mercoledì 21 aprile 2021

PROF, TI SPIEGO IL RAMADAN

  Classe 3A, i grandi di scuola, quattordici studenti in tutto in dirittura d'arrivo, di cui tre di religione musulmana che stanno seguendo il Ramadan. Bene, spieghiamola questa tradizione, questo modo di vivere un mese particolare al contrario, digiunando di giorno per mangiare e bere dal tramonto all'alba.

 Wasim ha illustrato alla classe con l'aiuto di sua cugina Rania - alla regia della LIM - cosa si rispetta, cosa si mangia, come si prega e, per cominciare, ha indossato un abito tipico del suo paese natale, il Marocco.

 Certo lo scorso anno per lui è stato più facile seguire le norme religiose perché l'emergenza sanitaria lo ha bloccato proprio lì in Africa, dove si era recato in visita temporanea nel mese di febbraio.

 Quest'anno invece sta seguendo le prescrizioni continuando a frequentare le lezioni e a svolgere i compiti, nonostante per sedici ore di luce si stia digiuni e sia permesso mangiare nel cuore della notte con la famiglia tutta, perché sono esentate le donne in gravidanza difficile o le persone con problemi di salute, sotto prescrizione medica: il padre di Wasim con sommo dispiacere non può fare il Ramadam infatti.

 Piatti tipici salati e dolci a base di farina, legumi, miele, spezie in abbondanza, carne e pesce che vengono preparati da madri e padri con grande impegno, con prodotti acquistati nel negozio pakistano di Civita, nella macelleria di Centocelle o a Piazza Vittorio a Roma, dove si trova tutto ciò che serve per la riuscita di odori e profumi che ricordano la terra lontana, la terra da cui sono partiti i genitori e dove ancora risiedono nonni e parenti vari.

 Bisogna lavarsi le braccia fino al gomito, le gambe fino al ginocchio e il viso secondo dettami e orari precisi per poi dedicarsi ai cinque momenti della preghiera, in ginocchio sul tappeto rivolti verso La Mecca, anche gomito a gomito, per scongiurare la presenza del maligno che distoglie dalle invocazioni per la salute, la tranquillità familiare, la gioia della nascita di un bimbo, sempre nel ricordo della comunità intera.

 E alla fine, come spesso accade in classe, ci siamo "accapigliati" sui gusti culinari, i sapori, le spezie, la carne migliore, l'accostamento più gustoso, perché lo studio va sempre accompagnato al piacere, del cibo ancor meglio.

 Una lezione interessante, di quelle che ci piacciono per approfondire le altre culture, gli usi e i costumi, per scoprire che poi alla fine tutti preghiamo per il bene, la fortuna e un sorriso familiare.

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