venerdì 19 aprile 2019

SI FA PRESTO A TEORIZZARE INCLUSIONE

 Argomento forte, questo, difficile da affrontare e da digerire.
 Si fa presto a teorizzare il quando, il come e il dove certi alunni particolari, con caratteristiche speciali debbano essere inseriti in gruppi lavoro, gruppi ascolto, gruppi di lettura, squadre sportive, complessi musicali, banda bassotti e la carica dei centouno.
 Il difficile sta nel mettere in pratica ogni consiglio, ogni suggerimento, ogni studio e tabella informativa.
 Tecnicamente, capisco la situazione, pondero come muovermi, stimo la riuscita, ma poi la pratica si rivela ben lontana dal rapporto fisico, dall'appello, dall'elenco dei partecipanti; intanto perché parliamo di rapportarci a bambini sani, che ragionano da adolescenti, appena cresciuti fisicamente, ma ingarbugliati quanto a rapporti interpersonali.
 Cosa chiedere alla classe? Tecnicamente si può, anzi si deve; ma poi i ragazzi speciali non sono in grado di seguire gli altri, di emularli in tutto: nessuno può abbattere certe barriere, lo si chiede a giovani studenti?
 In una partita di pallacanestro con attimi concitati, passaggi serrati, sul filo del punteggio pari, nessuno si arrende, lascia il passo o si esclude dal gioco, tutti vogliono contribuire alla vittoria, senza concedere favori, scambi o regali.
 Il ragazzo carente, neanche seduto a tavola in mezzo agli altri riesce a dialogare, a partecipare alla discussione per intero, perché magari non arriva dove si allenano gli altri, non si muove da casa senza un adulto, non si è mai allontanato dal quartiere per più di un'ora e comunque sotto sorveglianza.

 Condividere, dividere, offrire, immettere, aggregare: quanti verbi per un'unica, difficoltosa azione.
 In una banda, puoi seguire il ritmo, anche se non riesci a suonare uno strumento a fiato, magari scegli le percussioni e allora dai il tempo, segni il ritmo, ma per quanto? Se poi si tratta di un ritmo di semplice riproduzione, quando invece il passo diventa forte o veloce?
 Per non parlare del modo di affrontare gli impegni scolastici propriamente detti - leggi interrogazioni e verifiche: lo studente "speciale" è capace di fissarsi sullo scoglio successivo, sulla materia osteggiata, sull'insegnante che lo mette a disagio, anche due settimane prima dello scadere della prova: e allora si salvi chi può.
 Includere, aiutare, esserci, supportare: azioni di non facile applicazione, fattibili in teoria, molto impegnativi in pratica; non sempre poi i genitori sono così lungimiranti, accorti e sensibili quando si tratta di lavorare insieme, ripetere, accordarsi per ritrovarsi, sedersi a tavola e chiacchierare come se non esistessero quelle differenze sostanziali tra uno sano e un "malato", uno che non si accontenta di niente e uno che vorrebbe a tutti i costi assomigliare agli altri.

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