sabato 7 gennaio 2017

MOSTRA VITERBESE

 Pomeriggio dell'Epifania, vento gelido che blocca ogni iniziativa fuori porta, meglio il calduccio del divano davanti al maxi schermo dei nonni... Esco comunque per un giro veloce in centro, tanto per smaltire qualche fetta di antipasto, slalom tra le bancarelle natalizie con sconti invitanti, ma comunque non adatti al mio portafoglio provato dalle spese festaiole e puntatina ad una mostra che sta per chiudere i battenti, al Sacrario accanto all'Ufficio Turistico, si chiama La Pensilina.

 Ufficio nuovo, tirato a lucido che stona con i locali limitrofi, abbandonati, vuoti e sporchi; nessuna indicazione esterna se non un grande 10 che si staglia sulla porta in vetro d'ingresso.
 Lo spazio espositivo è allungato, a destra la vetrata non sembra una chiusura ma offre la trasparenza dell'oltre, sembra si esca fuori: dieci artiste "territoriali", che gravitano nel territorio, due in particolare del paesello mio, che conosco e riconosco naturalmente. La prima impressione del tutto, però, è di abbandono, di trasandato, non ci sono toni caldi e accoglienti, ma freddi e estranianti.
 Nessun pannello totale, esplicativo, solo la citazione del pensiero di una delle artiste, scarso materiale da consultare si trova su un tavolo; a mio modesto parere, mai tralasciare una presentazione degli autori e una breve spiegazione di ciò che si guarda, il pubblico va comunque indottrinato per farlo innamorare dell'arte contemporanea sempre ostica, se non inspiegabile, a tratti. In fondo, anche una video installazione, che mi rimane completamente oscura.
 L'esposizione merita comunque una visita, anche se coglierne il messaggio non è stato semplice.










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