E oggi siamo arrivati a Pitigliano, in Toscana per assaggiare le bontà gastronomiche di un'altra concorrente televisiva nostrana, per capire se meritasse o no di vincere: noi non ci fidiamo solo del voto e delle parole di A. Borghese!
Osteria raffinata, signorile, essenziale l'interno ma molto curato e femminile: nessun quadro alle pareti o trofeo o foto che ricordi la partecipazione televisiva. Silvia é una svelta ragazza dai modi gentili e accattivanti con i pargoli, affascinati sempre di conoscere un personaggio che hanno visto in televisione. Se proprio volessimo trovare un difetto, direi il centro tavola, vasetto di fiori finti che proprio non mi piace, stona rispetto a tutto il resto, anche i servizi sono profumati e praticamente perfetti.
Ad ognuno il suo menù, mi sono raccomandata di scegliere e ordinare solo ciò che hanno poi intenzione di mangiare, perché non posso ridurmi ogni volta a ripulire il piatto degli altri, gli avanzi pur con una loro dignità appesantiscono e rompono la dieta!
Buoni gli antipasti, ma i primi sono eccezionali, non rimane nulla nel piatto, se non un po' dell'uovo della carbonara, poca cosa e il piccoletto salta direttamente al secondo, carnivoro soddisfatto lui!
I dolci pure mettono tutti d'accordo, si assaggia poco, ognuno geloso e goloso del suo.
Conto adeguato al luogo chic, ma un poco alto a mio parere, ce ne andiamo comunque soddisfatti e contenti di aver incontrato anche Silvia - e di averla giudicata!
Una nota di merito al paesaggio, la strada percorsa nella meravigliosa campagna della provincia e deliziosi i paesi, che detengono il premio di paese fiorito negli anni: ci sono spunti per altre future uscite familiari, qui al confine tra Lazio e Toscana.
lunedì 31 luglio 2017
domenica 30 luglio 2017
VALENTINO, BASTA IL NOME
Questa mattina presso la sala conferenze al primo piano di Palazzo Chigi - Albani Valentino ci ha illuminati d'immenso rinascimentale del paesello e non solo: una chiacchierata storico-artistica sulle bellezze monumentali dal Cinquecento all'Ottocento, da Papacqua al Duomo, passando per chiese diroccate, affreschi perduti e conventi non più esistenti, di cui però manteniamo il ricordo grazie solo alle sue foto "scandalose". Così li definisce Valentino, i suoi scatti realizzati con una scatola con il buco dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, quando giovane appassionato di questi luoghi girava per studiare e per documentare i Beni esistenti, ma con i pochi mezzi allora a sua disposizione.
Queste immagini sono naturalmente confluite nella sua ricca raccolta, che comprende foto, cartoline d'epoca e diapositive, un repertorio immenso ed esauriente di tutto quello che c'è da amare e conservare, da ricostruire e valorizzare qui, alle falde del Cimino.
Si scusa Valentino perché la sua memoria non é più come quella di una volta e per l'occasione ha preparato immagini e testi da leggere insieme; anche la voce é più bassa, ma lo stesso perfetta nella passione di definire ogni manufatto pregevole.
E così scopriamo un'interpretazione accattivante dei gruppi scultorei voluti dal Madruzzo, come un possibile tema di laurea, sempre strabiliante Valentino.
La chiacchierata scorre piacevole, una panoramica dello sviluppo urbanistico del paesello collinare sempre più imponente, ma artisticamente valido, fino alle ville periferiche, quelle ora private.
Amore per l'Arte nelle sue diverse forme, rispetto per la Storia e Studio costante, questi i punti forza di un uomo che ha dedicato anni e fatiche alla sua passione e che ancora ha tanto da insegnarci, grazie Valentino.
INTERMEZZI LETTERARI
Al paesello si sa, i talenti sono numerosi, insoliti, inusuali, importanti e per certi versi fondamentali.
Ecco perché camminando e riflettendo ho immortalato alcune perle di saggezza letteraria, non fosse mai che andassero perse, distrutte o coperte certe massime di tale fondamentale filosofia di vita.
Le testimonianze letterarie vanno preservate, studiate e condivise per la crescita civile e storica di noi tutti, insieme.
Prego a voi il piacere della scoperta, della riflessione e del commento, se volete!
Giorgia ti ama, te lo dice il fratello minore del GGG di R. Dahl, il GG e non abbiamo dubbi al riguardo, lo ha scritto sul suo diario, ma siccome poi era troppo privato ha pensato bene di renderlo palese al mondo intero, sfruttando un muro qualsiasi, così, tanto per rimanere sobrio.
Questa ha una vaga idea di Ventennio, non so però che dire, chiederò a chi ne sa molto di più.
La nostra chiesina romanica, il retro viene usato per lanciare messaggi che non lasciano dubbi, ce n'è per tutti i gusti, però Gioia mia...
Anche qui é facile cadere in fallo, specie se riflettiamo su momenti passati da così tanto tempo, sale la voglia estrema di mandare tutti a...
Per chi esce dal paesello, sul muro della cosiddetta Porta Romana, ricordatevi di prendere il repellente, chissà può tornare sempre utile, in tempo estivo poi...
E per finire un inno alla modernità e al cambiamento, nel segno delle nuove generazioni.
Ecco perché camminando e riflettendo ho immortalato alcune perle di saggezza letteraria, non fosse mai che andassero perse, distrutte o coperte certe massime di tale fondamentale filosofia di vita.
Le testimonianze letterarie vanno preservate, studiate e condivise per la crescita civile e storica di noi tutti, insieme.
Prego a voi il piacere della scoperta, della riflessione e del commento, se volete!
Giorgia ti ama, te lo dice il fratello minore del GGG di R. Dahl, il GG e non abbiamo dubbi al riguardo, lo ha scritto sul suo diario, ma siccome poi era troppo privato ha pensato bene di renderlo palese al mondo intero, sfruttando un muro qualsiasi, così, tanto per rimanere sobrio.
Questa ha una vaga idea di Ventennio, non so però che dire, chiederò a chi ne sa molto di più.
La nostra chiesina romanica, il retro viene usato per lanciare messaggi che non lasciano dubbi, ce n'è per tutti i gusti, però Gioia mia...
Anche qui é facile cadere in fallo, specie se riflettiamo su momenti passati da così tanto tempo, sale la voglia estrema di mandare tutti a...
Per chi esce dal paesello, sul muro della cosiddetta Porta Romana, ricordatevi di prendere il repellente, chissà può tornare sempre utile, in tempo estivo poi...
E per finire un inno alla modernità e al cambiamento, nel segno delle nuove generazioni.
sabato 29 luglio 2017
GITA FUORI POSTO
Quando hai un'idea geniale dell'ultimo minuto, per un cambio di programma, ti senti la responsabilità che ti viene incontro, ti guarda e ti giudica: non é facile!
Eravamo stati a Calcata tanti anni fa, da fidanzati, ho pensato bene di riproporre la meta con i piccoli al seguito per una giornata spensierata... Peccato che il paese non abbia risposto con altrettanto entusiasmo: brutta copia di Civita di Bagnoregio, per qualche mancanza.
Si parcheggia la macchina dove capita, posti liberi, si attraversa uno spiazzo di fortuna che mette tristezza, trasandato e si oltrepassa la porta d'entrata al centro storico sotto il fuoco incrociato di più piccionacci, attenti voi anche a dove mettere i piedi per non scivolare.
Si arriva ad una graziosa piazzetta dove affaccia il duomo in evidente carenza di ossigeno, muffa e croste; si gira per i vicoletti in cui si nascondono graziosi negozietti vintage: abbigliamento, accessori, libri e memorie del passato. Peccato che qua e là spuntino immondizia, oggetti rotti e vecchi; arriviamo comunque al Museo della Civiltà Contadina, ingresso ad offerta libera, una sola grande stanza che ospita soprattutto attrezzi per il lavoro della canapa e tanto altro, anche una seggiola da dentista/barbiere che cattura l'attenzione; c'è il custode che gentilmente spiega qualche curiosità.
Peccato che gran parte delle attrattive chiuda per pranzo, noi abbiamo portato gustosi panini da consumare per strada, sul muricciolo, quindi siamo più che liberi di girare per il paese quasi desolato se non fosse per i tanti locali dai prezzi proibitivi per le nostre tasche pronti ad accogliere ospiti più o meno abituali.
Così giro dopo giro, affaccio con panorama sulla verde vegetazione, ce ne torniamo mesti, stanchi e sudati alla macchina non senza aver preso il gelato e aver acquistato quel bauletto di paglia che mancava nella collezione di borse della mia signorina.
Brutta l'impressione complessiva.
Sulla strada del ritorno, altra folgorazione culturale che ci fa deviare per Faleri Novi: una desolazione archeologica difficile da spiegare; la Porta di Giove immersa nel nulla della riarsa campagna viterbese, traffico sonnolento e oche del Campidoglio nella attaccata fattoria privata, mah!
Leggiamo con rammarico gli orario di apertura della chiesa, mai più una gita nel viterbese a cavallo dell'ora di pranzo, a meno che non si ha l'intenzione di sedersi comodi sotto una pergola a consumare prodotti tipici in tante salse.
Eravamo stati a Calcata tanti anni fa, da fidanzati, ho pensato bene di riproporre la meta con i piccoli al seguito per una giornata spensierata... Peccato che il paese non abbia risposto con altrettanto entusiasmo: brutta copia di Civita di Bagnoregio, per qualche mancanza.
Si parcheggia la macchina dove capita, posti liberi, si attraversa uno spiazzo di fortuna che mette tristezza, trasandato e si oltrepassa la porta d'entrata al centro storico sotto il fuoco incrociato di più piccionacci, attenti voi anche a dove mettere i piedi per non scivolare.
Si arriva ad una graziosa piazzetta dove affaccia il duomo in evidente carenza di ossigeno, muffa e croste; si gira per i vicoletti in cui si nascondono graziosi negozietti vintage: abbigliamento, accessori, libri e memorie del passato. Peccato che qua e là spuntino immondizia, oggetti rotti e vecchi; arriviamo comunque al Museo della Civiltà Contadina, ingresso ad offerta libera, una sola grande stanza che ospita soprattutto attrezzi per il lavoro della canapa e tanto altro, anche una seggiola da dentista/barbiere che cattura l'attenzione; c'è il custode che gentilmente spiega qualche curiosità.
Peccato che gran parte delle attrattive chiuda per pranzo, noi abbiamo portato gustosi panini da consumare per strada, sul muricciolo, quindi siamo più che liberi di girare per il paese quasi desolato se non fosse per i tanti locali dai prezzi proibitivi per le nostre tasche pronti ad accogliere ospiti più o meno abituali.
Così giro dopo giro, affaccio con panorama sulla verde vegetazione, ce ne torniamo mesti, stanchi e sudati alla macchina non senza aver preso il gelato e aver acquistato quel bauletto di paglia che mancava nella collezione di borse della mia signorina.
Brutta l'impressione complessiva.
Sulla strada del ritorno, altra folgorazione culturale che ci fa deviare per Faleri Novi: una desolazione archeologica difficile da spiegare; la Porta di Giove immersa nel nulla della riarsa campagna viterbese, traffico sonnolento e oche del Campidoglio nella attaccata fattoria privata, mah!
Leggiamo con rammarico gli orario di apertura della chiesa, mai più una gita nel viterbese a cavallo dell'ora di pranzo, a meno che non si ha l'intenzione di sedersi comodi sotto una pergola a consumare prodotti tipici in tante salse.
DILLO CON UN LIBRO
Questa mattina ero in biblioteca - ! - ed ho scovato tre libri per bambini veramente interessanti, che vorrei sottoporvi per affrontare con loro alcuni temi difficili o particolari, che comunque mettono in difficoltà l'adulto o il bimbo: con un libro risulta più facile capirsi!
Quando mia madre aspettava la secondogenita, io ancora non sapevo come nascevano i bimbi, nessuno in casa mia me l'aveva spiegato o aveva intenzione di spiegarmelo: con i miei genitori credo di non aver mai parlato di sesso e tuttora il tasto viene solo sfiorato. Comunque, in farmacia avevano regalato alla mamma un libro ben illustrato che ero riuscita a scovare, infilato in fondo ad un cassetto e che curiosa ho sfogliato tante volte per capire da dove arrivasse l'intruso per cui si stava preparando il corredino.
Ecco, per me quel libro di cui ricordo perfettamente le immagini è stato illuminante e poco imbarazzante, perché lo guardavo da sola, leggevo le didascalie e cominciavo a capire un poco.
Questo fa parte di una collana che narra le differenze tra due principesse, tutto in rima, semplicemente imperdibile per sottolineare che non siamo tutti uguali e che non dobbiamo per forza assomigliare ai nostri genitori, i quali alla fine ci vogliono un mondo di bene per come siamo veramente e non per come dovremmo apparire!
Questo in particolare si occupa di vacanze: quello che desideriamo o quello che decidono i grandi?
Questo invece, ricco di immagini colorate e ben curate, sottolinea tutto il bello dell'essere figlio unico, non solo e sofferente di solitudine, che sembra il male del momento della società: la narrazione ricerca il buono in ogni situazione e permette di capire l'importanza dei legami familiari, di amicizia e sociali.
L'ultimo che vi segnalo invece è adatto per bambini un poco egoisti, troppo attaccati ai propri giochi e mai disposti alla condivisione: il fantasma nel corso della storia impara a guadagnarsi un'amica con cui condividere giochi, esperienze e ottimi risultati, il tutto condensato in un grande biglietto di saluti finali divertente e accattivante.
Quando mia madre aspettava la secondogenita, io ancora non sapevo come nascevano i bimbi, nessuno in casa mia me l'aveva spiegato o aveva intenzione di spiegarmelo: con i miei genitori credo di non aver mai parlato di sesso e tuttora il tasto viene solo sfiorato. Comunque, in farmacia avevano regalato alla mamma un libro ben illustrato che ero riuscita a scovare, infilato in fondo ad un cassetto e che curiosa ho sfogliato tante volte per capire da dove arrivasse l'intruso per cui si stava preparando il corredino.
Ecco, per me quel libro di cui ricordo perfettamente le immagini è stato illuminante e poco imbarazzante, perché lo guardavo da sola, leggevo le didascalie e cominciavo a capire un poco.
Questo fa parte di una collana che narra le differenze tra due principesse, tutto in rima, semplicemente imperdibile per sottolineare che non siamo tutti uguali e che non dobbiamo per forza assomigliare ai nostri genitori, i quali alla fine ci vogliono un mondo di bene per come siamo veramente e non per come dovremmo apparire!
Questo in particolare si occupa di vacanze: quello che desideriamo o quello che decidono i grandi?
Questo invece, ricco di immagini colorate e ben curate, sottolinea tutto il bello dell'essere figlio unico, non solo e sofferente di solitudine, che sembra il male del momento della società: la narrazione ricerca il buono in ogni situazione e permette di capire l'importanza dei legami familiari, di amicizia e sociali.
L'ultimo che vi segnalo invece è adatto per bambini un poco egoisti, troppo attaccati ai propri giochi e mai disposti alla condivisione: il fantasma nel corso della storia impara a guadagnarsi un'amica con cui condividere giochi, esperienze e ottimi risultati, il tutto condensato in un grande biglietto di saluti finali divertente e accattivante.
SANTARELLO CHE VAI...
Processione in onore di Santissima Maria Assunta, ore 21:30 si parte dalla chiesa della Madonna delle Grazie. Un folto gruppo di partecipanti, la banda di Vitorchiano, la Confraternita della Misericordia di Soriano oltre naturalmente alla Confraternita del Santarello: tanti devoti muniti di candele colorate per le vie di campagna, nel buio del percorso illuminato da piccoli ceri in buste di carta, molto incantevole.
É la prima volta che partecipo, incredibile quanti appuntamenti mi sia persi nella storia: quando mi vede il sindaco mi saluta e mi apostrofa a ricordarmi che non ne perdo una, con i pargoli al seguito, salve sindaco!
Don Enzo che guida le preghiere nelle stazioni di posa, altarini a tempo lungo la strada, per un giro comunque comodo, in piano e su strada asfaltata, con la musica della banda; quando si fa ritorno al piazzale della chiesa e dopo i saluti finali c'è anche uno spettacolo pirotecnico, sempre magico specie per i piccoli.
E per chi vuole continuare a festeggiare anche un rinfresco, per godere di quattro chiacchiere tra amici al fresco della campagna silenziosa e nera, suggestivo.
https://www.facebook.com/festadellabisteccasantarello/?fref=ts
É la prima volta che partecipo, incredibile quanti appuntamenti mi sia persi nella storia: quando mi vede il sindaco mi saluta e mi apostrofa a ricordarmi che non ne perdo una, con i pargoli al seguito, salve sindaco!
Don Enzo che guida le preghiere nelle stazioni di posa, altarini a tempo lungo la strada, per un giro comunque comodo, in piano e su strada asfaltata, con la musica della banda; quando si fa ritorno al piazzale della chiesa e dopo i saluti finali c'è anche uno spettacolo pirotecnico, sempre magico specie per i piccoli.
E per chi vuole continuare a festeggiare anche un rinfresco, per godere di quattro chiacchiere tra amici al fresco della campagna silenziosa e nera, suggestivo.
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