martedì 23 giugno 2020

LE IDEE, DAL DIRE AL FARE

 Quanto può valere il proprio pensiero? Tanto da rimanere arroccati, fermi e saldi, senza scendere a compromessi?
 Conviene portare avanti ideali, convinzioni, idee, convincimenti, opinioni...?
 Difficile, molto, specie se poi di mezzo c'è la famiglia, un paese piccolo, amicizie e pericolo di inimicizie, rancori, sberleffi, ripicche, smorfie e tutto il cucuzzaro al seguito.
 Io, per esempio, vorrei togliermi qualche sassolino dalla scarpa, usando magari questo blog, ma ci sto pensando e ripensando per non essere poi tacciata di scompigliare l'ordine pubblico costituito, di sollevare polemiche di piazza infruttuose, di cercare il pelo nell'uovo didattico, di correre incontro alla notorietà, di intromettermi in beghe politiche, di impicciarmi di fatti e situazioni di cui conosco poco gli ingranaggi, perché non sono informata, formata, sformata sì forse però.
 Ci sono battaglie che vale la pena combattere ancora? Certo.
 Ma per cosa?
 Ho visto compagni, ragazzi "rivoluzionari", alternativi, sdruciti che poi si sono ammogliati, accasati con i benpensanti, hanno trovato un impiego saggio e magari la villa del suocero; così come ragazze con i motti, i pugni, le scritte, le magliette svaniti così a fine anno, al mare al club al golf
 Anche chi combatte i moralisti, chi sta contro i reazionari, chi è avanti e pontifica, ops diciamo lancia comizi più o meno social poi si ritrova a casetta sua, comodo e con le spalle coperte.
 Perché poi alla fin fine ci piace la tranquillità, la pigrizia, il comodo, l'ordinario, ma lo straordinario ci aiuterebbe, per non parlare dell'abilitante, ma quella è un'altra storia.
 E comunque prima o poi ne discuteremo, ci sono, specie dal 1 luglio quando decaderà la mia qualifica, il mio mandato e la mia seconda vita perderà forza per riaffacciarsi forse a fine estate, dipende Azzolina!

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