo non dove si richiede di esserci.
All'ultima presentazione di un libro eravamo in dieci, compresa la moglie dello scrittore; alla giornata dei fumetti-prima parte neanche dieci, mancavano anche alcuni organizzatori; parlo di eventi gratuiti, in cui non si richiede di pagare un biglietto d'ingresso.
Non voglio infierire sugli appuntamenti di lettura, in cui chi ospita offre addirittura una lauta ed abbandonante merenda: spesso partecipano famiglie da fuori, del circondario, della provincia che poi si sperticano nei ringraziamenti e negli elogi, ma di autoctoni forse la metà. E le iniziative della parrocchia? No, meglio di no: roba da vecchi, tradizionale, sorpassata, da naftalina.
Mi sono stancata dello sport paesano del lancio del lamento: partecipo quando posso, qualche volta organizzo e ci metto la faccia, ci rimetto e ci perdo tempo e non solo; fa male la lagna, fa male la critica che non è costruttiva, quella che proviene da persone apatiche, semoventi, tartufate e ferme.
I ragazzi ci sono, le forze ci sono: date fiducia, partecipate, spendete, vivete il paesello e non lanciate accuse come pietre. BASTA.
I primi a non credere di poter cambiare la sorte sono quelli che aprono bocca a vuoto, smorfie, scrollata di spalle, pettegolezzo.
Se penso che stiamo crescendo i nostri piccoli in questo clima, mi si accappona la pelle e mi si chiudono i libri: il paesello sta morendo, ma senza la fortuna di Civita di Bagnoregio.
IN CODESTO LUOGO, AI PIEDI DEL CIMINO NON C'È NULLA, NON SI FA MAI NULLA, NON SI ORGANIZZA MAI NULLA DI BUONO, È RIMASTA SOLO LA SAGRA.
E basta! Non ne posso più, ma insomma che volete il carnevale di Rio per tutto l'anno?
Organizzate, spendete, investite, mettetevi voi in gioco e poi ne riparleremo, ma abbandonate 'sta solfa, grazie.
Gli eventi si susseguono: concerti, incontri, presentazione di libri, inaugurazione di mostre, giochi e spettacoli, ma poi dove sono tutti? Sia che ci si incontri in piazza, in biblioteca, nella Sala comunale, in via della Rocca, in duomo, al campo sportivo, a Palazzo Chigi, al chiostro del Comune... e chiudo, l'elenco per non tediare ulteriormente chi legge, siamo sempre gli stessi a partecipare, ad applaudire, a farci firmare la copia, a porre domande, a leggere, a guardare. E gli altri?
In piazza, magari appoggiati ad una transenna, sotto alla tettoria del bar, al caldo davanti al maxischermo per la partita, in giro per il centro commerciale, non so che altro aggiungere, ma certo non dove si richiede di esserci.
All'ultima presentazione di un libro eravamo in dieci, compresa la moglie dello scrittore; alla giornata dei fumetti-prima parte neanche dieci, mancavano anche alcuni organizzatori; parlo di eventi gratuiti, in cui non si richiede di pagare un biglietto d'ingresso.
Non voglio infierire sugli appuntamenti di lettura, in cui chi ospita offre addirittura una lauta ed abbandonante merenda: spesso partecipano famiglie da fuori, del circondario, della provincia che poi si sperticano nei ringraziamenti e negli elogi, ma di autoctoni forse la metà. E le iniziative della parrocchia? No, meglio di no: roba da vecchi, tradizionale, sorpassata, da naftalina.
Mi sono stancata dello sport paesano del lancio del lamento: partecipo quando posso, qualche volta organizzo e ci metto la faccia, ci rimetto e ci perdo tempo e non solo; fa male la lagna, fa male la critica che non è costruttiva, quella che proviene da persone apatiche, semoventi, tartufate e ferme.
I ragazzi ci sono, le forze ci sono: date fiducia, partecipate, spendete, vivete il paesello e non lanciate accuse come pietre. BASTA.
I primi a non credere di poter cambiare la sorte sono quelli che aprono bocca a vuoto, smorfie, scrollata di spalle, pettegolezzo.
Se penso che stiamo crescendo i nostri piccoli in questo clima, mi si accappona la pelle e mi si chiudono i libri: il paesello sta morendo, ma senza la fortuna di Civita di Bagnoregio.
venerdì 21 dicembre 2018
QUELLI DELLE RECITE
Oggi, ultimo giorno della settimana e ultimo di lezione, prima della pausa natalizia: recite, di quelle impegnate e impegnative, come d'altronde quelle di ogni classe, di ogni ometto o donnetta alla prese con canzoncine, rime, poesie e saluti.
Adoro le recite, saranno ormai fuori moda, antiche, sorpassate e solo fonte di grida e battibecchi mediatici? No, non lo voglio credere.
Il Natale ha un significato, ha un senso profondo e il ritrovarsi nell'aula magna della scuola esalta questo messaggio, a mio parere; fonte di stress per le insegnati, gioco continuo per i pargoli: trova i testi, rimani in fila, fate un passo avanti e sorridete sempre... Ma senza le canzoncine, senza Gozzano e il campanile che scocca la Mezzanotte Santa, cosa rimarrebbe dei preparativi ai bimbi? La letterina con le richieste tecnologiche e poco altro; invece l'esercizio della memoria, l'emozione e il confronto con gli altri amichetti, l'unione e l'incoraggiamento, le prove e la coordinazione delle vocine davanti al microfono...
E poi dimostrare ai grandi di sapercela fare, di cavarsela, tenere a bada l'emozione, sorridere e salutare, la prima fila che recita e stringersi le manine; ci dimentichiamo dell'esibizione inglese.
Ormai i nostri giovani sono esperti, poliglotti alunni del Duemila.
La parte migliore, comunque, il balletto finale o come ha specificato il piccoletto il flash mob: lì veramente si nota la coordinazione dei corpi, la differenza tra le signorine, ballerine, e il resto di cestisti e calciatori, poco ritmici, diciamo!
http://www.letturegiovani.it/semprenatale/natale/grandi_autori/la%20notte%20santa.htm
Adoro le recite, saranno ormai fuori moda, antiche, sorpassate e solo fonte di grida e battibecchi mediatici? No, non lo voglio credere.
Il Natale ha un significato, ha un senso profondo e il ritrovarsi nell'aula magna della scuola esalta questo messaggio, a mio parere; fonte di stress per le insegnati, gioco continuo per i pargoli: trova i testi, rimani in fila, fate un passo avanti e sorridete sempre... Ma senza le canzoncine, senza Gozzano e il campanile che scocca la Mezzanotte Santa, cosa rimarrebbe dei preparativi ai bimbi? La letterina con le richieste tecnologiche e poco altro; invece l'esercizio della memoria, l'emozione e il confronto con gli altri amichetti, l'unione e l'incoraggiamento, le prove e la coordinazione delle vocine davanti al microfono...
E poi dimostrare ai grandi di sapercela fare, di cavarsela, tenere a bada l'emozione, sorridere e salutare, la prima fila che recita e stringersi le manine; ci dimentichiamo dell'esibizione inglese.
Ormai i nostri giovani sono esperti, poliglotti alunni del Duemila.
La parte migliore, comunque, il balletto finale o come ha specificato il piccoletto il flash mob: lì veramente si nota la coordinazione dei corpi, la differenza tra le signorine, ballerine, e il resto di cestisti e calciatori, poco ritmici, diciamo!
http://www.letturegiovani.it/semprenatale/natale/grandi_autori/la%20notte%20santa.htm
BISCOTTINI DI PASTA FROLLA
Eccovi una ricetta semplice semplice da realizzare in compagnia di piccole manine esperte nell'impastare, trasformare, usare formine e afferrare per assaggiare... Questa golosità va direttamente d'accordo con i libri, se avrete pazienza vi spiego anche il perché.
Dose direttamente offerta da mia cugina Mariangela, che ha preparato questi biscotti per uno degli incontri di lettura ad alta voce in biblioteca: dopo cotanto impegno letterario e mentale i dolcetti hanno fatto fumo, dice mia madre, cioè sono stati spazzolati, decimati, liberando il vassoio da tanto peso!
Segnatevi gli ingredienti e il procedimento, se li proverete nelle immediate vicinanze siete anche pregati di chiamarci per assaporare e permetterci di valutare il risultato, grazie!
INGREDIENTI:
400 grammi di farina
130 grammi di zucchero
150 grammi di burro morbido
2 uova
buccia di limone
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale.
Battere bene le uova con lo zucchero, poi aggiungere tutti gli altri ingredienti; una volta pronto l'impasto, farlo riposare in frigo per un'ora.
Stendere la pasta e ricavare le formine desiderate; infine cuocere in forno per trenta minuti a 160*-180* C.
Buon appetito e buona lettura!
Dose direttamente offerta da mia cugina Mariangela, che ha preparato questi biscotti per uno degli incontri di lettura ad alta voce in biblioteca: dopo cotanto impegno letterario e mentale i dolcetti hanno fatto fumo, dice mia madre, cioè sono stati spazzolati, decimati, liberando il vassoio da tanto peso!
Segnatevi gli ingredienti e il procedimento, se li proverete nelle immediate vicinanze siete anche pregati di chiamarci per assaporare e permetterci di valutare il risultato, grazie!
INGREDIENTI:
400 grammi di farina
130 grammi di zucchero
150 grammi di burro morbido
2 uova
buccia di limone
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale.
Battere bene le uova con lo zucchero, poi aggiungere tutti gli altri ingredienti; una volta pronto l'impasto, farlo riposare in frigo per un'ora.
Stendere la pasta e ricavare le formine desiderate; infine cuocere in forno per trenta minuti a 160*-180* C.
Buon appetito e buona lettura!
giovedì 20 dicembre 2018
CHIAMALI VECCHIETTI
Siamo stati accolti come ospiti d'onore: tutti schierati a cerchio, gli anziani della casa di riposo ci hanno donato la loro attenzione, la loro voglia di cantare e di trascorrere un pomeriggio in compagnia.
Alle 17 in punto erano già pronti, ma oltre alla lettura volevano proprio un coro, delle canzoni natalizie specialmente, perché il Natale quando arriva arriva: in effetti l'ascolto di "Canto di Natale" non è giunto fino alla fine, no, perché poi sono voluti passare ad altro e i piccoli intervenuti li hanno accontentati in ogni modo.
Il migliore in assoluto Simone che ha recitato le poesie imparate a scuola, a giro gli altri più timidi e riservati, che però poi si sono uniti alle simpatiche assistenti addirittura in balli di gruppo.
Imperterriti e giovani nello spirito, gli anziani hanno intonato "Astro del ciel" e testi inglesi, come dire rivisitati, per poi passare all'abbondante merenda, preparata da Licia: dal salato al dolce, passando per brindisi con trasgressivi succhi di frutta, nessun rifiuto, anzi.
Un ottimo pomeriggio, quasi due ore di sorrisi, ritmo, musica, ricordi, confusione, parole lette e memorizzate, stonate e sussurrate.
I bambini alle prese con i ricordi degli anziani, i bambini per mano per garantire stabilità dei passi dei grandi, foto ricordo, piccoli grandi regali da parte dei bimbi ai nonnetti: qualcuno si è commosso, qualcuno vuol ritornare al più presto, qualcun altro conserverà nel cuore un dolcissimo ricordo.
Quando il Natale non è apparenza, quando lo Spirito del Natale arricchisce chi offre e chi riceve, quando credi che i nonni siano lì a sentirti buoni e tranquilli e invece scopri in loro un animo rock ma romantico!
Grazie alla signora Maria che ci ha aperto il salone della Residenza, grazie a Marina e alle altre assistenti e grazie a Licia per la gustosa merenda... Cosa si può chiedere di più?
https://www.facebook.com/profile.php?id=100009375889249
Alle 17 in punto erano già pronti, ma oltre alla lettura volevano proprio un coro, delle canzoni natalizie specialmente, perché il Natale quando arriva arriva: in effetti l'ascolto di "Canto di Natale" non è giunto fino alla fine, no, perché poi sono voluti passare ad altro e i piccoli intervenuti li hanno accontentati in ogni modo.
Il migliore in assoluto Simone che ha recitato le poesie imparate a scuola, a giro gli altri più timidi e riservati, che però poi si sono uniti alle simpatiche assistenti addirittura in balli di gruppo.
Imperterriti e giovani nello spirito, gli anziani hanno intonato "Astro del ciel" e testi inglesi, come dire rivisitati, per poi passare all'abbondante merenda, preparata da Licia: dal salato al dolce, passando per brindisi con trasgressivi succhi di frutta, nessun rifiuto, anzi.
Un ottimo pomeriggio, quasi due ore di sorrisi, ritmo, musica, ricordi, confusione, parole lette e memorizzate, stonate e sussurrate.
I bambini alle prese con i ricordi degli anziani, i bambini per mano per garantire stabilità dei passi dei grandi, foto ricordo, piccoli grandi regali da parte dei bimbi ai nonnetti: qualcuno si è commosso, qualcuno vuol ritornare al più presto, qualcun altro conserverà nel cuore un dolcissimo ricordo.
Quando il Natale non è apparenza, quando lo Spirito del Natale arricchisce chi offre e chi riceve, quando credi che i nonni siano lì a sentirti buoni e tranquilli e invece scopri in loro un animo rock ma romantico!
Grazie alla signora Maria che ci ha aperto il salone della Residenza, grazie a Marina e alle altre assistenti e grazie a Licia per la gustosa merenda... Cosa si può chiedere di più?
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