giovedì 21 gennaio 2016

FATTI MIEI?

 E mi ritrovo ancora una volta a ragionare di libertà di parola, libertà di espressione e a scriverne.
 Ho conosciuto, come ho già avuto modo di evidenziare, una signora poetessa, che timidamente sta muovendo i primi passi nel mondo della letteratura e delle pubblicazioni. Mi ha spiegato che ha sentito come un forte desiderio da realizzare, una spinta a rivelare al mondo i suoi pensieri, le sue parole e finalmente ha trovato il coraggio di pubblicare e rendere quindi leggibili i suoi versi nascosti, personali per gridarli al mondo.
 Bello, interessante, coinvolgente.
 Invece io, spudorata, sfacciata, megalomane, scrivo al mondo da ormai due anni, quel che mi passa per questa ribollente testolina, tutte stupidaggini, considerazioni letterarie, di costume o peggio artistiche senza tante remore, ve le propino quotidianamente; allora qui sorga il dubbio: che non sia troppo? Che ormai soffra di protagonismo?
 Poi un mio amico mi ha fatto notare che non c'è nulla di più democratico di un blog condiviso sul social network, quando vi sarete stancati mi oscurerete, eviterete di soffermarvi a scorrere le letterine e stop, finito, chiuso il nostro rapporto.
 Mondo virtuale crudele, ma giusto, se "non piaci" non piaci, pace.


Andrea Sacchi
Didone abbandonata
(1630, Caen, Musée des Beaux-Arts)

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