sabato 26 dicembre 2015

CORCHIANO: IL PRESEPE VIVENTE

 Pomeriggio del 25 dicembre, invece di continuare a mangiare, comodamente seduti, abbiamo deciso di partecipare al primo spettacolo della quarantaseiesima edizione del presepe vivente di un piccolo paese a pochi chilometri da casa, a cui non avevamo mai dato grande importanza.
 Intanto sono rimasta piacevolmente colpita dall'accoglienza: bar aperti, stand gastronomici, bancarelle di prodotti tipici - immancabili - e piccolo mercatino, un via vai di persone a cui non si pensa, il giorno di Natale.
 Biglietteria addirittura con due sportelli - perché si organizzano visite guidate al centro storico, pacchetti turistici/pranzo incluso - quando vediamo la fila all'entrata ci accodiamo anche noi.
 Si percorre un bel tratto di strada, la tagliata falisca, per arrivare ad una grande tribuna con i riflettori alle spalle e si prende posto, forte umidità, meglio coprirsi bene: siamo in un anfiteatro naturale, è molto suggestivo, davanti a noi vegetazione e strutture di legno, banchi del mercato, postazione di guardia, tendaggi, un ponte di legno e uno di pietra. Sulla sinistra in una baracca ragazzotti - occhiali muniti - impastano acqua e farina in grossi bacili di plastica azzurra.
 L'attesa è un po' problematica, pargoli insofferenti: l'altoparlante richiama i figuranti ai loro posti mentre un gruppo di centurioni a cavallo scorrazza avanti e indietro, si provano le luci dei riflettori.
 Con circa quindici minuti di ritardo parte la voce narrante, dalla Genesi: fuochi/fumogeni che evocano la creazione e poi l'apparizione dei progenitori. Buio, poi in alto l'Annunciazione, gioco intenso di luci che cattura lo sguardo. Poi Betlemme in fermento e il cammino di Giuseppe e Maria alla ricerca di un albergo, a piedi, senza l'asinello. Notiamo tutti con dispiacere le scarpe da ginnastica dei protagonisti e la mancanza dei due animali nella mangiatoia.
 La narrazione continua, tra pastori e Re magi, sempre con questa illuminazione particolare, suggestiva sicuramente anche la colonna sonora. Alla fine siamo invitati a ritirare una pizzetta fritta offerta nella baracca di cui sopra.
 Sicuramente trenta minuti di spettacolo affascinante, caratteristico, a cui non avevamo mai preso parte, però alcuni particolari andrebbero meglio curati per una ricostruzione storica più efficace.

Le foto sono state scattate da Tatone.













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