mercoledì 14 settembre 2016

AL DETTAGLIO

 Mi è venuta voglia di digitare queste semplici frasi vedendo il lavorio dei rioni in preparazione della Sagra: molti dei nostri commercianti aspettano fine settembre - inizi di ottobre per ossigenare la cassa, per rimpinguare il registratore, per accumulare un po' di risparmi in vista del letargo autunnale pre-natalizio. E la Sagra è l'occasione ideale per vedere fiumi di persone in giro per il paesello, in cerca del prodotto tipico, del regalo, del ricordino, di bevande e viveri, di tutto un po' insomma.
 Molti durante l'estate si sono ostinati ad affermare che il paesello è in coma - più o meno medievale, peccato che non abbiano trovato la forza e le idee per concretizzare le loro critiche; sono fermamente convinta che bisogna sostenere le attività commerciali piccole, ma importanti per la nostra realtà paesana: quando chiude un negozio allora muore un pezzetto di paese.
 I piccoli commercianti donano, devolvono, raccolgono, finanziano, sponsorizzano tutte le manifestazioni, i raduni, le tombolate, le processioni, i fuochi d'artificio e i cantanti sul palco, sperando certo in un rientro economico, molta pubblicità, sonore vendite e ringraziamenti disinteressati ma sinceri dei concittadini, che invece non trovano niente di meglio da fare che lamentarsi di tutto quel che si gode.
 Non abbiamo un ottico, ad esempio, né un negozio di infanzia vero e proprio - scarpe comprese - non che non ci abbiano provato, ma la missione è fallita: se continuiamo a comprare fuori chiuderanno altre attività soffocate dalle tasse e dalla solitudine.
 Quando ero piccola c'era alle Piazzette il mercato dell'erba: belle signore dalla faccia tonda e rossa, il grembiule e la bilancia a piatto che vendevano le verdure del loro orto; ora cibi precotti e/o surgelati ti guardano ammiccanti dal banco frigo. in splendide confezioni che si svelano poi una ciofeca quando poi apri la scatola.
 Non si risparmia nel grande Centro Commerciale, perché si compra sempre più del dovuto, si fa man bassa di offerte di prodotti anche poco utilizzati, ma troppo appetibili, convincenti e sottocosto per lasciarli andare e poi ci si ferma al bar per gelato-cono-cappuccino-gomme-caramelle-birretta...e si spende il doppio di quel che si è risparmiato sul volantino.
 Molti dei miei concittadini comprano e non pagano subito, fanno annotare l'importo e aspettano il primo del mese, quando con la pensione in mano passano in tutti i negozi a saldare: questo alla cassa della grande distribuzione non avviene; ho visto anche regalare pane e cibi vari a chi ha bisogno: nessuno che chiede, esce con la mano vuota.
 I miei commercianti di fiducia mi fanno sconti e offerte-famiglia molto apprezzati, mando anche i pargoli in missione senza tema di essere ingannata o raggirata.
 Aiutiamo il piccolo.

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