domenica 31 luglio 2022

SECONDO GIORNO, TOLEDO

  Si raggiunge con mezz'ora di treno la città di Toledo, dalla Capitale in una splendida domenica di sole che picchia, così onoriamo pure il giorno del Signore.

 Mia zia Angela è una pellegrina di Santiago e quindi è abituata a suddividere le giornate delle vacanze in tappe, soste, percorso e tempo impiegato; mia nonna Adalgisa meno direi; insieme sono una forza di contrasti e amore, dal culto religioso al cibo, dal riposo all'abbigliamento. Oggi nonna ha deciso di passare inosservata, non si è mai tolta gli occhiali da sole, che in Italia ovviamente non indossa, mai.

 In mattinata visita alla Casa Museo dell'artista El Greco, bello! Pranzo in trattoria: paella. La nonna molto tradizionale in fatto di cibo non ha minimamente apprezzato le verdure, che la zia vegana ed io abbiamo deciso di salvare a parte portandocele via in un contenitore, insieme al resto del riso. Dopo un giro della città e visita ad un'antica sinagoga ora ristrutturata, abbiamo trascorso il pomeriggio all'interno della Cattedrale, maestosa imponente suggestiva.

 Mi ha colpito particolarmente, ne sono rimasto affascinato, quasi convertito: quando torno in Italia ne parlerò con padre Aldo, magari riorganizziamo una crociata in Terra Santa. La visita naturalmente è a pagamento, ma abbiamo deciso anche di affittare le audio-guide per capire bene tutta la decorazione e la storia del monumento.

 Il ritorno di nuovo in treno, per tornare alla stazione abbiamo affrontato una mezz'ora di camminata, con il passo lento ma inesorabile della nonna.

 Buona la cucina spagnola, ho apprezzato sì, ben due piatti tipici della città: carcamusa e poi pane tostato spalmato di marmellata con sopra carne di cervo, spettacolare. Ieri sera invece per cena ho offerto la pizza, buona anch'essa.














SCRIVERE DI ARTE, MICHELE FAMIANI

 Ultimamente non mi sono più occupata di arte creata contemporanea attuale esposta, forse ve ne sarete accorti; non partecipo come un tempo ad eventi esposizioni presentazioni rimembranze come una volta, forse ve ne sarete accorti.

 Impegni, occupazione e molte altre cause personali, familiari, lavorative mi hanno tenuta a debita distanza da quel mondo che è stato il primo motivo della nascita del mio blog, la critica d'arte appunto.

 Sabato 16 luglio poi ho partecipato con grande gioia all'evento organizzato da Paola Sanna ai piedi dei faggi del Cimino, in un fresco pomeriggio di arte poesia e musica, dove ho ritrovato vecchie e nuove amicizie, artisti e intellettuali del Paesello e zone limitrofe, tra cui Michele Famiani che mi ha chiesto di partecipare con le mie parole ad una sua prossima esposizione in una galleria d'arte.

 Non ho mostrato nessun tentennamento, ho accettato di buon grado di rimettermi in corsa, mi ha fatto estremamente piacere essere coinvolta in un nuovo progetto per rivedere scritte le mie considerazioni su un pieghevole da mostra.

 Scrivere mi appassiona, l'arte mi incuriosisce e interpretare il pensiero dell'artista ha un suo potere.

 Sto elaborando, per metà agosto devo consegnare le mie parole, spero che avremo modo di confrontarci anche per l'arte, appunto.

Intanto grazie a Michele Famiani per avermi chiamata: come copertina dell'articolo ho scelto una sua opera legata alla Torre di Chia e a Pier Paolo Pasolini.

QUANDO MADRID, PARTENZA

  Per i miei diciotto anni nonna ha pensato di regalarmi un viaggio internazionale, destinazione Madrid. Veramente la proposta è stata la mia e lei ha accettato di buon grado: andiamo a trovare zia Angela?

 La zia Angela è la seconda figlia femmina della nonna - la prima è mia madre - ha trentanove anni e vive nella capitale spagnola in un appartamento, ci ospita lei.

 Partenza sabato, imbarco prima delle 6 del mattino: ci siamo svegliati nel cuore della notte  preparati, accompagnati da mio padre e mia sorella in aeroporto. Tutti i documenti nostri e dei bagagli erano stati preparati online, quindi abbiamo attraversato i cancelli e tutto il resto molto velocemente. 

 Nonna al fianco, terrore "passeggero", viaggio piacevole. A metà mattina abbiamo disfatto le valigie e consegnato i regali: mia nonna ha pensato al cibo, di sopravvivenza e dono italiano per eccellenza.  Mia madre invece ha scelto per sua sorella un libro che, dice, sembra racconti una parte della loro vita lontane. Mia madre sta in fissa con i libri, come mia nonna con la pasta fatta in casa.

 Abbiamo scoperto una parte del centro storico della città, ci si muove bene in metro: artisti di strada, folla di turisti, monumenti meravigliosI e piazze enormi.

 Nel prossimo articolo vi racconterò il resto. A presto.


venerdì 29 luglio 2022

LE EMOZIONI DISUBBIDISCONO, LE EMOZIONI COMANDANO

 Giovedì 28 luglio ho partecipato ad un incontro speciale: una conferenza tenuta al CEIS  de La Quercia dalla dottoressa Daniela Lucangeli, praticamente un mito-idolo-dea di saggezza e sapienza. Come ai vecchi tempi universitari, ma con strumentazione diversa, ho ripreso il discorso ed ora lo "sbobino" per me e per voi, miei cari e affezionati lettori. Saranno appunti da leggere, prendere in considerazione e, magari, il primo capitolo del mio prossimo libro!

 Comunità fluida che ha accolto la dottoressa: questo è il noi, noi siamo per la pandemia di guarigione, uscire e cominciare a parlare per diffondere. Basta parlare di disturbi, parliamo dell'inquinante, parliamo della mente, dobbiamo capire cos'è che inquina la nostra mente: fattori esterni ed interni.

 I fattori interni sono degli auto-sabotatori, psichici celebrali, nelle strutture neurali come cloud/archivio di memoria, quindi comandano il futuro, perché a comandare il futuro è il cloud di informazioni che appartiene alle nostre memorie.

Rapporto tra cognizioni ed emozioni: meccanismo che è energia purissima che emove, cioè viene fuori dai processi più profondi del nostro sistema/struttura mentale. Le emozioni sono un linguaggio neo elettrico che da dentro ci avverte di ciò che noi sentiamo: secondo l'intelligenza antica del cervello di due tipologie di saperi, sappiamo di ciò che ci fa bene e sappiamo di ciò che ci nuoce. Ciò che ci fa bene ci induce a cercare ancora, ad esempio la gioia ci induce a cercare ancora, laddove la paura ci induce a scappare.

 A scuola insegnare, educare aiutare a crescere attraverso il circuito della paura è proprio danneggiare gli altri e se stessi, perché la paura dice al cervello scappa che ti nuoce, quindi se noi insegniamo attraverso la paura e attraverso il giudizio quel cervello lì riconosce scappa che ti nuoce e quindi non sei un alleato, tu sei un giudice, sei contro.

 L'ansia ha un meccanismo herziale che non prende un'intensità alta come la gioia, la gioia ha un picco herziale che arriva nel nostro connettoma a illuminare tutti i neuroni di un'attivazione che ci porta a segnare questa intensità come cerca! Quanto dura la gioia? Poco. Questa funzione di gioia come la descriviamo: vedete un picco herziale che indica altissima intensità di sentire ma breve durata, perché il cervello ha dato breve durata alla gioia? Perché il cervello estremamente intelligente nei processi di filogenesi sa che per continuare a cercare la gioia deve sentirne voglia, desiderio. Quindi il picco si spegne per poter attivare nuove gioie, la gioia non ti inquina, ti porta ad evolvere verso nuove ricerche. Quelle che invece sono le emozioni a bassa intensità herziale sono le emozioni che non devono durare poco, ma devono avere un avvertimento lungo, queste hanno delle "frequenze" che non hanno un picco di urlo ma una lunghezza d'onda. L'ansia sta così a circuitare le nostre memorie, a bassa intensità, non disturba in picco la coscienza consapevole, ma sta lì in quella zona che tiene allertato l'organismo e serve allertarlo perché il suo compito filogenetico è difendere l'organismo, ma quell'organismo è in costante stato di allerta quella condizione da una condizione segnale diventa una condizione di tratto mentale che ci mette costantemente in spreco di risorse bio-psichiche fondamentali e ci mantiene sovrappensiero.

 Cambio di visione: quello che caratterizza tutti coloro che non hanno una patologia psichica esplosa in disturbo dell'umore è il sovrappensiero, cioè tutti i sani sono in costante sovrappensiero.

 Il nostro corpo è completamente intessuto di neuroni, tutti gli organi sono intessuti di neuroni perché tutti gli organi sentono e pensano coordinati dalle centraline, il cuore è intessuto di neuroni speciali e questi neuroni determinano un campo elettromagnetico a maggiore intensità di quella del cervello quindi stabilizzano più forte le memorie di identità. Quando ci batte il cuore è perché l'emozione chiede un miracolo all'intero corpo che dà l'ossigenazione a tutto quello che è lo scarico delle tossine attraverso questo meccanismo incredibile avviene istantaneamente, perché l'organismo sia pronto e stia meglio, far battere il cuore è miliardi di anni evolutivi di una specie. Se l'ansia mentalmente è dei sani ma che futuro avremo? Verso dove portiamo i giovani, verso un futuro depresso? 
 Il desiderio è una funzione mentale incredibile che ha la possibilità di modificare la memoria prospettica.

 Che cos'è la memoria prospettica? È una memoria speciale. Noi abbiamo tutte memorie che riguardano il passato, eccetto una: memoria episodica, semantica, autobiografica, strategica, algoritmica...la memoria di futuro si chiama prospettica ed è ricordarmi adesso per domani o per fra un mese, dove ho lasciato la macchina per andarla a riprendere, ho preso il regalo...e E noi ne facciamo un uso ridicolo rispetto al potere che ha la memoria prospettica perché la memoria prospettica è il meccanismo che comanda di cambiare le informazioni che servono al futuro. Se io sono stata sempre in ansia, quando studio, ad esempio, o quando parlo davanti a tante persone, rischio che tutto venga nel futuro a ripetersi come mi è già accaduto, perché io quello so fare e l'ansia arriva. Per poterla arginare quell'ansia io devo cambiare quel meccanismo e ricordarmi che nel futuro mi arriverà l'ansia e che io a quell'ansia posso dare un altro comando, cioè "mi hai già informato, è un compito a cui tengo molto, grazie, cambio emozione, cioè "che voglia che ho di raccontarvi questa cosa, invece che paura che ho..."

 Se l'IO comanda al cervello leggi meglio, lo so fare, se l'IO comanda al cervello guarda la tua persona a fianco lo so fare, se l'Io comanda al cervello "ricordati 7x8, lo so fare, ma l'Io può comandare al cervello dimentica il dolore? Sulle emozioni l'Io non comanda il cervello, è l'intelligenza antica quella del connettoma che comanda l'IO. Le emozioni disubbidiscono, le emozioni comandano, le emozioni sono il meccanismo di definizione del futuro. Che scuola voglio, che futuro voglio per me, per i miei ragazzi, per tutti: vorrei un futuro di coscienza, di consapevolezza, di libertà, di autoregolazione, di non dipendenza, di non sudditanza, vorrei un futuro in cui le emozioni non hanno la meglio su di me, ma mi parlano di me, mi raccontano di me e come faccio per arrivare a quel futuro lì? Non esiste un modo per togliere ciò che ci ha segnato le informazioni se non la prevenzione, prevenire le informazioni. Significa basta di ingozzare di emozioni negative l'apprendimento, basta ingozzare di ansia e di angoscia la vita dei nostri figli, basta ossessionare noi stessi di ansie continue e di sovrappensiero, basta.

 Il primo punto fondamentale è il basta.

 Dialogare non è dove sei stato, cosa hai fatto, cosa hai mangiato, chi hai visto, hai fumato. dialogare è ma tu lo sai che io mi sento orgoglioso, sappilo che in tutta la mia vita non mi è mai capitato...

 Cominciamo a vivere con chi mettiamo al mondo, stare con i nostri figli.

 Omettiamo il nostro peso dalle loro ali, basta.

 Cos'è che pesa psichicamente di più gli uni gli altri nelle relazioni di attaccamento affettivo? Il peso maggiore è il giudizio, il giudicare e l'essere giudicati è il peso più grande che possiamo dare a chi è a fianco. Educare: portare fuori la parte migliore. Ma quanti bambini, pazienti, anche solo evitare questo l'atteggiamento di giudizio, è uno dei nutrienti migliori della sanità mentale. Ma, non è possibile se non la smettiamo di giudicare noi stessi, né nell'EGO spropositato né nella colpa per ogni cosa che ci attribuiamo.

 I due nemici che abbiamo sono  il giudizio verso noi stessi e il giudizio verso gli altri, i due rischi che corriamo sono il narcisismo patologico dell'EGO e il giudice peggiore che ci rende sempre prigionieri delle vecchie memorie. Quindi la memorie prospettica deve dire alle vecchie memorie È ora di guardare al futuro, tramite il desiderio abbiamo qualche speranza in più.

DANIELA LUCANGELI




giovedì 28 luglio 2022

CAMBIARE ARIA AL PASSATO

  Ieri sera, in una serata dedicata all'aiuto, al prossimo, al dare senza chiedere nulla in cambio, ho compiuto un'azione che mai mi sarei sognata: ho volutamente evitato una coppia, ex amici.

 L'uomo già da tempo non incontra il mio sguardo e con lui tutta la sua famiglia di origine, senza che io ancora ne capisca il motivo: pacchetto completo, stai sulle balle a lui, non ti salutano genitori, fratello e affini, mah.

 La donna, timidamente, ha sempre ricambiato il mio saluto, badate bene, sempre io per prima a pronunciare la formula magica di cortesia, ma niente di più.

 Ieri sera, invece dicevo, complici forse l'aria fresca, la gioia che si respirava, le risate della commedia - ma forse ho travisato le buone intenzioni, forse era solo lo sguardo di Venere - fatto sta che lei ha per un paio di volte tentato di incrociare la mia miopia, alzando forse il mento.

 Ho avuto come questa impressione, ecco, forse dovuta al mio ruolo di paroliere, scribacchina di emozioni, lettrice di citazioni altisonanti su umanità e bene cosmico.

 Eppure per la prima volta non le ho parlato, non l'ho salutata, non me la sono sentita,  come se in un contesto di fratellanza mi fossi sentita orfana di amicizia, comprensione, complicità. Probabilmente per tutte le serate che li abbiamo aspettati per un invito mai arrivato, forse per una spiegazione che non ci hanno mai voluto offrire, forse per le lacrime amare che stupida io ho versato, forse per quella volta che li ho rincorsi per stare loro accanto e mi schifavano. 

 E già perché ci tengo all'amicizia, ai legami, all'affetto, alla compagnia di una pizza semplice semplice, ma evidentemente ho sbagliato con loro: non eravamo degni di loro, non simpatici, forse antipatici addirittura, tali da lasciare indietro, soli nonostante i matrimoni.

 Un periodo brutto, ormai passato che un po' di amaro ha lasciato: ieri sera ero in prima fila per gli altri, per chi mi apprezza, non certo per chi mi ha buttato via come uno straccio usato.

 Quando ci riempiamo la bocca con la parola amicizia, consideriamo tutto.

 Specificato e scritto ciò, perdonate lo sfogo, ma questo oggi sentivo di raccontarvi e spero proprio che leggano ĺ'articolo e capiscano che parlo di loro.

Aria pulita, forse rinfresca.

SERATA VOJOLA, SERATA FATATA

  Come posso raccontare in poche righe la giornata di oggi?

 Come posso raccontare in poche parole le palpitazioni prima di salire sul palco a fine spettacolo per ringraziare il pubblico convenuto?

 Parco delle Paperelle, Rione Papacqua: giornata di Ribolle e Fatine, animazione per bambini cena e beneficenza, spettacolo teatrale in dialetto sorianese e grandi applausi.

 Condivido il breve discorso che ho preparato per soccorrere il Presidente dell Fatine che affermava caparbiamente di non riuscire a parlare, invece poi ha costruito un discorso semplice e chiaro sui nuovi progetti e le idee inclusive da realizzare con i proventi delle donazioni.

 Ciao Romana, eri sciolta e a tuo agio!

 Grazie a tutti per avermi voluta a testimone dell'Associazione.

 Sulle varie pagine social poi troverete tutte le foto pubblicate, i saluti e i ringraziamenti al punto giusto.

Buona sera a tutti, grazie per essere qui con noi. Potevate scegliere di essere altrove, a lamentarvi magari del caldo sul divano casalingo o seduti sugli scogli davanti ad un tramonto sul mare, invece siete venuti qui per trascorrere una bella serata tra amici.

Siamo di nuovo insieme su un palco ed è molto emozionante.

Quando il Presidente mi ha chiesto di pensare due righe per ringraziare e salutare tutti, ha sottolineato più volte il forte legame che esiste tra le Fatine e la Compagnia teatrale. Era il 2019, febbraio, tre splendide serate in teatro, il filo che ci lega parte da lì, da una collaborazione nata per scommessa che si è trasformata in una grande vittoria, tre grandi vittorie.

Allora riflettevo sui legami di sangue, di lavoro, di vicinato, di scuola… Ne esistono tanti di legami al mondo, diversi a seconda delle latitudini, della cultura, del credo religioso, ma quando si tratta di aiuto, di soccorso, di spalla su cui appoggiarsi beh non c'è confine o disparità che tenga, tutti allunghiamo la mano, porgiamo il braccio e aiutiamo gli altri. Il legame che nasce per portare un sorriso, un aiuto concreto, un sollievo seppur lieve ad un momento di sofferenza, non teme rivali né il tempo che trascorre. E credo che sia l’esempio più forte da mostrare quello dell’unione, della solidarietà, dell’aiuto appunto. Siamo qui per divertirci, dimenticare grattacapi o magari problemi quotidiani casalinghi, eppure siamo chiamati anche a ricordarci di chi non se la passa sempre bene, di chi non riesce a mostrarsi spensierato, di chi vive un momento difficile. Ed oggi ammettere di non essere al massimo, di non essere in forma o di aver paura di non farcela non è facile, tutti cerchiamo di essere tra i migliori, tra i primi e quelli realizzati.

Eravamo qui al Parco il 7 maggio, un sabato pomeriggio ventoso per inaugurare i giochi inclusivi, qualche lettura e un’abbondante merenda, eccoci di nuovo a chiamare a raccolta i Sorianesi, i villeggianti, quelli de forestiero per una bella serata.

Grazie agli organizzatori, agli attori ma soprattutto grazie a chi ha risposto con entusiasmo al fine ultimo della serata, realizzare del bene concreto, dimostrare che tanto può essere realizzato fattivamente e non solo a parole, perché le idee spuntano, i progetti nascono, ma poi sono i fatti che parlano.


martedì 26 luglio 2022

ROSAE, ROSARUM, ROSIS FATE!

 La settimana prevede ben tre appuntamenti con il gruppo dei volontari  dal fare al mangiare al camminare: lunedì sera serve manovalanza per realizzare rose di nastro colorato, con tanto di gambo verde.
 Ci si ritrova dopo cena a casa di Rosangela che mette a disposizione due grandi tavoli, prese di corrente e caffè per tutti nel grande spazio esterno, fresco e al riparo da traffico e confusione.
 Tre generazioni al lavoro, undici donne armate di nastro cromato, pistola di colla a caldo, accendini, accendigas o candela: il raso è stato portato da Alessandra M. già tagliato, diviso per colori in comode bustine, ogni artigiana si posiziona per un compito, la meno capace viene assegnata al rivestimento del bastoncino - indovinate di chi si tratta...
 Comunque ogni lavorante aiuta come può tra chiacchiere e racconti, imprese di concerto eroiche e aggiornamenti di vicinato.
 Si va per tentativi: nove petali diversi, sequenza occasionale senza però far incontrare il rosa pallido il bianco e il pannetto, cioè un panna che non ce la fa!
 I bimbi intanto scorrazzano contenti da dentro a fuori, da sopra a sotto, inseguiti dalla cagnolina che poi viene catturata, poi tutti dietro ad un topolino di campagna "che alla fiera..."
 C'è anche una vaschetta di gelato offerta dal Presidente per consolare chi lavora senza tregua, ma specialmente chi si sente quasi inutile, manuale fallito. 
 Tutto il risultato lo troverete mercoledì pomeriggio, 27 luglio al Parco delle Paperelle, a disposizione del buon cuore di chi offre per aiutare, prende per contribuire, sceglie di esserci.
Perché lo sappiamo: le Fatine del Sorriso hanno un grande cuore d'oro e polpastrelli bruciati di artigianato.
 Per tutti gli appuntamenti fatati, corretti e gustosi controllate le varie pagine social estive dal Comune in giù, io son pronta e tu?



domenica 24 luglio 2022

L'ALDO BEACH PARTY, FINALE

  È stata una prova di resistenza e di coraggio, un incontro di forze e di pesi...per noi adulti naturalmente, per i bambini solo puro divertimento. 

 Convento dei Passionisti, un parco grande ombroso e comodo, con tendone sedie e impianto stereo.

 I bambini divisi per gruppi d'età si sono esibiti spigliati e simpatici, calzoncini e magliettina bianca: come sempre, più a loro agio i piccoli davanti agli obiettivi dei cellulari che i grandi delle medie. Si balla si canta si salta si gira: la coordinazione non sempre segue il ritmo, ma fa niente, gli animatori ci mettono tutto l'impegno possibile. 

 Alcuni dei brani più orecchiabili del momento, ma anche la recita di una poesia e un piccolo discorso in ucraino da parte degli ospiti internazionali mischiati tra i nostri figli, i ragazzi, tutti belli.

 Una festa ben riuscita di sorrisi e lacrime di addio, qualche sfottò per non rimanere indietro, il gruppo affiatato c'è e si vede, come ha sottolineato il vescovo Monsignor Romano Rossi.

 È sempre una gioia condivisa, un'allegra combriccola, un gruppo sgangherato dolcissimo.

 Grazie a chi li ha animati, sopportati, guidati, colorati, rallegrati, seguiti, abbracciati, ripresi, sgridati, dissetati, ascoltati e, naturalmente, educati alla condivisione e alle regole del gruppo.

 Grazie a padre Aldo, ad Alice e a tutti gli animatori, che hanno fatto comunque tesoro di questa esperienza, dal 13 giugno al 24 luglio, immensi.

Immensamente grazie. 




sabato 23 luglio 2022

POCHI MA BUONI, MOLTO BUONI

   Si è appena concluso un altro degli appuntamenti estivi del sabato mattina in biblioteca comunale, nel giardino ombroso e colorato dove vivono Lillo e Maria di pietra.

 Abbiamo letto tutti albi di Beatrice Alemagna, una delle mie preferite: dalla descrizione di bambino al viaggio di una goccia d'acqua, dal perfetto che rimane senza parole alla piccola di pipistrello che rimpicciolisce i genitori, attraverso la bambina di vetro e il grande Bubo e molto altro.

 Ognuno può trovare la propria storia, la giusta quadratura, la situazione in cui rispecchiarsi: leggere ad alta voce e guardare negli occhi questi miei piccoli amici è una gioia, perché spalancano la bocca, ridono sdentati, riconoscono capricci e abbracci di mamma, rituali della buona notte con il babbo e afferrano la loro storia preferita, subito.

 I libri sono andati letteralmente a ruba alla fine dell'incontro: i bimbi si sono divertiti e quindi affezionati ai protagonisti, li hanno scelti per compagni di letture casalinghe.

 Grazie a Eleonora della Biblioteca Comunale con cui mi confronto ogni volta per organizzare al meglio ogni lettura, grazie ai genitori che sono intervenuti e mi hanno incoraggiata con complimenti decisamente troppo buoni, ma soprattutto grazie a Irene, Matilde, Anna, Samuele, Chiara e Giorgia che oggi mi hanno ascoltata attenti e interessati per un'ora abbondante,  incredibile!

 Per chi fosse libero, il 18 agosto ci vedremo in Faggeta, lettura a tema "elementi" della natura.


mercoledì 20 luglio 2022

UNA MAMMA...RADIOSA?

  Leggo certi accostamenti di termini che mi procurano orrore, pelle d'oca e, se possibile, reflusso.

 Sui social, naturalmente, donne dello spettacolo, che esercitano una notevole influenza su noi comuni mortali, si ritraggono in pose meravigliose, abbigliate e truccate, appena divenute madri. Splendide, attente, vive: ma quando mai! Quello signori è il loro lavoro, la quotidianità, la loro storia per tirare avanti il carretto. Mamma radiosa nella realtà non esiste. 

Ho conosciuto e conosco mamme stanche, sfatte, sovrappeso, isteriche, preoccupate, orgogliose, ritardatarie, assonnate, pimpanti, belle, brutte, giovani, vecchie, confuse, svezzate, sporche, creative, colorate, stucchevoli, fissate, vegetariane, carnivore, obese, anoressiche, sfinite, addormentate, cariche, scariche, divertenti, noiose, affamate, filosofiche, ripetitive, morbose, tirchie, classiche, moderne, marine, montane, avare, nobili, plebee, competitive, sportive, spilorce, pigre, apatiche, vendicative, timorose, bianche, abbronzate, macchiate, spiegazzate, baffute, pelose, morbide... e tanto altro, ma certo mai radiose, specialmente al primo parto quando l'ansia prende alloggio accanto alla donna.

 E poi il resoconto che ci serviva per sentirci esseri superiori esternato da una donna incinta che ha pensato bene di incoraggiare le altre in stato interessante, gravide, con il pancino scegliendo tra i tanti participi passati quello del verbo svaccare, la lezione di grammatica che mancava.

 Per piacere, togliete il supporto, togliete il vostro consenso a questi esempi di intelligenza umana, vi prego.

Evviva le donne imperfette.

 In foto la mia ortensia che avevo dimenticato di innaffiare.


CHI TROVA UN'AMICA TROVA UN CAFFÈ

  Il bello di far parte della grande famiglia del volontariato, nello specifico del gruppo delle Fatine del Sorriso, sta nel poter incontrare facilmente qualche sodale, associato, amico per organizzare, pensare, scegliere, decidere o proporre idee e progetti seduti davanti ad un caffè.

 Questa mattina avevo un appuntamento con Simona S. e Mariangela B. per discutere di un evento in notturna agostano, una serata per sottolineare la fatica del volontariato, la bellezza del volontariato, l'unicità della Natura e del volontariato.

 Stanchezza, discussioni, incomprensioni sono la parte più difficile, ma tutto si può superare quando la spinta, la motivazione e, naturalmente, il fine ultimo sono nobili ed alti.

 E nel nostro territorio operano tante realtà solidali, che cercano di aiutare e supportare, camminare insieme alle famiglie in una realtà accogliente, aperta, pulita.

 Abbiamo deciso di leggere qualche brano importante per sottolineare questo percorso di crescita, per evidenziare che i bambini non vedono il mondo come gli adulti e non vivono - o almeno non dovrebbero vivere - divisioni o particolari. 

Ci stiamo impegnando per un mondo che accolga, abbracci, unisca e fortificchi, nel nostro piccolo.

 A monte.

lunedì 18 luglio 2022

APPUNTI DI LIBRO

  Oggi sono passata in negozio da mia cugina ed ho acquistato il quaderno che vedete, dalla copertina gialla, il mio calore preferito, per scrivere e così fermare tutte le idee che mi frullano in testa da qualche anno a questa parte.

 Venerdì mattina ho incontrato la mia insegnante del Liceo, la professoressa Bianca Maria Sarlo, che ha speso tante dolcissime parole per me e il mio "talento ". Non le credo molto, i suoi complimenti saranno dettati più dall'affetto che ci lega che da ponderata osservazione, fatto sta che mi ha dato una carica meravigliosa.

 Afferma la professoressa che il momento è ormai arrivato, che passate le paturnie per il lavoro precario e le difficoltà di gestione familiare, posso quindi dedicarmi a raccogliere gli articoli del blog per sezioni o a redigere qualcosa di nuovo, perché ne posseggo le capacità. 

 Figuriamoci.

 Sono decenni che desidero diventare una giornalista, che immagino di intervistare e scrivere emozioni, ecco.

 Non voglio utilizzare il portatile, no, preferisco pensare e scrivere di pugno: ho in mente due progetti, uno fattibile e immediato con l'aiuto del blog appunto, uno sofferto di ricordi e sensazioni di una vita.

 Sarà l'ennesimo annuncio che cade nel vuoto?

 Sarà una elucubrazione della mia mente mostruosamente geniale?

 Sarà un capriccio?

 Intanto da qui al primo settembre leggo per formazione e lavoro e scrivo, per diletto.

venerdì 15 luglio 2022

GIOCO DI RUOLI, DA ALLIEVA A INSEGNANTE

 Sono lì, sedute ad un piccolo tavolo rotondo in ferro battuto, giusto lo spazio per appoggiare i bicchieri, il cornetto e il contenitore delle bustine di zucchero, in una caffetteria del capoluogo, incrocio di esperienze e fortino di tesori di penna, credono che non esistano coincidenze, ci pensa il Destino o meglio il Fato/Fas- Ananche. 

 Chiacchierano indaffarate fitte fitte, si guardano negli occhi e si sorridono: una più giovane, dallo stile comodo indeciso, l'altra una bella signora dai capelli argento freschi di taglio e abbigliata con colori pastello.
 Si sono ritrovate, vecchie conoscenti, legate dal filo della memoria dei ricordi di un tragitto di strada affrontato insieme. 
 Un rapporto gerarchico tra le due, che viene mantenuto dal rispetto del Lei dall'una all'altra, non è distacco o freddezza, ma appunto rispetto e riconoscenza, amore incondizionato dell'alunna alla docente.
 Raccontano e si raccontano. 
 Si scambiano aggiornamenti, riflessioni, sensazioni a pelle: letterate, amanti del buon libro, fanatiche di Dante, scrivono. L'una già pubblicata, l'altra solo a desideri, passioni, sospiri alla luna.
 La più esperta sprona a tirare le somme, nonostante i lacci della Vita, nonostante gli umili natali l'altra può: può dare, scrivere, impugnare una storia, raccontare il trascorrere il tempo, il sommarsi dei giorni, il mutare degli umori, lo sfaldarsi della certezze.
 Perché non crede nelle sue possibilità?
 Perché non vede quanto grandi sono le sue capacità?
 Perché lascia fluire i pensieri abbandonati ad un semplice blog?

E poi le famiglie, il Paesello e la città, gli affetti incompresi, le scelte sofferte, i tramonti da raccontare e l'alba da attendere.

Scriviamo un libro a quattro mani sulle nostre esperienze degli ultimi cinquant'anni? Botta e risposta, questione e rimando, sogno e realtà, rinunce e rivincita.

giovedì 14 luglio 2022

ASSOCIAZIONI DI CLASSE

 A volta basta veramente poco, un piccolo ghiotto pretesto per organizzare una serata, stare in allegra compagnia e contribuire alla Festa patronale: un parcheggio alberato convertito a spazio conviviale, bimbi che giocano a rincorrersi, amici che si ritrovano, caffè per tutti.

 Fatemi prima di tutto salutare i fuori Classe, ciao Angelo C., che in silenzio e con tanta passione aiutano e contribuiscono a serrare le fila, supportare e ovviamente cucinare.

 Sì perché la Classe al comando è l'Ottantadue, ma poi ci trovi un po' di tutte le altre passate e future, amici e familiari, coppie e congiunti.

Giovedì 14 luglio, prima serata della nona Sagra degli strozzapreti: tavolo doppio per Fatine e pargoli, ma anche la Banda Comunale, I Menici, i rioni Rocca e Papacqua, i Cinghialari, il Gruppo Storico degli Spadaccini, i Runners, gli Scapicollo, il torneo di burraco e mi scuso se ho dimenticato o non riconosciuto qualcuno.

 La serata era particolarmente dedicata alle associazioni del territorio che si occupano di volontariato, aiuto, passione per tutto l'anno, da anni, ma ovviamente anche a amici ed estimatori. 

 Bruschette, pasta fresca, carne alla brace, contorno, cocomero e dolcetti vari: a scelta, secondo il sentimento del momento e lo stuzzicare del peperoncino o l'opzione verdurosa. 

 Comunque sia, si partecipa per la Classe e il patrono, per trascorrere una serata in famiglia, tra amici, qualche aggiornamento su Totti, una foto ricordo, un capriccio infantile.

 Buon lavoro a tutti per le prossime tre serate.

domenica 10 luglio 2022

A CENA? GLI STROZZAPRETI, OVVIO

  Non si tratta di una minaccia, ci mancherebbe.  Anzi, esattamente l'opposto, perché si parla della Classe del Santo, del co-patrono di Soriano, della festa da organizzare.

 A luglio è un viavai di sagre, cene, serate, riffe al Paesello mio e il prossimo fine settimana tocca appunto ai ragazzi quarantenni che si sono imbarcati nell'avventura del Santo: quattro serate ai piedi delle Fontane di Papacqua a offrire piatti caserecci agli avventori che vogliono contribuire alla raccolta fondi, alla riuscita dei festeggiamenti, al divertimento di Classe.

 E si mangiano in particolare strozzapreti, ossia gnocchi di acqua e farina che incontrano appetitosi condimenti, più o meno calorici, gustosi, succosi.

 Per la preparazione: se deve indria la farina co'illacqua e un pizzico de sale, quanta la pija, poi allunghi lo gnocco, lo taji a pizzitti e li passi uno a uno dereto la grattacacia co i'lleto.

 In particolare, giovedì sera sono chiamate a partecipare tutte le associazioni del territorio: la sottoscritta sta accodata al gruppo delle Fatine del Sorriso, per esempio; poi le altre occasioni saranno libere e aperte.

 Non è facile, non è un compito leggero, ma offre grandi soddisfazioni la Sagra degli strozzapreti alla Classe che lavora e a chi la sostiene. 



giovedì 7 luglio 2022

SULLE ORME DI PAOLO: ARGENTARIO

  Uscita, esperienza di fede, pellegrinaggio, ritorno alle origini, giornata di libertà: possiamo chiamarla in tanti modi la giornata di oggi, organizzata da padre Aldo per i ragazzi dei campi estivi.

 Comitiva frizzante già alle 7:00 del mattino, nessuno che si lamenti, nessuno che sbadigli, si parte con zaini belli ripieni e farciti, cellulare e cappellino. Un pullman di giovani e giovanissimi alla volta del primo Convento fondato da San Psolo della Croce. Il viaggio comodo e fresco ci porta a costeggiare il lido tirreno, attraversare Orbetello e giungere a destinazione in quasi due ore.

 Colazione: abbondante, dolce o salata, bisogni e poi la messa officiata da padre Aldo e da un giovane Matteo originario della nostra terra e chiamato dalla vocazione a servire il Signore in questo luogo.

 Visita alla struttura: cripta e ossario, per poi arrampicarci per i tornanti a raggiungere la vetta, comodi però sul mezzo. Vista meravigliosa sull'orizzonte in cui si toccano cielo e mare con una infinità di sfumature. Foto ricordo a turno, d'obbligo. 

 Pausa pranzo, tanto per riprendere le forze e dagli zaini esce di tutto, scatole e contenitori che racchiudono il meglio della cucina di mamme e nonne.

 Poi via verso Porto Santo Stefano dove ci aspetta la pausa gelato: l'unico momento in cui tutti sono rimasti in silenzio, troppo occupati a gustare certe dolcezze.

 Bella esperienza: preghiamo con padre Aldo per chi soffre e per chi è in difficoltà, giocano i ragazzi tra di loro e con gli animatori, ammiriamo le bellezze del Creato tra cielo e terra, ci prendiamo una pausa dalla vita quotidiana per gustare il sapore del mare e dell'amicizia. 

 Grazie a tutti, perché fare gruppo e sentirsi parte di un gruppo non è mai semplice né scontato.

 E, allora, dal gruppo "ciaopatato" alla prossima occasione...






sabato 2 luglio 2022

BLOG DELLE MIE BRAME, DI CHI PARLIAMO STAMANE

 Dall'infanzia fino al liceo ho cullato il sogno di diventare giornalista, intensamente e con tutto il mio impegno giovanile. La mia famiglia non mi ha supportata, per varie vicissitudini non ho spiccato il volo e ho soffocato quel poco di convinzione mista a presunzione che mi teneva in piedi.
 Poi in età matura ho scoperto il mondo della rete, dei diari virtuali, del blog..."ed eccomi qui signor giudice!" Ho potuto dare sfogo alla mia passione, che però ha comportato diverse grane.
 E già perché certi hanno sgomitato per entrare negli articoli, qualcuno lo ha preteso anche gratuitamente, mi hanno lusingata vezzeggiata coccolata per una menzione. 
 Poi di rimando qualcuno ci si è trovato dentro per sua sfortuna, per un'azione inappropriata, una promessa inevasa, un fatto increscioso.
 Molti mi ringraziano per quanto scrivo, come la coppia artista con signora che ho incontrato venerdì mattina, qualcuno mi esorta a prendere appunti per poi riportare la cronaca dell'accaduto anche in modo divertente, c'è chi teme la mia presenza. 
 Ho scritto tanto del mio lavoro quest'anno, ne vado fiera: con le mie due classi ho raccolto discrete soddisfazioni tutte poi registrate parola su parola, i ragazzi sono maturati nonostante le loro difficoltà e mi piace credere che io abbia contribuito.
Ho preso un solo consistente caxxiatone! Anzi.

 Però. 
 Non pensiate che tutto quello che scrivo, appunto, commento, elaboro e rifletto sia pensato sempre e per forza su qualcuno nello specifico, non ho in mente sempre e solo alcune mie conoscenze: il mondo è bello, vario e non piatto. Non prevedo di capire l'ombelico del pianeta, ma non vi fossilizzate neanche voi, vi fa male.

 Sì mi baso sulla mia esperienza quotidiana, sul vissuto, ma molti si dimenticano che per fortuna vivo molte vite!
 Ho un'età che prevede marito figli famiglia di nascita e quella costruita sorella estera madre non più giovane zii e cugini amici volontariato e, naturalmente, lavoro.
 Per deformazione, ascolto, mi confronto e descrivo il vissuto, di tutti quelli che frequento e incontro per la mia strada, leggo o raccolgo le vicende.
 Grazie per l'attenzione.
 E se poi volete un articolo su misura fatemelo sapere chiaramente.

venerdì 1 luglio 2022

LE MIE DITA NEL NASO

 Questa mattina ho partecipato ad una lettura ad alta voce davanti ad un pubblico "elementare" che ho intitolato "identità", meravigliosi albi illustrati sulla ricerca di sé stessi.

 Ed io, chi sono e dove sto andando? Me lo domando spesso, specie dopo un confronto animato con i miei figli che chiedono sempre attenzioni e trattamenti che alla loro età non ho mai ricevuto o dopo la telefonata serale con mia sorella che non me la passa una.

Sto andando verso i quarantasette, 47, e la mia vita ha registrato una svolta importante, istituzionale: sono adatta, troppo vecchia, ben equipaggiata, formata, esperta, esaurita, vitale?

  Ma mi rendo conto che assumo spesso atteggiamenti bambineschi, fanciulleschi, infantili forse: il mondo si divide in buoni e cattivi, ad esempio. Persone che mi piacciono e persone che non mi piacciono: se entri nelle mie grazie, difficilmente ne uscirai.

 La parola data è una promessa con il sangue: se mi dici che mi chiamerai, io aspetto; se mi dici che presto organizzeremo, attendo un invito a uscire, se mi dici che mi vuoi parlare, comincio a preoccuparmi.

 Leggo libri per ragazzi, amo gli albi illustrati: frequento la biblioteca pubblica, prendo in prestito tutto quello che solletica la mia fantasia e attira la mia attenzione, decido di pancia anche con le persone. Poi mi chiedo come non possano piacere anche agli altri, non leggo horror mi fanno paura.

 Mi invento meravigliosi film mentali sulle persone, le ricamo proprio e alla fine non si rivelano mai secondo i miei progetti, anzi la fregatura è assicurata.

 Non so inventare bugie, dico la verità oppure taccio, neanche i falsi complimenti.

 Mi sento inadeguata in molte situazioni, poco a mio agio, quando sono in crisi piango  pure parecchio.

 Se mi prendi in giro, mi sfrutti, mi calpesti,  non riesco a vendicarmi, la cattiveria mi spaventa e vorrei essere sempre benvoluta, semplicemente chiudo i ponti, per me sparisci, perché entri di diritto nella categoria cattivi, fine.

 Se fai un torto ai miei cari è come se lo facessi a me.