sabato 25 febbraio 2017

DISEGNIAMOLE

 Non é questo un articolo originale, nel senso che ho raccolto qui tutte le più interessanti filastrocche che ho composto e già pubblicato sul blog, in varie parti: in particolare trovate quelle riguardanti i principi che non vogliono essere solo figli di re, ma anche qualcun altro. Aprono e chiudono il tutto una filastrocca da introduzione sui generi letterari più amati dai bimbi - il vero pubblico attento e speciale che mi interessa e mi piace! - e una finale di buon auspicio: buona lettura e alla fine, se vorrete, lasciatemi un commento, positivo o negativo non ha importanza.
 Per quanto riguarda tutti i miei componimenti, li trovate sotto l'etichetta: Libro.
 Per le giovani illustratrici mie amiche: se trovate qualche spunto simpatico, prego, a voi!

FAVOLE, FIABE E STORIE DI MOSTRI
C'era una volta, iniziano tutte così,
interessanti, noiose o giù di lì
sono le favole che tutti noi conosciamo,
amiamo, apprezziamo e col tempo impariamo
fin dalla giovinezza accompagnano la nostra vita
quando "la buona notte" ci viene ben servita.

Un bacio della mamma, ti infili sotto le coperte
e inizi a sognare di merende, nipoti e simpatiche vecchiette,
principi, imperatori, orchi, fate,
streghe, rospi, lupi e uova dorate.

Il cattivo non vince mai, paga sempre lo scotto
gli tocca subire e uscirne malridotto.
In questo modo il fanciullo impara la lezione:
mai comportarsi come quel cattivone.

Non credere ai lupi che incontri nei boschi,
non occupare a tavola tutti i posti.
Non giudicare un amico dall'aspetto,
nasconditi bene come il capretto.

Il lieto fine ogni volta aspettiamo, 
fino all'ultima pagina con ansia leggiamo:
vince comunque il buono e la fanciulla maltrattata
in conclusione viene sempre riscattata.


OTTO BISCOTTO
Questa è la storia di un principe goloso
figlio del re del Paese Favoloso.

Papà lo voleva forte e gagliardo,
sicuro di spada e preciso di dardo,
il suo nome era Von Kaiser Otto
ma tutti lo chiamavano Otto Biscotto.

A lui interessava non solo mangiare
ma tanti dolci poter preparare,
non voleva cavalcare il nero destriero,
ma solo del latte usare il siero.

Mangiava parecchio e sempre di gusto
non era proprio quel che si dice un bel fusto!
Piaceva così alla principessa Carlotta
morbido e dolce come bianca panna-cotta.
I due si sposarono e vissero per sempre felici e contenti,
tra torte, bignè e cioccolate fondenti.


MASTRO GEPPETTO: IL FALEGNAME PERFETTO
Tutto il giorno pialla, inchioda e incolla
se non vede la fine di sicuro non molla.
Ogni opera realizza con la massima cura
immerso come sempre nella segatura.

Odia parrucche, cipria, trine e merletti;
i suoi lavori son davvero perfetti:
porte, finestre, sottili intagli
tutto realizza senza che mai si sbagli.

Papà lo vuole un giorno sul trono seduto
ma il figlio gli risponde con un saluto,
perché preferisce il suo sgabello
per stare seduto e il vecchio cappello;
non di certo lo scranno finemente intagliato,
solo così si vede onestamente realizzato.

Rimane per ore nella sua bottega
armato di chiodi, colla, pece e sega
non lo trovate nel castello maestoso
ma in quel luogo piccolo e polveroso.


VINCENT IL PITTORE
Animo nobile e fiero portamento,
finalmente un papà del figlio contento?
Il re suo padre lo vorrebbe illustre dottore,
ma Vincent in cuor suo si sente pittore!

Passeggia con pennelli, tele e cavalletto,
sempre alla ricerca dello spunto perfetto
da mane a sera va per prati in fiore
di biondi girasoli bagnati dal sole.

E' assai abile a realizzare ritratti
e per lunghe ore lavora da matti!

Il suo babbo è ormai rassegnato:
non lo vedrà mai col camice bianco indossato,
ma Vincent così è tanto contento
ed ogni sua mostra è un grande evento.

ENRICO IL CICLISTA
E poi c'è Enrico il ciclista,
che usa la sua corte come una pista.
Corre, si allena e non sta mai fermo
neanche quando piove o fa freddo d'inverno.

Alla sua bici proprio non vuol rinunciare
neppure a pranzo quando è ora di mangiare!
Per parlarci o per interrogarlo
bisogna salire in sella e con pazienza inseguirlo.

Giri su giri senza mai stancarsi
piangere, gridare o lamentarsi,
l'unico problema ahimè è il sudore:
le sue ascelle emanano proprio un cattivo odore!

Il babbo stanco di inseguirlo prese la decisione:
"Mai più in bici con lui appena dopo colazione!"
Meglio allora poterlo assecondare
e un tandem nuovo a lui regalare.

IL FRATE
Era già da tempo stabilito
e questo progetto non sarebbe fallito:
dei figli del sovrano quello maggiore
sarebbe stato del regno l'ambasciatore.

Giulio in nome del re avrebbe parlato
con duchi, visconti e ogni prelato;
importanti accordi, impegni e patti
non solo parole, ma concreti fatti.

Invece Giulio voleva pregare
e lungo il chiostro poter meditare,
il padre chiedeva un ambasciatore
il figlio divenne invece frate minore.

In un convento alle pendici del poggio
stabilì definitivamente il suo alloggio
e ai poveri del reame portava il suo aiuto,
cibo e acqua, un sorriso e un saluto.

Papà era orgoglioso di un figlio altruista e generoso
così lo incoraggiò in modo affettuoso.

GIANNI IL BURLONE
Un gran bel programma bisogna affrontare:
il divertimento a corte si deve organizzare!
C'è il figlio del re, nessun problema
un ottimo burlone per le feste a tema!

Ride, balla, canta, anche la spada ingoia
e fino a notte fonda nessuno si annoia.
Di preferenza si esibisce al Belvedere
d'estate nelle calde e lunghe sere.

Tutti lo cercano, tutti lo amano
ai suoi spettacoli dame e cavalieri collaborano.
Inventa freddure, battute e spiritose barzellette
su giovani uomini e arzille vecchiette.

Cala il sipario e il teatro bisogna lasciare:
al prossimo incontro ognuno già inizia a pensare.
All'anagrafe il suo nome è Sir Giovanni,
ma i sudditi lo chiamano il Gaio Gianni.


IL PRINCIPE RANA
“Principe rospo” favola assai strana
invece io vi parlo del principe rana.
Salta, si nasconde, sguazza
per colazione non usa la tazza.

A lui piacciono gli insetti volanti
che acchiappa vivi tuffandosi avanti;
sicuramente non li vuole mangiare
ma solo da molto vicino osservare!

Le sue mani sono un po' appiccicose,
gracida e zampetta intorno alle rose,
guarda di qua, guarda di là
e con un salto arriva fin sopra il sofà!

Che noia al castello restare 
molto più interessante al ruscello pescare!


ROSINO IL CONTADINO
Niente di più indegno per l'antica nobiltà
il figlio del re che il campagnolo fa.

In tutte le generose stagioni
i suoi frutti son certo i più buoni,
genuini, veri, non modificati
solo al meglio i sudditi ora son abituati!

Trebbiare, zappare, potare
quanto c'è sempre da lavorare,
poi i raccolti e i delicati innesti
gli sforzi di sicuro non sono mai modesti!

Rosino è ora l'orgoglio di papà
che insieme a lui l'ortolano fa;
vanno in campagna al mattino presto
e di tante verdure riempiono il cesto.

Il venerdì poi al mercato del paese
sulle bancarelle le trovate stese,
in beneficenza va tutto il ricavato
per ogni bambino meno fortunato.


L'AMICO DELLA NATURA
Arrivate fino in cima alla Faggeta
se volete scoprir un regale atleta.
Potete ben dirlo, è assai allenato
per arrampicarsi non gli manca il fiato.

Quando si incontra con i suoi amici folletti
son davvero dolori per i suoi poveri paggetti:
niente riposo o sedute tranquille
corrono, saltano, fanno faville!

Nascondersi tra lavici massi è il maggior divertimento
fin quando non li trova, il principe non è contento.
Solo lì il ragazzo può muoversi in tutta libertà
senza il suo noioso papà che spesso il bacchettone fa!

Si chiama Filiberto, come tutti in famiglia,
ma per parenti e amici è solo Clorofilla.


MORENO ARCOBALENO
C'era una volta il principe Moreno
che amava assai i colori dell'arcobaleno.
Sempre in cerca, desideroso e contento
di scovare qualche nuovo pigmento.
Anche suo padre alla fine si arrese
e un cane da caccia allora gli prese.

Ogni lunedì cercava il rosso
proprio sulle rive del grande fosso;
il martedì voleva invece il giallo
si alzava dunque al canto del gallo;
il mercoledì quando al verde toccava
con la sua aquila sulla vetta volava;
di giovedì violetto occorreva
melanzane e radicchio nell'orto coglieva;
solo per cercare il nobile celeste
venerdì si inoltrava nelle folte foreste;
sabato invece l'intenso arancione
in groppa al suo potente aquilone
di domenica per l'indaco gli amici radunava
e un capogruppo a turno nominava!


DA GRANDE
Da grande sarò un bravo dottore
per curare e guarire ogni dolore
delle mamme e dei bambini
dei più grandi e dei piccini.

Io invece andrò sulla luna
sempre in cerca di fortuna
sarò dello spazio un grande esploratore
vedrete il mio razzo con un mega motore.

Una dolce maestra io diventerò
a scuola ai bambini così insegnerò
ma niente compiti, lettura o scrittura
quelli sì che sono la vera rottura,
a me piace giocare, correre e inventare
per questo i miei alunni mi dovranno ringraziare.

Datemi un pallone non chiedo di più
farò il calciatore, puoi crederci anche tu.
Mi alleno, corro, salto gli ostacoli
faccio già dei piccoli miracoli;
sono veloce e lesto lesto
ti tolgo la palla, non rimanere mesto.

Già ho deciso, lo stesso sogno sin da bambina,
da grande sarò un'affermata ballerina.
Classica o moderna, la musica mi prende
alla stanchezza mai ci si arrende.
Tanto impegno e grande fatica
così è la vita, non scherzo mica. 

Mio grande desiderio è invece scrivere,
non prendermi in giro non c'è da ridere,
una che inventa storie per genitori e bambini,
per nonni, cugini e adulti un po' cretini.
Quando si legge, si libera la fantasia
è certo il mestiere più allegro che ci sia.


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