domenica 10 gennaio 2016

TU CHIAMALE SE VUOI... RIFLESSIONI

 Dal mio penultimo articolo è nato un "polverone", scambio di battute, pensieri e parole sia pubbliche che private. Intendiamoci, mi fa molto piacere tutto ciò, non può che lusingarmi l'interesse suscitato dalle mie parole scritte, notturne, di riflessione su quanto mi capita di vivere e sentire. Ma qui mi fermo: non scrivo certo per spettegolare, sbandierare i problemi della gente o giudicare gli altri. Innanzi tutto perché sono mamma e moglie anch'io e con figli e marito "mai dire mai", tenere unita la famiglia è uno dei compiti più difficili del nostro tempo; poi ho intenzione di curare un blog di costume, cultura e arte il più interessante e aperto possibile, quindi soffermarmi sul singolo caso paesano, conosciuto da pochi intimi non mi permetterebbe di spaziare e arrivare dove e quanto voglio; terzo non mi va di suscitare il risentimento degli altri anonimi su questioni private: parlo di me, di quanto mi capita oppure del caso generale e adatto a diverse realtà senza attaccare nessuno nello specifico.
 Lungi da me e dal mio blog il pettegolezzo da comare, piccolo, rionale, da quartierino; parto dal caso che mi interessa per spaziare "verso l'infinito e oltre", altrimenti che intellettuale sarei?


 Ho scelto come immagine di questo articolo un'opera dell'artista Rinaldo Capaldi, che vive e lavora a Ronciglione. Ci vedo la libertà, in ogni sua forma.


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