Gli autori sono due giovani intellettuali, che vivono e lavorano a Viterbo, Daniele Camilli, caro compagno di studi classici, e sua moglie Roberta de Vito, che ho avuto il piacere di conoscere proprio in questa occasione.
Primo complimento a Daniele l'aver ringraziato i suoi genitori, presenti in sala, che gli hanno permesso di studiare, loro di famiglia operaia e dotati di licenza elementare. Non mi capita spesso di sentire sottolineate le proprie origini in un contesto alto e istituzionale, ecco perché mi piace Daniele.
Intellettuale l'ho definito e direi a tuttotondo: parte comunque dalla difesa del territorio, dall'attenzione alla vita e alle attività rurali, per poi indagare la realtà e gli sviluppi economici di questa nostra povera provincia.
La memoria, la storia, i fatti e il volerli cancellare con il cemento, dimenticare così il passato, come è possibile?
Ci sono ancora uomini che non si arrendono, che vogliono scoprire la verità, che scrivono e divulgano, dal momento che la parola scritta è ancora un'arma molto forte per fermare progetti avventati o idee malsane, e Daniele è uno di quelli, insieme alla sua compagna di vita.
Alla conferenza erano presenti anche studenti del nostro liceo classico, corsi e ricorsi della storia mi è venuto pensato. Daniele ci è riuscito: ora è lui seduto in cattedra ad illustrare in modo semplice e immediato il suo lavoro, le ricerche d'archivio, le battaglie.
Ho naturalmente acquistato il libro, cercherò di leggerlo in breve tempo, per informarmi su una questione vetrallese che conosco poco e per poterne poi scrivere una buona recensione.
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