Un campo meraviglioso, morbido all'impronta, comodo per calciare e correre, ma gli spalti, un bagno, un bar, una panchina per quei poveri genitori arrivati dall'altra parte - o quasi - del Tevere?
Al campo al paesello si parte alle 13:30, che pure il pranzo è saltato, spostamento in auto private - e questa volta abbiamo anche approfittato di un comodissimo passaggio - arrivo nel deserto.
Lasciamo i campioni alle cure dei tecnici e ci spostiamo sempre su ruote al primo bar utile per un caffè, almeno quello, caldo e dolce... Poi tutto il restante tempo di gioco e intervallo in piedi, dietro alla rete verde, in fila tutti ad altezza campo/giocatori/linea laterale.
Nonni, padri e madri in apprensione, ad incitare e a battere le mani, il tutto a pochi metri di distanza dal pallone: ci guardiamo negli occhi, praticamente.
Sono forti gli avversari, terzi in classifica, reggono bene i nostri, ma non benissimo: finisce che perdono, ma ci sono piaciuti lo stesso, nonostante un errore in difesa fatale, si dice così!
Dall'errore è nata l'azione della prima rete, che poi ti prende lo sconforto quando parti col piede sbagliato - permettetemi il tristo gioco di parole...
Peccato perché i ragazzi avevano vinto bene nelle ultime dispute, un buon gioco di gruppo, noi siamo a favore del gioco di squadra, dell'affiatamento e del confronto, sempre e comunque.
Una battuta d'arresto, si dice, capita, poi nelle prossime settimane altri scontri, staremo a vedere .
Nessun commento:
Posta un commento