giovedì 19 gennaio 2017

EVACUAZIONE

 Giornataccia, è dire poco, quella di oggi la ricorderemo tutti a lungo.
 In classe non abbiamo avuto che un lieve sentore della scossa, anche se l'aula è al primo piano, è oscillato solo lo schermo della lavagna elettronica; tutti tranquilli, calma  perfetta; poi è arrivata la bidella che ci ha intimato di uscire tutti solo con i giubbotti, senza prendere altro. La simulazione è una realtà molto diversa dal caso effettivo: un conto è sapere di fare per finta... In strada si gelava, ci siamo raccolti per classi, ma con un certo smarrimento, passanti curiosi, alunni chiacchieroni, qualcuno contento di saltare verifica e interrogazione.
 Poi piano piano l'agitazione é cresciuta, sono arrivati alcuni genitori, ma non é semplice decidere se rientrare, continuare a lavorare o attendere la decisione dall'alto, perché l'eventuale chiusura è delibera altrui.
 Via via sempre più cellulari, richieste, qualche lacrima, il freddo, poi il secondo "allarme" e allora un susseguirsi di messaggi, telefoni isolati, figli ansiosi e genitori irraggiungibili, firma dell'uscita, controllo dell'adulto, mi fido?
 Vogliono la cartella - e per tutto l'anno snobbano i libri, proprio oggi li richiedono...
 Nonni coraggiosi che vorrebbero recuperare lo zaino salendo da soli per le scale, ma dove va?
 E i tuoi di figli, chi può andarli a recuperare ai giardini?
 Panico per i rimasti, tristezza per i genitori lontani, chiamare la nonna anziana e malata, attesa del passo lento e sofferente, tutti consegnati, nessun disperso, va compilato il modulo dell'evacuazione alla fine del registro...
 Fine, possiamo allontanarci anche noi, ormai, tutti i documenti in segreteria, ma non siamo già fuorilegge? Nell'edificio non dovrebbe sostare nessuno...


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