Ecco, sono quasi arrivata, prossima settimana mi tocca, come a tanti altri prima e dopo.
Sale l'ansia, mi prende un leggero panico da studentessa pivella, cominciano a vacillare le mie poche certezze di sapere e saper fare, qualità che non sempre ho tenuto ferme nei miei pugni.
E allora la mente vaga, al nulla eterno, alle morte stagioni perché mi sento avanti con gli anni, forse inadeguata a dimostrare certi pregi, ma la mia vita mi ha riservato troppe sorprese e poche certezze.
Però mi impegno, lo devo riconoscere, a scrivere proprio come ora, a leggere - sto immersa in un delizioso romanzo della Pitzorno sull'archeologia e poco, molto poco, a studiare quegli argomenti ostici, curricolari, fondamentali per riuscire a diventare straordinaria.
Ma se non ci riuscissi?
Cosa pensereste di me medesmo meco?
Non sarei sempre una donna in gamba, una mamma pasticciona, una blogger forte e decisa?
Certo di essere una valida insegnante dovrei guadagnare il titolo, dopo aver risposto ai quesiti, digitato nel tempo concesso, tradotto dall'idioma delle straniere genti dall'altra parte della nostra regione, in terra pontina, con la compagnia del mio cavaliere, fedele vassallo sin da giovinezza.
E poi rifletto su un possible fallimento, se quanto dovessi ottenere non fosse alla mia portata, se non riuscissi a dimostrare quanto valgo, in cattedra.
Dovrei pensare ad un mea culpa pubblico, sonoro, magari anche ad un ritiro dalla vita activa/negotium per dedicarmi alla comtemplativa, dell'otium ciceroniano/petrarchesco.
Cigola la carrucola, tanto gentile e tanto onesta appaio, ma forse superficiale, perché non mi applico e perdo tempo prezioso.
Ci provo a far bene, ogni giorno sin dalla prima ora, pure referente e coordinatrice, in aula come in cortile o per le vie del borgo non dal ribollir dei vini ma alla ricerca delle testimonianze storiche materiali, come scritto nelle Indicazioni:
I docenti sono chiamati non a insegnare cose diverse e straordinarie, ma a selezionare le informazioni essenziali che devono divenire conoscenze durevoli, a predisporre percorsi e ambienti di apprendimento affinché le conoscenze alimentino abilità e competenze culturali, metacognitive, metodologiche e sociali per nutrire la cittadinanza attiva.