lunedì 27 maggio 2024

IL MIO TRASFERIMENTO

  In questi giorni frenetici, di attività organizzazione e ultimi spiragli di lezione, è arrivata anche la risposta a tanti colleghi che hanno chiesto il trasferimento, ossia il cambio di sede di lavoro.

 Ognuno ha le sue buone ragioni per chiedere lo spostamento: vicinanza a casa, figli piccoli o genitori anziani, desiderio di cambiamento, incompatibilità con altri colleghi, saturazione, ricerca di nuovi stimoli... 

 Non chiedo spiegazioni, in genere, ritengo che ogni lavoratore abbia ponderato per bene e a fondo i pro e i contro; mi baso di solito su quanto affermato dai diretti interessati strada facendo, cercando di interpretare umori e convinzioni. 

 Per quanto mi riguarda, non ho chiesto alcun cambio, sono più che convinta di rimanere dove sono, di essere utile in quella sede e di poter offrire ancora tanto. Di contro ho un lungo tragitto da affrontare ogni giorno che certo mi preoccupa, ma solo quello.

 Lavorare vicino casa, godere della prossimità almeno per me non ha dato i suoi frutti, anzi: ho servito un anno sul mio territorio e purtroppo non mi sono trovata così bene da desiderare di ritornare o da spingermi ora a lasciare la strada vecchia per la nuova. Sul piatto della bilancia pongo la serenità, l'accoglienza, il rapporto che si crea tra colleghi, un luogo stimolante, un ruolo in cui sentirsi appagata stimata e parte del gruppo. Questo è fondamentale: alzarsi ogni mattino e affrontare la giornata di lavoro serenamente, sicuri di trovare comunque una soluzione ai tanti problemi che attendono il suono della campanella. 

 Per questo sono soddisfatta di quanto portato avanti, dell'entusiasmo che ogni giorno mi spinge a varcare quella porta: potrei sentirmi così in altre realtà? Non lo posso sapere, certo, ma il bello è che non mi interessa saperlo, no.

 Per il momento non me lo chiedete più, non commentate le mie scelte, non sottoponete al vaglio i miei sacrosanti motivi per cui percorro quella strada contenta. Vi sembra così strano e innaturale? Sto bene lì. 

 A questo punto saranno quei poveri dolci preadolescenti a disperarsi della mia sicura ostinata presenza. Letteraria.

giovedì 16 maggio 2024

MAGARI IN TRE, MA NON POTEVAMO MANCARE

  Il 15 maggio c'è la processione, quella di Sant'Eutizio, quella che parte dalla Rocca gira per il centro e ritorna alla chiesa. È una tradizione, è devozione, è un appuntamento fisso da sempre, perché la mia famiglia comincia alla Rocca, dove è nata e cresciuta mia madre, dove si sono sposati i miei genitori. Sant'Eutizio è il co-patrono, ho partecipato con la Classe alla realizzazione dei festeggiamenti per il 2015. E da allora ci si incontra tra coetanei per far parte del corteo, dopo la Classe in atto naturalmente, in questa occasione il 1983.

 E ieri sera non poteva essere altrimenti, nonostante una settimana bella impegnativa e condizioni sanitarie non ottimali: appuntamento su 'dde la salita con Rosanna e Cinzia, felpa a piacimento. C'erano altri festaioli, altre Classi non in numero esagerato, ma l'importante è la rappresentanza. 

 Noi in tre, gomito a gomito, tutto il tragitto, dietro dietro fino alla Piazza centrale, poi abbiamo assistito da lontano alla scalata con la musica della banda, bravissimi i facchini bravissimi tutti gli strumenti. 

 Poi ci siamo concesse, come dire, qualche chiacchiera aggiornamento riepilogo spolverata di fatti nomi date, perché non sia mai che si rimanga estranei a certi intrighi del Paesello.

Quando era il momento di dividere le strade, niente abbiamo continuato il cozzetto, il capannello, sempre in quel punto ogni anno, come ci ha fatto ben notare chi ci ha salutate a tarda notte.

 Questo è l'anno dei quarantanove, a volte senza dolori altre con pensieri ansie e medicinali; siamo ben soddisfatte del nostro percorso, di quanto messo su, a cominciare dalla famiglia e dalla cura dei genitori ormai anziani. E poi c'è una cena rimpatriata del gruppo di lavoro da organizzare, a fine maggio probabilmente. Basta lanciare l'idea sul gruppo e raccogliere le adesioni. 

 Abbiamo tirato fino a tardi, il risveglio non è stato dei migliori, ma chissenefrega❗️









SALVO UNITA, IN TEVERINA

 Giornata speciale, occasione speciale: un'uscita unica per tutti gli alunni della Salvo di Faleria, le tre classi delle medie e sei insegnanti alla scoperta dei Paesi sulla Teverina. 
 Da quando insegno in questa scuola non era mai successo che si organizzasse solo per noi, ci ha pensato Lavinia Piermartini  la docente di lettere che nella sua seconda vita scava, preferibilmente nei butti dei castelli e dei palazzi nobili.
 Dal 2013, per i suoi studi universitari, la Piermatini si divide sul campo tra Graffignano e Celleno e, conoscendo bene certi luoghi con i loro segreti, ha pensato un percorso articolato da mane a sera per coinvolgere quei dolci alunni della Salvo, appunto. 
 Prima tappa, Graffignano con il suo Castello Baglioni, le ceramiche in mostra e qualche reperto di epoca classica. Due gruppi, visita guidata dalla stessa professoressa che ci ha parlato di trasporti, contenitori pesi per telai, regali di nozze e problemi di smaltimento dei rifiuti. E poi i proiettili come pietre, la brocca di Francesca bella, il cortile per la raccolta dell'acqua piovana, il fossato sovrastato da un ponte: una vera scoperta.
 Poi diretti a Sant'Angelo il paese delle fiabe: in discesa ed in salita alla ricerca dei soggetti delle pagine universali di letteratura per l'infanzia, ma non solo. Una capatina nei negozietti a spendere gli averi genitoriali, non tutti ma quasi per accontentare diversi rami di parenti, secondo le ragazze, non certo per i maschi.
 Foto sparse e poi alla volta di Celleno, per una meritata pausa pranzo: ristoro, gioco, cibo, gelato, bibite, tutto ciò che occorre per rinfrancare spirito e corpo segnati da date fatti concetti e parole chiave storiche.
 E poi la salita di Celleno vecchia e la magia dei ritrovamenti: piccola esposizione, cantine, ricostruzioni di abitazioni e botteghe, un mondo che non ti aspetti oltre l'arco.
 In particolare, Etruschi e Romani, ghiri squisiti e gabbie, arnesi da capire, collezioni pregiate, pezzi unici di bucchero, Prometeo e pozzi di recupero da scavare.
 Una esperienza immersiva, totale, coinvolgente e avvolgente, da sopra a sotto, da cielo a buio, da prato a sperone tufaceo, dal Rinascimento agli Etruschi.
 Un modo per conoscerci meglio, trascorrere tempo insieme, socializzare, giocare, imparare.
 Grazie ai miei colleghi sempre collaborativi, giovanili, entusiasti per primi e, in particolare, a Lavinia Piermartini che veramente ha messo tanto impegno in questa visita, ci ha guidati con maestria e parole giuste ad apprezzare anche i materiali di scarto, l'immondizia insomma.




























venerdì 10 maggio 2024

FERRANTE, LA CAPA

  Siamo appena rientrati dal viaggio di istruzione di tre giorni, con le tre terze di Istituto, una lenta ripresa della normalità dopo i tanti problemi e le restrizioni dal famigerato 2020.

 È la prima occasione di recupero, una consuetudine che tutte le scuole avevano e che molte hanno perso: accompagnare i ragazzi in giro, specie per la nostra Italia legando con un sottile filo rosso i luoghi le competenze le emozioni e gli interessi dei ragazzi. 

 Ecco, per l'organizzazione di questo compito arduo nel mio Istituto c'è Maria Teresa Ferrante da Amelia. È la professoressa che sente tutte le campane e non solo perché insegna musica, ma perché insegna in tutte le classi della secondaria, è il legame tra la Direzione e le famiglie, organizza le trasmissioni alla radio, sviluppa progetti...

 Qualche volta ci perdiamo qualche passaggio, talmente tante sono le idee, anche la comunicazione tra le sedi non sempre scorre liscia, ma poi comunque tutto si risolve.

 È piccoletta la Ferrante, eppure mette tutti in riga, si capisce che è abituata a dirigere l'orchestra, difficilmente le fai cambiare idea.

 Ha organizzato tutti i passaggi lei delle uscite e, nonostante qualche aggiustamento in extremis, tutti sono rimasti soddisfatti accompagnati prenotati.

 In questi giorni si è spesa in modo impeccabile, un vulcano di fogli nomi orari agenzia, senza tirarsi indietro, dal mattino presto all'ultimo giro di ronda.

 E già perché se vai in gita con la Ferrante la sveglia suona alle 6:45 per i ragazzi, in un susseguirsi di incontri incastri regole e guai a deviare, uscire dai binari.

 Se e quando la Ferrante redarguisce i ragazzi, anche noi colleghi ci sistemiamo ammutoliti, ma poi è pronta ad ascoltare cercare un compromesso sistemare i danni. Ha stabilito pure i posti sul mezzo, così per dire...

 È stata una scoperta questa convivenza, talmente piacevole che è un peccato che sia finita. Grazie professoressa, arrivederci a lunedì a Faleria, ché dobbiamo distribuire i fogli fabbricati a mano e i biglietti/ricordo delle Grotte.

giovedì 9 maggio 2024

CARTA, QUADRI, GROTTE: MORRA SCOLASTICA

  Secondo giorno, da tecnologia a scienze, un attimo, lungo più di un milione di anni.

 Goccia a goccia, l'acqua che scolata e pressata dà vita alla carta, l'acqua che a stille forma uno spettacolo da rimanere a cuore emozionato.

 Ci muoviamo presto per raggiungere Fabriano e i laboratori di fabbricazione della carta: ci spiegano, guardiamo e i ragazzi poi operano essi stessi, con le mani immerse.

 Giro degli altri ambienti, gli attrezzi il torchio la pressione il caldo per l'asciugatura fino all'esposizione di vere opere d'arte, di filigrana e incisioni. 

 Poi il giro al centro, con una visita alla pinacoteca che racchiude opere storiche del territorio e una collezione di Arte Contemporanea di tutto rispetto, per esempio un Fontana e un De Chirico.

 Pranzo al sacco in cortile, tra scambi di panini e frutta, biscottini in condivisione e stuzzichini vari: magari si soffre il caldo, le scarpinate, la guida che puntualizza, ma il cibo...Il cibo non può mancare, sempre l'appettito sia con noi!

 Ci spostiamo a Frasassi, fino al parcheggio, poi in navetta all'entrata delle grotte, e lì lì abbiamo veramente conquistati, presi, catturati, ammutoliti, o quasi.

 Visita, percorso, spiegazione, foto: che meraviglia di spettacolo, il miglior appuntamento per tutti loro.

 E in tutta questa meraviglia, i bisogni, la fame, le domande a raffica, i lamenti, le spese folli: dagli occhiali a specchio ai ciondoli, dai portachiavi alle calamite, ogni bancarella è la loro.

 E si fa l'ora di tornare. Ci aspetta la cena, a seguire una passeggiata in centro a Senigallia, colorato.

 Anche oggi millemila passi, ogni tipo di dolore accusato, l'appello che fatto dalla prof di musica ormai è il nostro inno e i ragazzi alle prese con le sofferenze per una partita di calcio e le prime simpatie amorose, di tutto rispetto.

 Che la notte sia di riposo.