Quando quindici giovanotti morivano per mano dei Tedeschi.
Quando la biancheria di casa, preziosa, era custodita nella cassapanca di legno, da mettere in salvo a spalla nella cantina dietro alla catasta di legna.
Quando si faceva l'amore, in casa della fidanzata, seduti composti alla presenza della madre almeno, la sera dopo cena.
Quando c'era il coprifuoco e non si poteva girare per il Paese dopo le 21:00.
Quando c'era la fame e si mangiavano gli spaghetti la sera della Vigilia di Natale e per Capodanno.
Quando eri un carabiniere di servizio in Albania, protettorato italiano: miseria dei civili, dei bambini che venivano a chiederti un poco di minestra con un bicchiere per portarla ai fratellini rimasti in casa.
Quando aspettavi le ragazze all'uscita della messa, fuori dalla chiesa e le riaccompagnavi a casa e basta.
Quando i Tedeschi ti cercavano, per portarti via, ma riuscivi a nasconderti per una stradina scoscesa di campagna sconosciuta a tanti, in mezzo ai rovi, nelle grotte.
Quando i panni si lavavano a mano, con lisciva, cenere e grasso: sapone fatto in casa, al fiume e, più tardi, al lavatoio in paese, anche di notte, senza l'energia elettrica ma con la candela a illuminare il buio.
Quando il Re non comandava niente e c'era Mussolini che si affacciava al balcone e tuonava i suoi discorsi con quel vocione e chiedeva l'unità del Paese.
Quando sono stati chiamati alle armi quei giovanotti classe 1920 - 1921 e sono partiti.
Quando in classe c'era la Maestrona, grossa e cattiva, che ti puniva sui grani in ginocchio se sbagliavi o ti bacchettava i palmi delle mani.
Quando non mangiavi la carne quando volevi, ma solo la domenica e rubavi di notte la polenta avanzata della cena, prima che il resto della famiglia si svegliasse per fare colazione.
Quando giocavi a palla con la vescica di pecora.
Quando intingevi il pennino nel calamaio dell'inchiostro, per scrivere.
Oggi pomeriggio abbiamo ascoltato nonno Tullio, classe 1922: occhi lucidi e spirito forte; il bisnonno di Manuel siede comodo sul divano, la famiglia ci accoglie con grande ospitalità, nell'appartamento di Calcata.
Gli alunni di prima e seconda media di Faleria e Calcata in cerchio ascoltano in silenzio i ricordi suscitati dalle tante domande e il signor Cristian, il padre di Manuel, ci aiuta a capire e a decodificare luoghi - persone - oggetti. Dalla gavetta in poi, solo grandi emozioni.
Continua così ad arricchirsi il progetto scolastico La biblioteca che non c'è e non possiamo che esserne soddisfatti.
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