sabato 29 dicembre 2018

CUGINANZA

 La chiamiamo "cuginata", la serata tutta dedicata a noi cugine di primo grado, carnali come si dice e alla seconda generazione già; questa volta si è aggiunta anche un'amica, bene: ci siamo riunite nel salotto di casa di Laura, elegante ed arredato con gusto, senza pargoli al seguito, nessuno neanche il più piccolo di neppure un anno, malefiche noi, ma se si tratta di una sola innocua sera di libertà, che lo sia fino in fondo.
 Non serve molto: antipasto gustoso e consistente, pizza a volontà, cesto di frutta mista, torta moretta, dolcetti fatti in casa dalla zia, doppio giro di caffè, bibite varie; non può certo mancare la voglia di stare insieme: c'è chi arriva dall'altra parte del Mediterraneo, chi da un'altra provincia, chi dal paesello limitrofo, ma bisogna esserci, per rivedersi almeno una volta l'anno, sotto le feste.
 Sto seduta in cucina al portatile, è tardissimo, ma non riesco proprio a pensare di stendermi, ho bisogno ancora di qualche ora per digerire la cenetta e allora ripenso alle chiacchiere, alle battute, ai problemi quelli seri e quelli futili, ai messaggi inaspettati e alla tombola sfigata.
 Siamo diverse, tanto diverse, anche se coetanee: ognuna per la sua strada, ognuna con la sua scelta familiare, lavorativa, di qualifica professionale, Stato di adozione, trasloco, compagni di vita, figli, mariti, insomma non è facile, ma l'esistenza delle donne non lo è, lo sappiamo.
 Quando eravamo piccole, tutte vicine, in fila, nate una di seguito all'altra, la famiglia era numerosa, chiassosa: non avremmo mai scommesso sul futuro che poi invece abbiamo affrontato; niente deve essere scontato, nulla di già deciso o prestabilito; tutto ciò che ai miei infantili occhi sembrava eterno ed immutabile, è volato via in pochissimo tempo, le certezze e le colonne portanti della famiglia sono sparite, altre sono state sostituite, ma certo niente rimane per sempre e questo lo abbiamo capito presto, purtroppo.
 Ci guardiamo: siamo molto differenti, anche nell'affrontare una questione e qui sta il bello; da una piccola semplice confessione, una battuta o un aneddoto di lavoro, scaturisce un discorso ampio, elaborato, una lista di possibili soluzioni, riflessioni psicologiche, analisi cliniche ed economiche, ma anche qualche pettegolezzo non guasta mai.
 Vorremmo scalare il mondo, organizzare viaggi all'estero, diventare ricche: intanto ci siamo procurate un bel borsone di cuoio e un biglietto aereo, la possibilità di comprare un cellulare nuovo, abbiamo pianificato il rientro dalle vacanze natalizie e la scuola dei pargoli; culliamo un progetto letterario in fieri e tanti disegni nel cassetto di Fatine; per il cenone del capodanno ci si deve ancora accordare, ma voi che fate?

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