domenica 9 settembre 2018

PRENDERE UNA DECISIONE

 Quanto ci impegna prendere una decisione importante?
 Molto, tanto da perdere la cognizione del tempo, isolandosi dal resto del gruppo, rimanendo estranei a conversazione e giochi, restando sulle nuvole, distratti, affogati di pensieri e antipatici.
 Quando la decisione riguarda il lavoro, cominciano a farsi avanti mille dubbi e interrogativi leciti, sinceri e meno importanti, tutti a contribuire a mandarti in confusione, confonderti la mente, annebbiare la capacità di discernimento, stare fermi sul baratro, in bilico, in equilibrio precario.
 Ansia, isterismo diffuso, mutismo, silenzio preoccupante, potrebbero essere alcuni degli stati d'animo provati e registrati, anche in fasi alterne; perché la decisione di lavoro comporta un cambio, un grosso mutamento, una presa di posizione forte: quando si è giovani bisogna pensare a costruire il proprio curriculum, scegliere la giusta esperienza, cercare di maturare le buone conoscenze, ma anche trasferimenti o addirittura espatri, staccarsi dalla famiglia e dagli amici, da quelle abitudini che accompagnano magari da tutta una vita.
 Se invece si è grandi abbastanza da tenere un compagno di vita, i figli, magari i genitori anziani la scelta risulta ancora più sofferta, perché inevitabilmente coinvolge più persone, la tenuta di più individui, il risultato di certi equilibri che potrebbero vacillare.
 Allora, come si sceglie? Per il guadagno, il ricavato, il sorpasso in carriera, l'avanzamento?
 Oppure per la vicinanza a casa, l'accontentarsi del poco ma buono, del già vissuto e conosciuto?
 Come si prende una decisione di lavoro?
 Di testa, ponendo sulla bilancia i pro e i contro tutti, soppesando, sottraendo e addizionando e si arriva ad un risultato equo e soddisfacente?
 Di cuore, lasciando da parte assegni e contratti, ascoltando palpitazioni, sussulti, ronzii d'orecchi e sorrisi che affiorano sulle labbra al solo pensiero di ciò che ci aspetta?
 Di pancia, quando senti quel dolore che ti blocca, quella nausea che non ti fa avanzare allora sarà il caso di cambiare aria; quando senti le farfalle nello stomaco; oppure l'acidità.
 Scegliere, difficile: perché non sai a cosa andrai incontro, perché ti dispiace cambiare e lasciare ciò che conosci, perché magari andrai a perdere qualcosa; scegliere, ottimo: perché si cresce, si prende coscienza delle proprie capacità, si scartano il superfluo e l'inutile, si tirano le somme, si chiamano per nome le fregature e gli aiuti ricevuti...
 Chissà, se poi il destino ci metterà lo zampino e alla fine sarà il Caso a cambiare le tue carte in tavola?

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