venerdì 10 febbraio 2017

ATTACCO DI FILOSOFIA

 Venerdì sera, sono sfinita, capita, meglio rimanere seduta al portatile, in cucina a farmi una cultura di citazioni e pensieri virtuali, ancora non ho preparato la tazza di latte caldo.
 Sto scorrendo la pagina social comune e mi accorgo che tra i miei amici ci sono persone che neanche mi salutano in piazza e, invece, mancano tante persone con cui ho condiviso o condivido un bel po' della mia esistenza e delle mie esperienze. Qualche nome é sparito, eppure credevo di averlo aggiunto, qualcuno mi manca ma non vorrei risultare troppo invadente, attendo con pazienza che si facciano avanti, che confusione queste liste...
 Quanto sono importanti i social nella nostra vita reale? Parecchio, però credo che sia una questione da adulti, quantomeno da adolescenti responsabili, invece scopro anche bambini, giovanissimi, questo mi spaventa un poco.
 Leggo alcune riflessioni "strane" su persone che starebbero lì in attesa di notizie e foto, come avvoltoi: ma si vede e si legge quanto pubblicato da noi stessi, se non volete che gli altri "sbircino", non pubblicate o non condividete... Una volta si parlava di manie di persecuzione...
 Ci sono quelli che soffrono di egocentrismo e devono comunque spiccare sugli altri, per motivi vari, dal dolore alla sofferenza, dall'entusiasmo alla gioia infinita e allora si tratta di labirintite...
 Qualcuno rimane in attesa di post, commenti, condivisioni e frasi sulla propria persona, la propria arte, le proprie capacità e se qualcuno osa non curarsi di loro, guardare e oltrepassare, allora se la prendono, si offendono di brutto...
 C'è anche chi conta i "mi piace", una merce di scambio: tanti me ne dai, tanti te ne metto e se non mi consideri, allora neanche io ti clicco...
 Ci sono quelli che si offendono per un parere contrario al proprio, per un giudizio serio e ponderato, ma comunque opposto e allora si rifiutano di mostrarsi amici in altre occasioni, basta cosí, chiusi tutti i ponti.
 C'è poi chi si serve dei social come di un campo di caccia, in cerca dell'anima gemella mordi e fuggi: che tristezza, che squallore, ma la fregatura non é meglio guardarla in faccia e giudicarla da come si presenta, più che da quanto virtuale fa vedere?

  E niente, preferisco ancora i buoni vecchi metodi, come le chiacchierate sul balcone, una telefonata, un cappuccino, se é vero che i social ci fanno sentire tutti in contatto, é pur vero che nessun altro mondo appare tanto effimero e vuoto.

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