domenica 11 settembre 2016

SONO UNA MEZZA TACCA

 Riflessione della sera, a seguito di uno scambio di messaggi - per il mio genetliaco - con un amico, il cui giudizio non mi è indifferente: non sono una critica a regola d'arte e non sono una scrittrice, neanche in senso lato; non sono una professoressa di prima categoria né sono una casalinga perfetta: ergo? Sono una mezza tacca, in carne ed ossa.
 Pur riconoscendomi delle buone qualità nel descrivere la realtà che ci circonda, con parole lievi ma profonde e sensate, il mio amico si lamenta di un mio certo tentennamento, di una mia non-posizione critica, di un mio buonismo di fondo che intaccherebbe la veridicità di una professione seria.
 Che dire a mia discolpa?
 Vorrei essere ricordata dai posteri per il mio saper scrivere e descrivere i fatti di costume e società contemporanei certamente, ma mi sento una critica a tutti gli effetti, forse un po' troppo buona e pacifica, quello sì, ma per il semplice fatto che sono alle prime armi. Devo farmi conoscere, apprezzare e chiamare, non vorrei comportarmi scorrettamente solo per raggiungere e impressionare più pubblico: se un evento o una persona non mi sono piaciuti o mi hanno scocciato, capita che non ne parli, taccia, tenga le acque calme e non produca frase scritta, per non "crearmi nemici" inutilmente e per non avere antipatiche seccature.
 Sempre secondo il mio amico, dovrei diventare più cattiva e assumere una posizione: quando questo mio impegno diventerà una professione, per gli altri perché per me già lo è, allora qualcosa cambierà, avrò una voce in capitolo da alzare e sarò rispettata per i miei pensieri e parole.
 Invece, per il mio principe azzurro il problema sta nella mia poca fermezza, nella mia scarsa autoconsiderazione, per cui dovrei esigere quel che mi spetta e non mostrarmi arrendevole e "disponibile" con tutto il mondo creativo che bussa al mio blog e alla mia pagina social.
 Sono confusa, molto confusa, non mi resta che riflettere sgranocchiando qualche arachide tostata e risollevare il mio triste morale letterario, sempre più lontano anche dalla Vojola d'oro.

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