lunedì 4 dicembre 2017

ALLA LUNA

 L'altro giorno una mia amica mi ha scritto un messaggio "strano", non adatto forse a donne adulte, con uno straccio di lavoro, una vita in gran parte delineata: mi ha chiesto cosa volessi fare da grande, chi desiderassi diventare. Non devo mai pensare molto alla risposta a questa e ad altre domande simili io, sono forse anche monotona o ripetitiva.
 Non che non sia grande, vaccinata, coscienziosa, con un briciolo di dignità femminile e femminista, ma...
 Ho tanti sogni nel cassetto, forse ancora tutti quelli di quando ero ragazzina: comincio a perdere le speranze. Chissà.
 Chi può affermare che dei sogni si può e si deve ad un certo momento della vita fare a meno?
 Vivere con la testa fra le nuvole, tra i castelli in aria non che sia proprio adatto alla mia età, alla mia condizione di adulta/modello per i pargoli, anzi forse sono troppo rigida, ma questo é colpa dei miei genitori tutti d'un pezzo loro, specie mio padre.
 Quanto dobbiamo covare i nostri progetti? Quanto tempo a disposizione ci resta, abbiamo, conserviamo, tratteniamo?
 Comincio a credere che non serva a nulla prefigurarci la strada del futuro, che non giovi ai giovani immaginare il dopo, meglio vivere il presente, l'attimo, anche se poi nel periodo adolescenziale nessuno gode del momento, aspettando tutti il futuro. Perché é così che funziona: vivi da piccolo attendendo la maturità, sei maturo ma non abbastanza e quando finalmente i tuoi capelli mostrano striature argentee segno di adulto serio e computo, vai e tingi, camuffi, ricalcoli e abbandoni la barca della "vecchiaia" tu che ancora ti senti giovane e forte, gagliardo e in grado di ribaltare il mondo.
 Ho un sogno grande, grandissimo, personale, anche forse da egoista allo stato puro: certo chiedo ogni giorno al Signore la salute per la mia famiglia e la forza dell'unità, ma poi cedo al pensiero di potermi affermare, poter scrivere ciò che sento e godere dei frutti della mia povera ottusa mente, annebbiata dal sonno sei sere su sette, confusa dalla quotidianità e presa da scadenze e incombenze esattoriali. Dura la vita delle sognatrici, dura la vita di chi non si arrende alla triste e ripetitiva quotidianità, ma in fondo poi chi sono? Chi mi credo di essere?

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