giovedì 18 ottobre 2018

SOSTENERE

  Ebbene, è passato un mese dall'inizio della mia nuova avventura, lungo e difficile per molti aspetti, per altri interessante e sorprendente.
 Sostengo, almeno cerco di portare avanti il mio compito nel migliore dei modi e non sempre ci riesco, mi servirebbero ancora altri studi, esami, prove e certificazioni per essere proprio completa, pensa tu! E dire che dal di fuori sembra tutto facile e tranquillo.
 Chi sostiene, impara ogni ora qualcosa di nuovo e ripassa argomenti e nozioni che pensava di aver abbandonato o accantonato: strumenti di precisione, lingue straniere, date e nomi, fenomeni scientifici ritornano tutti, si fermano lì e attendono di essere recuperati, spiegati e scritti in poco tempo e con precisione.
 Chi sostiene, si reca al lavoro con tutto un piano di attacco, una scaletta di incombenze, di spiegazioni e mappe concettuali che immancabilmente viene disattesa, lasciata con le quattro frecce in un angolo, sotto la sedia, all'attaccapanni.
 Chi sostiene, ascolta prima con il cuore poi con gli occhi e infine ma solo molto più tardi con le orecchie, magari in mezzo alla sana confusione di una classe, in vena di far baldoria se manca il docente curricolare.
 Chi sostiene, decide ma non troppo, consiglia ma aspetta, propone ma accetta compromessi, spiega anche se sa perfettamente che arriverà al destinatario una parola su cinque, quando poi ti va di lusso.
 Chi sostiene, sta in silenzio in attesa di indicazioni per aprire il libro, cercare la pagine e capirci qualcosa di programmi, esercizi, specchietti e sintesi di fine capitolo, poi la maggior parte delle volte riscrive il tutto, a parole semplici semplici, concetti all'osso e disegni raccogliattenzione.
 Chi sostiene intercetta anche quella materia che aveva scartato, decidendo di studiare altro nella vita, di dedicarsi a quanto di più lontano e distante dall'argomento odiato, sofferto e digerito a forza; poi per lavoro e passione segue composto, prende appunti, li semplifica.
 Chi sostiene non conta come gli altri, un po' di meno, poi però diventa indispensabile in caso di crisi, di bisogno, di silenzi prolungati.
 Chi sostiene ha bisogno di continui incoraggiamenti, di sentirsi supportato, di confronto e rassicurazioni.
 Chi sostiene impara sigle e termini misteriosi, come G.L.H.O o G.L.H.I, ma anche P.E.I. non scherza e all'inizio non sa dove mettere le mani, a quale santo rivolgersi, fino a quando non arrivano i benedetti dipartimenti, i corsi di aggiornamento e i consigli.
 Chi sostiene ha tutta la mia ammirazione, ancor di più se diventa una scelta di lavoro definitiva, perché se insegnare è una missione, il sostenere è una battaglia al buio.

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