mercoledì 27 dicembre 2017

LA LUCE NEL BUIO

Silenzio, quiete notturna, pace interiore, è solo in quell’istante che Elisabetta comincia a raccontare al suo portatile la sua storia, la sua vita fatta di momenti, istanti, sospiri, parole mai dette. Strana la natura umana, ancor di più strano l’animo delle donne, che parlano ma non dicono, ascoltano e si immedesimano, percepiscono anche il battito d’ali delle farfalle, la voglia di non essere lì ma altrove.
Elisabetta aspetta che tutti siano andati a riposare, siano crollati su sogni d’oro importanti, che elevano lo spirito oltre la pesantezza della quotidianità per poter liberare la sua fantasia. Lei, lei scrive quel che sente, da sola; immagina mondi, immagina volti di persone che leggono interessate le sue parole, i giudizi, le frasi sconnesse di vorticosi pensieri. Aspetta così il suo momento d’oro, la rivalsa, l’attesa e agognata rivincita su tutti coloro che la guardano con sufficienza per strada, a scuola, alle feste di compleanno.
Ha bisogno di sentirsi libera di esprimersi e ci riesce solo con quei pensieri e quelle parole affidati al computer: batte il suo cuore, si risveglia dalla semplicità dei discorsi, dalle chiacchiere e dal vissuto per volare al di sopra delle nuvole, al di là del mare, fuori dalla stanza del suo piccolo appartamento ben tenuto e curato, ma semplice e modesto. Elisabetta ci riesce, vuole cominciare a vivere, veramente.
Nessuno conosce la sua passione, nessuno immagina quanto si senta libera, perché quel che scrive rimane in memoria, custodito gelosamente: è il suo alter ego, un piccolo segreto riposto in un angolo.

Elisabetta qualche volta è tentata di parlarne a Micaela, sua fedele e preziosa amica, ma teme che così facendo svanisca la magia della solitudine notturna, quel dolce piacere di unicità.

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