venerdì 8 aprile 2016

FINO A QUESTO PUNTO?

 Non riusciamo a far beneficenza, senza pensar male di chi propone la raccolta dei fondi.
 Non crediamo nella bontà d'animo che spinge alcune persone alla carità, cerchiamo comunque un secondo fine.
 Non vediamo mai limpida la carriera di una donna: deve aver per forza concesso favori sessuali.
 Non ammiriamo le virtù degli altri, non valgono per noi da esempio e da sprono: l'invidia offusca il nostro animo in modo distorto.
 Non sono sufficienti innate capacità personali, chi arriva in alto ha ottenuto per forza un aiutino.
 Non ci basta riflettere sugli sbagli della nostra famiglia, andiamo a sindacare gli errori dei figli altrui.
 Godiamo della caduta degli altri e non ci accorgiamo degli inciampi del nostro cammino.
 Preferiamo svalutare il talento dell'altro che impegnarci a migliorare la nostra tecnica.
 Non siamo mai soddisfatti dei nostri traguardi, perché ci affanniamo a confrontarli con l'altrui esistenza.

 Penso che sia giunto il momento di impegnarsi per un cambiamento radicale, a cominciare dal piccolo mondo del nucleo familiare.


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