venerdì 4 marzo 2016

LETTERA AL NIPOTE

 La maestra del piccoletto di casa ha vivamente consigliato, per chi ancora non lo avesse fatto, di leggere ai pargoli la lettera di Eco al nipote, uscita su un settimanale nel gennaio 2014. Fatto.
 Ottima lettura, niente da obiettare, ottimi argomenti in parole povere e per niente scontate, esempi alla portata di tutti, quanto mi piacerebbe scrivere come Eco, e chi non lo desidera!
 Non ho mai studiato a pappagallo, anzi, per mia indole non ha mai neanche ripetuto, perché mi infastidisce ascoltare le stesse parole ripetute più volte, meglio riscrivere i testi o leggere altro.
 Però sin dalle elementari le mie insegnanti mi hanno "costretta" ad imparare poesie, coniugazioni verbali, formule matematiche e brani di autori classici. A me piaceva e piace ancora oggi recitare le poesie di Foscolo o i versi di Dante, perché no?
 La memoria è un tesoro.
 Ricordo che da piccola mi affascinava un signore anziano che veniva a passare l'estate al fresco del paesello e trascorreva intere giornate a riempire di letterine quei misteriosi quadratini bianchi e neri di enigmistica, una scheggia.
 Così come il padre della mia amica, ormai anziano, è la memoria storica di tanti avvenimenti, documenti, bellezze artistiche del luogo dove abitiamo e mi ricorda che il segreto è continuare a studiare sempre, allenarsi e non sentirsi mai appagato, anzi con umiltà socratica guardarsi attorno e scoprire di aver tanto ancora da imparare.

http://espresso.repubblica.it/visioni/2014/01/03/news/umberto-eco-caro-nipote-studia-a-memoria-1.147715






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