martedì 25 ottobre 2016

QUANTE VOLTE HO GUARDATO IL CIELO

 Siamo alla fine di un'altra lunga giornata, peggiore di altre perché con le mie amiche ho partecipato all'ultimo saluto alla sorella di una cara coetanea; non servono tante parole ben scritte, messe al punto giusto, nessuna frase che possa consolare il dolore dei genitori, della grande famiglia, niente.
 Corriamo, ci affanniamo, cerchiamo la felicità sempre nel dopo, sempre oltre il nostro traguardo, nella vita degli altri, anche se inventata, falsa o fuori fase; viviamo per chi o cosa? Non riusciamo a goderci la famiglia, i figli ci sfuggono e li ritroviamo già grandi e autonomi - o così pare a noi - il rapporto con l'altra metà del cielo diventa laborioso, insostenibile, impegnativo, meglio declinare o lasciar scorrere.
 Purtroppo è così: a chi non è mai capitato di pronunciare o sentirsi rispondere di non aver tempo, di non riuscire a sbrigare neanche le incombenze minime giornaliere, figuriamoci gli extra, allora per chi e cosa viviamo? Se non abbiamo la possibilità di renderci conto del trascorrere del tempo che ci è concesso di vivere su questa terra, lo sprechiamo, lo perdiamo, lo impieghiamo male, allora cosa ci resterà alla fine della corsa? Cosa avremo lasciato a chi ci sopravvive?
 Come sempre la teoria mi è chiara, limpida, netta, poi al solito difetto sulla pratica: cerco di accontentare e assecondare desideri e richieste di tutti, che comportano anche impegno, dispendio di energie e cartamoneta, che naturalmente non piove dal cielo... Allora come si ferma il circolo, dove è il punto di equilibrio tra il dire e il fare? Non servono formule magiche, non serve teoria astrofisica, si tratta di correre dietro a sogni di gloria, carriera, perfezione materna, gioia coniugale, parità di diritti, eterna giovinezza, forma fisica e chi più ne ha più ne metta.
 Però solo suggerimenti fattibili, non castelli di carta di ragionamenti astrusi...

Quante volte ho guardato al cielo
ma il mio destino è cieco e non lo sa...
che non c'è pietà, per chi non prega e si convincerà
che non è solo una macchia scura...il cielo...
Quante volte avrei preso il volo
ma le ali le ha bruciate già
la mia vanità e la presenza di chi è andato già
rubandomi la libertà...il cielo...

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