Dunque, forse non ve ne sarete neanche accorti, ma quest'anno per la Festa delle feste non ho scritto nulla se non qualche riflessione spadaccina.
Ho pensato a queste poche righe, perdonatemi l'esternazione, ma è solo il mio piccolo miserrimo pensiero.
Sono cresciuta al Pisciarello, vivo in zona Castagni, all'ombra della chiesina più specialissima del paesello
e non me ne vergogno;
tifo per quel Rione che non vince premi per l'atletismo, ma per la conoscenza storica, il gusto culinario e la scelta delle stoffe
e non me ne vergogno;
da piccola ho partecipato al corteo storico, in seconda linea, poi niente sono sempre rimasta lungo il percorso a guardare, applaudire inorgoglita i miei compaesani
e non me ne vergogno;
pago il biglietto da spettatrice, applaudo il più forte possibile ogni esibizione, nella speranza di impressionare i miei pargoli con un po' di obiettività e amor profano
e non me ne vergogno;
vado poco a mangiare e bere nelle taverne, assaggio di tutto, giudico e valuto pagando come al ristorante
e non me ne vergogno.
Ognuno è libero di agire, giocare, sbandierare, colpire, correre, cavalcare, sfilare, indossare, esporre, parlare come crede, nel rispetto INFINITO degli altri, tutti gli altri senza insulti più o meno velati.
Ad ognuno il suo sogno, ad ognuno il suo eroe in calzamaglia.
Manca questo sì una certa dose di rispetto per l'altrui bravura, mancano i complimenti copiosi come gli sfottó, manca un po' di umiltà nel riconoscere il valore degli altri avversari.
Credo che chiusura mentale lasci poco allo sviluppo e al miglioramento di situazioni, luoghi e soprattutto persone: che si dia il giusto spazio a tutti, che si riconosca la bontà anche in chi ci sta di fianco, di lato, davanti e perché no, dietro!
Di siepe conosco solo quella di Leopardi, al di qua vedo solo il meglio che il mio paesello possa organizzare ed offrire, anche se qualche aggiustamento andrà studiato.
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