domenica 16 dicembre 2018

MADRI NEL PALLONE

 Il fatto che i figli frequentino la scuola calcio costringe le povere donne a entrare in questo mondo strano; festivi, prefestivi, domenica, Immacolata, festa patronale: nulla fermerà la partita, lo scontro, il derby del calciatore di casa, peggio quando gli atleti sono due.
 Gli impegni di solito si programmano, altre volte capita che all'ultimo si infilino nell'organizzazione familiare orari e mete particolari, difficili, ma non impossibili, perché alle madri nulla resta da affrontare se non il miracolo!
 E allora capita di doversi armare di santa pazienza, calzettoni di lana, sciarpa, berretto, felpa, felpone e magari uno scafandro per salire sugli spalti in pieno inverno a meno due e assistere alla partita, tutta quanta, sacrosanti settanta minuti di tiri, rimpalli, corse da destra a sinistra e ritorno, più il recupero e la pausa.
 Qualche povera donna non si capacita della porta avversaria o di casa, quale sarà l'arbitro - pure lui sbarbatello e menomale che indossa maglia fucsia o azzurra, distinguibile - chi ha fischiato?
 E le regole, ne vogliamo parlare? Rigore, rimessa laterale, calcio d'angolo, barriera, fuorigioco... Ma perché non è rimasto legato alle Lego? Qualcuna batte le mani senza sapere bene il motivo, altre perdono il conto delle reti, i nomi dei ragazzi più o meno si conoscono, ma abbinarli al numero della maglia diventa difficile.
 E quando gli uomini commentano di azioni, schemi e punti in classifica, le donne si raccontano le ricette, si lamentano dei panni abbandonati sulla sedia o tra i giri della lavatrice; i maschi si infervorano per un fallo subito, lanciano qualche parolaccia, le femmine si preoccupano, mettono le mani in preghiera e urlano all'allenatore di informarsi sulle condizioni fisiche.
 Difficilmente perdono le staffe, ma se si tocca il cucciolo di casa...
 Madri, servizio taxi, doccia veloce dai...

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