Lunedì dell'ultima settimana di ottobre, si comincia bene, con le elezioni dei rappresentanti della categoria genitori.
In tempo di virus il lavoro va spalmato su più fronti e su più prove: a scuola qualche giorno prima si distribuiscono le schede elettorali ai pargoli da recapitare a casa, venerdì pomeriggio in modalità remota riunione con i genitori, ogni coordinatore con la propria classe ed eventuale supplemento/capatina in altri gruppi (io sono capitata in seconda, sono nuova lì e avevo il desiderio di farmi conoscere); lunedì mattina si raccolgono i voti espressi, chiusi in una busta e si tengono a caldo per il pomeriggio appunto per spoglio delle schede con i nomi degli eletti.
Si insedia la commissione, formata da coordinatori e genitori, si contano i voti, si redige il verbale, si proclamano i vincitori, si firma il tutto, fine.
E allora siamo rimasti a pranzo in un bar del centro, caffè compreso che aiuta e solleva; ci siamo ritrovati in istituto con chi aveva lavorato per l'ultima ora: piccole novità, confronti su inclusione - dispensativo - compensativo - assenze, compiti verifiche e idee geniali di civica materia, uscite concordate - pensate - sperate e molto altro; tutto in mezz'ora scarsa nell'attesa dei genitori scrutatori.
E come affrontare tutto questo? Per fortuna Rosa, la professoressa Bomarsi, nella pausa in cui ha approfittato per scoprire Calcata ha pensato bene di passare anche in forno, dolce pensiero.
E niente la dieta si rimanda a data da destinarsi, i dolcetti erano squisiti, qualcuno ha effettuato anche il secondo giro e, per fortuna, sono rimasti alcuni esemplari anche per domani mattina, nel grigio della sala professori, ad attenderci per allietare anche un qualsiasi martedì di fine ottobre autunnale.
Certi sacrifici si affrontano insieme, altrimenti che corpo docente saremmo?
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