martedì 27 settembre 2016

SIAMO NOI QUELLI CHE...

 Scrivo questo articolo senza tema di smentita, perché si tratta di situazioni vissute, di parole ascoltate, di occasioni mancate. Scrivo per trovare un rimedio, mettere un punto fermo, stabilire un argine, nel mio piccolo certo, non posso pontificare io, però qualche spunto di riflessione posso ancora offrirlo...

 Preferiamo scrivere sul social quel che non ci sta bene e causare un effetto domino di attacchi e risposte, di accuse e difese, piuttosto che pararci davanti alla persona che ha commesso un torto nei nostri confronti e chiederle una spiegazione a viva voce, semplice e risolvibile.

 Come avvoltoi, ci fiondiamo nel negozio che effettua una svendita totale causa chiusura e compriamo sottocosto, anche se in tempi non sospetti non siamo mai entrati in quel negozio, causandone la conseguente chiusura.

 Ci lamentiamo della strafottenza delle altre religioni, delle pretese degli infedeli e poi non solo non andiamo neanche alla messa domenicale a perdere un'ora del nostro prezioso tempo, ma non lasciamo occasione di parlar male dei preti e di tutto sanpietro.

 Senza studi specifici o conoscenze adeguate, parliamo a tu per tu con insegnanti, dottori, avvocati e tutto il cucuzzaro in modo tale che facciano bene il loro mestiere.

 Non ci immischiamo nelle faccende dei figli perché sono ragazzate, fino a quando la vittima non è proprio il nostro pargolo e allora spostiamo anche re Artù e tutta la Tavola Rotonda per avere ragione e punire il presunto bullo.

 Preferiamo investire i nostri soldi in attività commerciali esterne e lontane, piuttosto che spendere in imprese paesane, che rischiano il soffocamento da tasse e affitto e poi ci lamentiamo se chiudono le botteghe e non ci sono più certe maestranze.

 Meditiamo un poco prima di parlare e di agire, poi non si può tornare indietro e le conseguenze si pagano, spesso assai care.

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