mercoledì 3 ottobre 2018

IACOVOS, IL CIPRIOTA, ARRIVATO

 Bene e oggi è andata: appuntamento davanti all'Istituto di Orte per le 16:30, siamo arrivati con un certo anticipo e già il gruppo di giovanissimi studenti di lingua greca era in attesa con le insegnati accompagnatrici, bagagli a terra ad attendere le varie famiglie che si occupassero dell'alloggio.
 Non avevo riconosciuto il nostro ospite, di primo acchito, ho lanciato un generico saluto, in italiano ovviamente e mi sono presentata con una decisa stretta di mano; invece il principe mio sì aveva intercettato tutti, ma lo scambio di saluti non ha emozionato, timorosi loro, anzi sono rimasti un poco distanti; ci siamo attardati per capire bene la logistica degli spostamenti dal paese alla scuola, abbiamo chiesto il permesso di girare liberi sabato e ci siamo fatti raccontare la veloce gita mattutina per Roma - Colosseo, Fontana di Trevi e Vaticano, già visti!
 Caricate le valigie in macchina, siamo tornati alla base passando per il campo sportivo dove il piccoletto si stava allenando; sul pianerottolo di casa, la nonna ha accolto il ragazzo come fa ogni giorno con i nipoti al rientro della scuola con una raffica di domande e complimenti, solo che Iacovos l'ha abbracciata e baciata senza rispondere niente, in piedi, in silenzio.
 Dai bagagli è uscita come dono di ringraziamento una dolce scorta di dolci e frutta secca, speciale tentazione da parte dei genitori del ragazzo e una sporta di stoffa con la stampa di immagini tipiche antiche.
 Per cena abbiamo lasciato che scegliesse il timido e silenzioso ragazzo tra una pizza e i panini con le polpette di carne schiacciate e così siamo andati nel locale che sembra una parolaccia, affamati, ma mentre l'ospite ha assaggiato come un uccellino, lasciando parte della portata, i miei pargoli si sono sbrigati a liberare il piatto, sarà che siamo buone forchette, ma anche cucchiai e coltelli...
 Finisce così il primo giorno, il primo impatto con il gemellaggio: la prima impressione di solito è quella che conta e che rimane; in casa c'erano in ogni dove panni da sistemare con stendino come accessorio; in bella vista anche la bustina con la raccolta di tappi di plastica per la vicina, non ho tirato fuori che qualche espressione anglofona con tanto di sottolineatura dei pargoli ironici al punto giusto, tutto il resto?
 Il piccoletto si è così espresso:
- "Do you like fish?"
- "No..."
- "Non gli piace il pesce, neanche a me! I like meat!
 Presentazione a posto.


Nessun commento:

Posta un commento